Equivoci
Matteo brain.well Ninni
2500 battute

Sbucò all'improvviso da un angolo di stomaco, come i gonfiori improvvisi dopo un piatto di legumi. Solo che invece di sgasare fuori da sotto, impregnando con imbarazzo l'aria, si scaricò con un altorilievo dei pori delle braccia, brividi cervicali a intervalli irregolari, sussulto del diaframma, fino a smorzarsi in una frescura degli occhi, piacevole, visto il caldo di quei giorni.
E' così raro commuoversi.
Stavo fuori, seduto al tavolino di un bar a prendere un po' di sole per seccare l'acne.
Avevamo vinto.
Fissavo le bollicine nel bicchiere di birra zigzagare verso l'alto fino a perdersi nella schiuma. Fanno la ola, pensavo ridacchiandomela in solitudine.
Poi, dalla rotonda, ecco giungere l'insopportabile scornacchiare di uno stormo di scooter truccati. Vivere in periferia significa anche questo.
Tamarri di merda.
Presi la pinta di birra e mi affacciai sulla strada.
Saranno stati una decina. Avevano i bandieroni tricolore. Alcuni legati al collo che gli svolazzavano sulla schiena, tipo zorro sopra furia. E' lì che mi prese la commosiun, come diciamo a Milano.
"Viva l'Italia, viva i giovani" mi venne da urlare, per calmare i brividi.
In fondo allo sciame riconobbi una ragazzina che abita due piani sotto il mio.
La salutai mentre buttavo giù l'ultimo sorso di birra. Quella si fermò sgommando.
"Salta su! Si va in centro" disse e l'aria spostata dalla frenata mi fece sentire quella frescura agli occhi che descrivevo prima.
Così ero diventato parte dello sciame.
"Tieni questa" e mi passò una trombetta che teneva tra le gambe.
"Viva ltalia!" urlavo io e facevo urlare anche la trombetta, urlavamo tutti, si faceva a chi urlava di più.
"Siamo grandi!" gridò lei, sporgendosi lateralmente, per farmi sentire. Aveva le unghie tinte con il verde il bianco e il rosso.
Belli i giovani. E io che ero convinto avessero testa solo per grande fratello e cellulare.
Bella l'Italia, bella la città! Ai balconi e alle finestre infatti erano sbocciati decine di tricolori. La strada piena di auto e di gente impazzita. Che sollievo per l'anima ferita di questa nazione che sembrava avere ritrovato, finalmente, la perduta identità.
Che grande popolo! Che vittoria.
"Vadano in Svizzera!" gridai.
"Eh?!"
"Svizzera!" accennai, che tanto avrebbe capito.
"O Ucraina.".
Svizzera o Ucraina, chi se ne fotteva, basta che se ne fossero andati fuori dalle palle.
Leghisti del cazzo.
Mi guardai intorno ed ebbi un altro attacco di pori in ascesa.
Dovetti gridare "Viva la costituzione antifascista!" per assecondare il diaframma.