Dolce creatura
Luigi Brasili
1467 battute

 
Quando ci siamo incontrati la prima volta, l'ho guardata di sfuggita, così rossa, mi era parsa insignificante.
In seguito ci siamo incrociati anche più volte nello stesso giorno, e pian piano ho iniziato a ricambiare i suoi sguardi. Ci siamo sfiorati, una prima volta, passando vicino alla fontana di Trevi, poi, ancora, nel piazzale davanti alla stazione. Io ho iniziato a guardarla con occhi diversi ma non trovavo mai il coraggio di toccarla, di prenderla.
Alla fine ho deciso di rompere gli indugi, una sera, nel parcheggio del supermercato; si è fatta avanti e io mi sono abbandonato alle sue malie. Dannato per l'eternità; fuscello di carne nella tempesta chimica della mia solitudine. Prigioniero di un sogno stretto tra le mie mani.
 
Da quella volta non passa giorno in cui io non ceda al suo fascino ipnotico, a quel brutto anatraccolo che ho scoperto essere uno splendido cigno, sempre disponibile ad accogliermi e a guidarmi nella beatitudine dei sensi.
 
Da allora, ogni notte mi coccola, mi fa gemere, si insinua dentro di me, accendendomi di desiderio impellente.
 
So che si concede anche agli altri, ma non sono geloso per questo. Mi basta saperla solo mia per quei pochi minuti in cui mi dona tutta la sua essenza, proprio come adesso; adesso che la mia mano la stringe per paura di vederla svanire troppo presto, prima di sciogliersi con un brivido nella mia bocca avida di sensazioni forti.
Grazie di esistere, dolce creatura.
A domani, mia dolcissima pillola.