Una sottile linea nera La sua mano ferma seguiva una linea invisibile. Sembra facile pelare una carota, ma rischi sempre di lasciare qualche brandello di pelle. Errore gravissimo, perché poi sfigurerebbe, una volta bollita. Rimarrebbe una sottile linea nera, inspiegabile, esteticamente blasfema.
La cucina era silenziosa e lei si sentiva violentata da quel silenzio, questo la spaventava molto.
Si era sposata con Guido nove anni prima, era stato tutto cosi bello, così veloce che trovarsi ora li, con quella sottile linea nera da evitare, le sembrava cosi importante. Forse lo era.
"L'importanza delle piccole cose evita guai irreparabili"
Ma lei pensava che sua madre, buona a dare consigli a chiunque passasse nel raggio di cinque metri, aveva fallito gran parte della sua vita, assecondando un marito minimo, involontario, che aveva pensato bene di annullare anche lei. Amava Guido, lei non aveva mai amato nessuno oltre lui e a volte si chiedeva se quello era amore o semplice rifugio per sfuggirle. Ma era una domanda come le altre, a cui negava risposte evidenti.
Guido sarebbe tornato di li a poco, l'orologio segnava le 17.00, il sole di quel cielo d'aprile entrava ancora a far parte della sua cucina, le carote erano quasi finite. Nessuna riga nera per il momento. Elena sorrise compiaciuta.
Dopo un nervoso ritardo Guido arrivò con la macchina
Esterno giorno
Elena corre in giardino, noi restiamo qua per non disturbarli. Se guardiamo dalla finestra possiamo scorgere il viso di lui abbastanza scosso, un occhiata alla macchina per vedere se ha avuto un incidente. Nulla. Ora stanno parlando, le mani di Elena tremano vistosamente. La fermezza con cui prima sbucciava le carote ora è sparita.
La pentola continua il suo percorso e i due continuano a discutere sempre più animatamente. Il tempo vola, quando ad un certo punto la porta sbatte.
Interno giorno
Elena è rientrata piangendo. Uno sguardo dalla finestra e vediamo Guido che fa retromarcia nel vialetto e si immette sulla strada. Una sgommata ci da la conferma della sua partenza.
Le carote sono ormai cotte, Elena si avvicina alla pentola offuscata dalle sue lacrime e dal vapore, comincia a scolarle.
Il fumo piano piano scompare, lasciando le carote li, ferme in quel colapasta giallo che avevate comprato l'anno prima.
Adagia le carote nel piatto e tra le lacrime di chi non si rassegna riesce a scorgere una sottile linea nera. Un errore, un fatale errore che aveva compromesso tutto il lavoro che con tanta cura lei aveva fatto.
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