Una figa senza denti
Graziano Lanzidei
2366 battute

 
"Mi avevano detto che eri impotente"
"Chi?"
"Una delle tue ex. Lo sai che mi sento ancora con Giovanna, no?"
Sbuffo ma l'incazzatura dura poco. Stiamo sul letto, nudi, ancora sudati. Prendo un bicchiere d'acqua sul comodino. Lei mi guarda e sorride.
"Ne vuoi un po'?" le chiedo.
Continua a fissarmi. Mi eccito.
"Grazie..." sorride. Passa una mano sulla mia coscia. Lo sfiora con la punta delle dita. Mi si indurisce.
"E se non eri impotente che mi avresti fatto, eh?"
Iniziamo a baciarci.
"La tua non ha i denti" le dico dopo averle succhiato la lingua.
"Come?" ride.
"Dicevo. la tua figa non ha i denti"
Ride ancora, aggrotta le sopracciglia, non capisce.
"Sei la prima che incontro a non avere i denti sulla figa" tento di spiegare.
"Sei scemo?"
"No. Quella della tua amica, quella che senti ancora adesso, ad esempio, ce li aveva"
Si divincola e si mette a sedere.
"Mi stai prendendo per il culo?"
Tento di abbracciarla. Quando fa il broncio, aumenta la voglia di scoparla. Mi respinge. La cosa mi fa eccitare ancora di più. Sento le guance andare a fuoco.
"Facciamolo. Ho voglia"
Scuote la testa.
"Che cazzo fai..." quasi grida, mentre mi masturbo.
"Voglio scoparti"
"Non ce la faccio. Mi è venuta in mente lei, mentre lo fa con te"
"Lei chi?"
"Giovanna"
"Ma che ti frega di Giovanna." tento di toccarle una tetta, si divincola.
L'erezione si perde nei meandri della conversazione.
"E' come se sentissi il suo odore sulla tua pelle".
Prende le mutandine al lato del letto e inizia a infilarsele. Sbuffo. Il cazzo non è più duro ma l'eccitazione vaga ancora nella mia mente. Mi sdraio e fisso il soffitto. Cerco di restare calmo.
"Scusami" dico a denti stretti.
Me lo aveva detto anche lo psicologo: vedrai che prima o poi la incontri, la donna giusta, ma devi avere pazienza.
"C'è ancora l'acqua?" mi chiede.
"Si, sul comodino"
Prende la bottiglia. Riempie il bicchiere. Spenge la luce. Si mette a letto.
Ho il sonno agitato. Come se dovessi ancora disperdere le ultime tracce di eccitazione. Mi sveglio. E' duro. La prendo tra le braccia. Inizio a stringerla a me. Voglio farglielo sentire, dritto sulle natiche. Lei si volta e si stringe contro il petto, infilando la testa tra il collo e la spalla sinistra. Continua a sonnecchiare mentre le passo la lingua sull'orecchio.
Apro gli occhi. Cerco di mettere a fuoco.
Urlo.
Nel bicchiere sul suo comodino, pieno d'acqua, c'è una dentiera vaginale.