La "Bianchi"
Scillastrid
2392 battute

La “Bianchi” la “bici” è esposta in vetrina. Sandro ce l’ha da alcuni mesi. Lui è più atletico ha maggiori possibilità di correre tra gli esordienti l’anno prossimo.
La nostra passione ciclistica va alle gare a cronometro e anche verso le corse in linea. E’ solo per pensare ad un traguardo raggiungibile perché le corse a tappe per noi sono ancora un sogno e forse lo rimarranno. 
Andiamo avanti con gli allenamenti. “Tira un po’ tu adesso!”, “Così va a finire che non arriviamo mai!”, “La pedalata deve essere regolare!”, “Stammi a ruota!”
Lerici, Portovenere e ritorno. A Massa. Ci “spingiamo” fino a Pisa.
Arriva il giorno della cronometro personale per provare le nostre capacità. Decidiamo ogni particolare.
Avevo lucidato cerchioni, raggi, cambio Campagnolo, catena e moltipliche, telaio, lubrificato i cavi dei freni e rafforzato i tacchetti, controllato i morsetti delle ruote, alzato e abbassato più volte la sella per trovare il migliore assetto, per spingere al meglio sui pedali con il ferma piede in ordine, ricoperto il manubrio con nastro isolante nuovo, controllatone l’altezza per tagliare al meglio l’aria stando tutto abbassato sulla canna, tubolari Hutchinson nuovi di zecca. Conclusa la nostra punzonatura eravamo pronti. Fino a quel momento non avevamo avuto alcun riscontro circa la nostra attitudine a correre a cronometro. 
La gara tra noi due sarebbe stata contemporaneamente a inseguimento individuale. Avevamo scelto un percorso ai giardinetti. Parte di un rettilineo correva all’interno dei giardini e l’altro sulla statale. I due lati brevi erano traverse che portavano al centro della città.
 
La prova deve durare un’ora e perciò ci mettiamo in mezzo un personale record dell’ora, per valutare la nostra resistenza. La “bomba”, lo zabaione, l’abbiamo presa e perciò siamo a posto.
E’ Lucianino a dare il “pronti, via!” e tiene conto dei giri, dei chilometri e del tempo. Al termine dell’ora ho perso mezzo giro buono rispetto a Sandro. Anche come resistenza, costanza nella pedalata, e chilometri percorsi lui risulta idoneo per le corse vere. Glielo dice un direttore sportivo di una squadra ciclistica della città sbucato non tanto all’improvviso, aveva un appuntamento. Capisco di non avere alcuna possibilità di riuscita come atleta; sono stato usato come lepre, per permettere a Sandro di avere un punto di riferimento. Da un amico non me lo sarei aspettato.