Mesi
Synesius
1664 battute

 
Un mese.
Era giusto un mese che si baciavano, no, ma senza nessunissima interruzione, di continuo, fermandosi soltanto per prendere fiato, come due vasi comunicanti che vogliono dimostrare una nuova legge fisica, ed ecco, allo scadere del trentesimo giorno, lui staccò la bocca da quella di lei e scese in picchiata fra le sue gambe, senza strumentazione di bordo né paracadute.
Lì si trovò fra labbra più o meno piccole e più o meno grandi, affascinato dall'elaborata architettura di quello che troppo spesso è stato definito un fiore (che se proprio bisognava paragonarlo a un elemento del mondo naturale, a lui veniva in mente piuttosto una farfalla), pervaso dalla piacevole sensazione di regalare piacere con la bocca, solleticato nel naso dalle impertinenti sollecitazioni di un pube rasato non senza criterio.
Un nuovo mese era cominciato.
E mentre esplorava le volute, le giravolte e i morbidi strati di quel lepidottero carnoso con la curiosità innamorata di un entomologo alle prime armi, una parte di lui era impegnata a ricacciare indietro l'esasperazione del pene che smaniava di penetrare, e piuttosto continuava a bere di lei, e intanto i giorni trascorrevano tranquilli intorno a loro, e lei sospirava, ansimava, si addormentava, si svegliava. Mugolò.
Bevve un sorso d'acqua, sorrise, serrò le cosce stritolandogli la testa, venne, lo coadiuvò con due dita sfrontate, gli scompigliò i capelli, si riaddormentò, rise, pianse, venne.
Ma anche quel mese giunse alla fine. Entrambi sollevarono la testa, si guardarono cercando di riconoscersi l'un l'altro, poi lei gli disse: vieni qui, e cominciò un nuovo mese.
Era quello del riposo prima del fare l'amore.