Vender(s) è l'importante
Fumatoscani
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E io ora che gli dico a mio figlio? Che tutto sommato le cose vanno così? Che la vita è questa? Che il denaro ha un altare invisibile dappertutto?
Dovrei avere un risarcimento: per me e per lui.
Mio padre non ha mai dovuto spiegarmi queste cose. Perché io devo spiegarle a mio figlio? Che gli dico? Ok. gli sparo tutto nei denti, lo prendo in braccio e gli dico «Senti, piccolo, ti ricordi di quanto ti dicevo che siamo tutti uguali, che basta lavorare onestamente perché il tempo è galantuomo, che ci sono dei "valori"? Bè, cancella tutto: era una paccata fumante di stronzate».
Non siamo tutti uguali. Prima avevamo il coraggio di dirlo che non siamo tutti uguali. Da un po' di tempo a questa parte sembra una bestemmia. Prima lo dicevamo e ce l'avevamo ben presente, ma uno se ne faceva una ragione e via. Adesso, invece, ci sentiamo defraudati ogni volta che troviamo uno che ha più di noi. E allora dobbiamo avere anche noi quel "di più". Ma è materialmente impossibile che tutti riescano a ottenerlo quel "di più", per cui rimaniamo a boccasciutta e frustrati.
L'onestà, poi, non serve mica a niente: serve solo a tenere buoni i gonzi e a lasciare i farabutti liberi di arricchirsi. Lo sport prima era una guerra pacifica e liberatoria: buoni contro cattivi, gioco duro ma pulito. Ora, che la guerra vera è diventata codarda e senza valori e distrugge popolazioni inermi con missili spediti dall'altro capo dell'Oceano da un generale che non si è nemmeno spostato dalla sua città, è inevitabile che pure la nostra guerra finta sia codarda e senza valori.
Ma questo è un problema nostro: siamo noi i vigliacchi. Noi che abbiamo paura di tutto e la sola lontana idea di perdere ci fa schifo. La morte non è più il blasone dell'anima ben nata, ma solo una sfiga - nella migliore delle ipotesi - o una rimozione.
Cazzo, qui nessuno vuol più morire: siamo sprovvisti pure di un culto della morte. E se non abbiamo quello come possiamo sognarci di perdere una partita senza innescare una lotta con la curva avversaria?
Comunque, torniamo al punto di partenza: che gli dico a mio figlio?
So io che dirgli a mio figlio: "Fatti furbo".
È la furbizia che prima o poi ci distruggerà tutti (vogliamo o no sempre "fare i furbi" o i furbetti?), ma fino ad allora è questo l'unico consiglio utile che posso dargli.
Farsi furbo, spezzar le gambe a chiunque e arrivare in cima. E fa nulla se poi in cima sarà solo, l'importante è arrivarci. In cima. E vi pare poco?