Anna per sempre
Giuseppe Gatto
2475 battute

SCENA 1
(Lui e lei si sono appena svegliati e sono in giro per casa. Il dialogo comincia in cucina: sono in piedi ed in pigiama. Luce del sole dalla finestra. Lei si chiama Anna, il nome dell’uomo non viene mai pronunciato).
Anna - “Quando ti fai il caffè potresti pulire la macchinetta per favore?”
Uomo - “Si Anna, hai ragione, …scusa mi sono distratto … Comunque buongiorno eh!”
A. - “Ti distrai un po’ troppo spesso! (alza la voce) E’ che a te ti frega solo delle cose tue.
Quando è stata l’ultima volta che hai portato giù la spazzatura? E la spesa? Da quando è che non fai la spesa?”
U. - “Senti, per favore, (allarga le braccia) non ho pulito la macchinetta del caffè (alza la voce anche lui) ma ora non attaccare la solita solfa. E’ sabato mattina. Ti prego! Ogni week end la stessa battaglia!”
A. - “Solo perché gli altri giorni ti vedo poco…” (voce molto avvilita)
(Lui si allontana nel corridoio. Lei continua a fare colazione da sola. Lui si affaccia di nuovo in cucina, vestito)
U. - “Vabbè, ciao, io esco. Ci vediamo per pranzo”
A. - “Io vado a mangiare da mamma, vieni pure tu?”
U. - “No, ti prego! Dai tuoi no, ci andiamo pure domani! … Passo a prenderti dopo pranzo, andiamo a fare la spesa assieme, ok?”
A. - “… (lunga pausa) … si, vabbè. Ma tu ora dove vai?”
U. - “Non cominciare! (molto seccato) Mi vedo con Enzo, te lo avevo detto! Devo aiutarlo a montare il pergolato...”
A. - “Me ne ero dimenticata, scusa… (sospiro) ci vediamo verso le tre”

SCENA 2
(Sera, è buio. Lui telefona con il cellulare dalla sala d’aspetto di un ospedale)
Laura - “Pronto?”
U. - “Laura, amore, sono io”
L. - “Ciao anima mia. Stamattina sei stato fantastico…”
U. - “Laura, senti …” (lunga pausa)
L. - “Cosa c’è? … Ti sento strano. Tutto bene?!”
U. - “Anna, … (pausa) Anna è morta”
L. - “Tua moglie?!”
U. - “Si, (seccato) quante Anne conosci?”
L. - “Oddio!!! (scoppia a piangere) L’hai, … l’hai uccisa tu?”
U. - “Ma che dici, sei pazza?! E’ stato un … si, un colpo di fortuna. Eravamo andati al supermercato. Un’auto l’ha investita, davanti i miei occhi. E’ morta sul colpo, non ha sofferto”
L. - “Mioddio come sei cinico! (alza la voce e piange ancora più forte) Sei un mostro! Mi fai paura!”
U. - “Ma ora siamo liberi, capisci? Finalmente liberi! Di amarci, di essere felici, … è quello che abbiamo sempre desiderato!”
L. - “… Stronzo! (urla forte) Sei disgustoso! Mi fai schifo! Io desideravo che tu la lasciassi, … non che morisse!”
U. - “Beh, (con voce bassa e pacata) mi ha lasciato lei... Per sempre”