La Marisona La incontro sul pianerottolo del condominio è una donna sulla cinquantina. Un po’ sfatta, con capelli tra il rosso e la ricrescita, il cui trucco, marcato e poco curato, si spande nelle profonde rughe intorno alla bocca e lascia un alone pesante intorno agli occhi lì dove si sommano i precedenti mal tolti. Indossa pantaloni neri aderenti, una camicia oro e fucsia di pizzo elastico che mette in risalto le curve, non proprio al posto giusto. Stivali di plastica lucida completano la figura.
Il tutto causa l’immagine di una donna sciatta e avvilita.
La saluto, mentre armeggia con la chiave per entrare velocemente in casa, scoppia in un pianto isterico che la blocca sulla porta con le mani sulla chiave che non riesce più a sfilare.
Ci sediamo in casa tra i fiori colorati del suo divano, una casa modesta senza fantasia. Mi racconta tra le lacrime che le giovani di oggi sono aggressive. Africane, e Slave si sono spartite lo spazio tra un lampione e l’altro sul marciapiedi di via Giolitti a Roma. Così a una prostituta di mezz’età come lei non resta che avvicinare velocemente gli uomini che aspettano un taxi. Li avvicina, si qualifica, si offre. Per andare con lei, sono 30 €. Dice di aver bisogno di soldi, di avere una casa lì vicino, di essere pulita lei e la casa.
Quella mattina ha avvicinato uno sulla cinquantina, la proposta è la stessa ma alla fine, questo la guarda imbarazzato e sorridendole come meglio può, le dice :<<Signora, facciamo finta che oggi io e lei siamo andati al ristorante, prenda questi>>. Gli allunga 10 € e si allontana tra la folla.
Marisa racconta che l’ha chiamata signora, che ha immaginato di andare al ristorante con quell’uomo che quel qualcuno non gliel’ha sbattuto dentro.
E che, sempre quel qualcuno, non ha idea di quanto costi il ristorante oggi.
E’ora che Marisa si goda la vita come meglio può. Rivolto il suo armadio alla ricerca di qualcosa non eccessivamente vistoso, le pulisco la faccia e la trucco da femmina per bene. Prendo Marisa e la porto al supermercato, riempiamo prima il carrello e poi il suo frigorifero. Troviamo un annuncio dove cercano una tata.
La voglio accompagnare al centro per anziani. Fanno un sacco di attività. Qualche tempo fa ho li ho ascoltati leggere poesie, quante poesie d’amore hanno letto.
Sembrano dei ragazzini tante energie conservano.
Secondo me è un posto in cui Marisa si può trovare bene.
Certo, dovrà ben capire che non la porto lì perché trovi nuovi clienti.
Ma poi, chi sono io per dire alla Marisona come vivere?
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