Eleven
Alessandra MR D'Agostino
1947 battute

 
Erano le undici.
Lui guardava la televisione.
Lei guardava lui, cominciando ad averne voglia.
Si staccò dal termosifone. Andò alle sue spalle. Cominciò a massaggiargliele.
Ferma, gli disse lui, mi distrai.
È quello che voglio, affermò lei. E continuò a massaggiarlo. Le mani scesero, lungo il torace di lui. Si soffermarono un po' sul pull blu, su quello fecero dei piccoli, lenti movimenti circolari.
Chinò il capo un po', verso il suo orecchio. Andiamo di là, gli sussurrò. Poi scese ancora con le mani. Fu allora che la guardò. Le afferrò il viso, portando la bocca di lei sulla sua. Cominciò ad aprirsi un varco con la lingua, sempre più forte. Lei non oppose resistenza.
Lui si alzò. La abbracciò, girandola poi, spostandola contro il termosifone, appoggiandovela.
Le alzò la maglietta bianca. Cominciò a massaggiarle la schiena, leccandole i suoi tre piccoli, solitari nei. Poi portò la mano avanti, sugli slip, che cominciò a sfiorare prima piano, con maggiore forza poi. Con le dita le sollevo la gonna, dietro, infilando un dito sotto il tessuto, toccando i glutei, in su e giù.
La sua eccitazione era al massimo. Lei lo sentì, così si spinse più indietro, quasi con forza, contro il suo pene. Un attimo dopo le spostò gli slip, toccandole le grosse labbra già umide. Nel frattempo con l'altra mano si massaggiava il pene, su e giù, stringendo forte.
Quando la dimensione gli piacque, le entrò dentro, con forza violenta, come piaceva a lei. Le coprì la bocca con la mano, sapeva che lei avrebbe voluto urlare.
Lei si limitò a succhiargli l'indice, con saliva avida.
I colpi diventarono sempre più forti, sempre più veloci.
Vengo, disse poi, sto per venire.
Lei sentì il suo fluire dentro, fu in quell'attimo che anche lei venne.
Rimasero così, ancora un poco stretti, come un corpo solo, senza divisioni né confini netti. Poi lei si girò abbracciandolo, baciandolo a scatti sul viso, sugli occhi.
Lui alzò lo sguardo, le sorrise. Poi la strinse a sé.