Trentanni
Gianni DE Maria
2447 battute

 
Trentanni, passati da poco. Anni vissuti attraverso vicende condotte sul versante della canonica normalità etero, variata e variegata con il gusto della particolarità dei momenti, dei luoghi, del tipo di donna, delle sue complessioni, sentimenti, debolezze, fantasie, protervie, sicurezze da
accogliere o incrinare.

Poi, come un'epifania rossa: scoprire che stai guardando un uomo nello stesso identico modo con il quale hai sempre guardato una donna che ti piace e che vuoi conquistare.

La nostra combriccola ha fatto tappa, una sera, in una discoteca gay: poco o nulla attratto dal genere cuoio e bulloni né da quello del ricciolino borgataro ma fortemente emozionato nel ballare con Carlo, l'oggetto dei miei desideri.

Mentre gli altri/e ai tavoli o in pista si comportavano come ad un veglione di capodanno, non ho perso l'occasione di farglielo sentire e ho visto nei suoi occhi un punto interrogativo grande come una casa.

Carlo mi piace e lo voglio. E lo voglio da uomo, voglio penetrarlo e questo complica ulteriormente l'approccio. So che non riuscirei a farmi infilare: debbo essere, assolutamente io a farmelo.

Alla fine di una sera culturalmondana quando eravamo rimasti solo in tre, Carlo mi ha chiesto a freddo perché avessi difeso così veementemente il passo del libro della Yourcenar che parla di Antinoo.

Lo stesso imbarazzo di quando, ragazzino, una madre mi scoprì a letto con la figlia. Cercavo di infiorettare come prima il discorso quando Carlo con una rasoiata: e tu l'hai mai desiderato un uomo?

Nel silenzio assoluto il terzo si è alzato avviandosi alla porta ed io allora, come una mammoletta ho risposto: fino ad ora no.

Carlo con un mezzo ghigno, incalza: che significa fino ad ora? Ieri no, oggi sì, oggi no, domani forse? perché sei così criptico, sembra che ti vergogni.

Ho annaspato ma poi mi sono deciso: vuol dire, Carlo, che è la prima volta che desidero un uomo, che desidero te.

Ed ecco perché si dice che la vita è imprevedibile: si è alzato sicuro, mi ha dato un bacio, mi ha spogliato, mi ha piegato leggermente in avanti e mi ha preso.

Non sono ferito tanto dalla violenza subita né dal fatto che Carlo, andandosene, ha ribadito che con le donne è tutta un'altra cosa, non sono neppure atterrito che spiattelli in giro la storia.

Quel che mi fa impazzire, quello che realmente mi sconvolge, è la constatazione di quanto sia ambiguo, distorcente, assolutamente inaffidabile il linguaggio umano.