Serata romana
Anna Profumo
2500 battute

Nel giorno delle nozze d'oro, giorno solenne,
il medesimo colombo si posò sul balcone.
W. Szymborska
 
Osservatrice non necessaria, sorseggiavo caffè e leggevo il giornale.
 
Erano ancora giovani, volevano innamorarsi.
Alto, capelli castano chiaro, occhi nascosti da occhiali. Le rughe cominciavano ad ingombrargli la fronte. Lui
Donnina piacevole, capelli neri, begli occhi. Voce canarina. Lei
 
Se ne stavano seduti vicini, spalla a spalla sui gradini a Piazza del Pantheon.
Si avvertiva la necessità di un contatto tra loro. Parevano fiutare la magia di Roma.
Parlavano guardandosi negli occhi, disegnando nell'aria, piccole nuvole di voce.
 
Stavano lì ignari del tempo e della gente.
 
La zingara attendeva da un po' che uno dei due aprisse lo sguardo e la intercettasse. Fu la donnina a cadere nell'inganno e subito questa, si infilò dentro con tutte le scarpe e il mazzo di rose.
 
Cantilenante - Comprate una rosa, vi porterà fortuna! Sono belle -
La donnina pensando di difendersi prese i soldi nella borsa per darli alla zingara.
- Quanto vuoi per una rosa? -
E la zingara battagliera e spavalda indicando prima una poi l'altro.
- Tu no! Lui è il cavaliere -
- Io non la voglio! Non deve! -
Lui ironico - Sono il cavaliere. Quanto costa? Ho solo soldi sani -
- Non preoccuparti ti do il resto! -
Così detto gli rifilava una manciata di spicci e cominciava a deporre rose ai loro piedi. La donnina scuoteva la testa tra le mani.
L'uomo - Ma che fai! Mah. dammi il resto! -
 
I due imbarazzati e defraudati, si domandavano ciascuno cosa stesse pensando l'altro.
Posando fiori la zingara, nell'intera bagarre, si allontanava.
 
Lui continuava a ripetere che la zingara, aveva rovinato quella serata.
Lei cercava di capire come poteva recuperare, risarcire. Distrarlo.
 
Tentavo di capire quale sarebbe stato il loro futuro.
 
Si avvicinarono loro due turisti per chiedere un'informazione.
La donnina grata del diversivo li ascoltò.
Chiedevano come arrivare ad una piazza lì vicino.
Sicura indicò una direzione, senza dubbio sbagliata.
 
Le rose ai loro piedi non passavano inosservate. Lo sguardo della turista cadde proprio su queste. Girava ormai sui tre quarti la turista, mentre lei alzandosi afferrava e le porgeva alcune rose.
Questa le prese, facendo per pagare.
La donnina, il sorriso negli occhi, incrociò più volte le mani - E'un regalo! -
 
Si alzarono di lì a poco. Andando via lui disse - Avrei voluto farlo io! -
 
 Vidi in un attimo, la donnina librarsi in volo, leggera.
Lasciando all'uomo, la zingara come zavorra.
Non si trovarono mai più.