Oh Musa
Panda4x4
2495 battute

Da piccolo era sempre stato il più piccolo, e quindi messo da parte. Non aveva mai praticato uno sport con una certa assiduità; mai per il tempo sufficiente, mai quel tanto poco ché gli entrasse dentro, mai quel minimo che serve per svolgerlo con una certa manualità: judo, nuoto, calcio e basket.
Ha trascorso tanto di quel tempo in completa inattività. Per caso si era ritrovato a frequentare una palestra: no, un Club! La frequenza era piuttosto costante - anche se all'inizio c'è molto da fare - ma certe cose vanno fatte con calma ed esiste un'età per ogni sport: "Prima bisogna fare dell'allenamento aerobico per un determinato lasso di tempo e poi si potrà passare al resto". Queste erano state le prime parole sull'argomento che si era sentito dire.
Come tutte le cose, anche le più belle ed interessanti, vengono vissute con assiduità, ma a tratti incostanti, con delle pause di "riflessione".
L'esercizio aerobico, dapprima antipatico e faticoso, era diventato il suo ambiente, il suo
riscaldamento, l'anticamera dello sport per eccellenza. Una accenno ai pesi era stato dato, ma non si sentiva adatto, o forse non pronto, non ancora. Aveva imparato a scegliersi le lezioni e gli istruttori, ché non sempre il connubio era idilliaco. Passavano i mesi e gli anni, con delle pause fra di essi, e le lezioni mutavano e gli istruttori cambiavano. Con qualcuno aveva legato, con altri, anzi. Era sempre stato uno sconosciuto ma qualche insegnante l'aveva notato; aveva acquistato fiato e destrezza in alcune pratiche; l'aerobica, quella coreografata gli riusciva bene, come a pochi: a volte era chiamato dall'istruttore di turno a fare il trainer a fondo sala, per le esecuzioni voltati di spalle.
Pausa: pausa! A volte bisogna fermarsi per capire dove si è arrivati e quali siano ancora i nostri limiti.
Un giorno riprese - una delle tante volte - e fu il giorno che diede la svolta. Uno statuario ragazzo cubano di quasi due metri d'altezza, nero, con muscoli mai nemmeno immaginati ed un viso che stonava se serio. Da quel momento in poi tutto cambiò; anche la sua abilità nella coreografia era messa in discussione, perché con il ritmo cubano era tutta un'altra musica, altri movimenti: riusciva a sudare con il sorriso in volto: "questa è magia!".
Il passo è stato breve: in sala pesi. Si ricomincia, daccapo; nuovo istruttore, nuove fatiche e mesi e mesi di allenamenti... fino al giorno che, negli spogliatoi: "Davide mi ha fatto una scheda, abbiamo preso te come esempio, come obbiettivo".