Bozza per una «Ariadne» Teseo, Arianna
Annibale Petricca (a. A. Di Pede)
2484 battute

Teseo è appena riemerso dal mare. Porta l’anello che il Minotauro aveva gettato nella profondità delle acque: non vi è dubbio, Teseo è figlio di Posidone. Il mostro però a questo punto pensa alla sicurezza di Creta: manda sua figlia dal giovane per convincerlo a stare dalla parte del Minotauro, ma la voce del greco vince Arianna:

T:
Hai preso le coordinate
per uccidere il mio cuore?
Non tradire la tua mappa
e il progetto d’annessione

Arianna, persa d’amore, che aveva costruito un labirinto per catturare i suoi amanti, svela a Teseo la via di fuga: egli ha ora l’opportunità di uccidere il Minotauro, e presto tradisce le promesse fatte: abbandona Arianna e torna ad Atene (Enea e Didone)

A:
Non posso lasciarti
Non posso perderti
Non ora

Porta con te il labirinto
Portati questo giardino,
e tutti i frutti della contrada,
che insieme piantammo
per nuove stagioni,

se mi lasci

Non posso lasciarti
perché a questa terra m’hai incatenata
e solo polvere di me troveranno
quando per sbaglio verranno a cercarmi

Non posso lasciarti
perché il sole che sorge
è propizio al tuo viaggio:
e come immortali
faremo un regno
se la mia fede e il tuo
sogno ritroveremo
di terra nuova.

Ma come il sole
lascia la notte,
all’orizzonte ti ruba il mare:
e solo le onde
tornano indietro
se ancora imploro.

Ma ecco ormai
che l’aria schiara,
e già l’abbaglio
del tuo viaggio
è solo un raggio,
raggio di mille
mille milioni:
così è mattino,
e tramonta il mio cuore,
la notte d’un nuovo amore.

Arianna non muore. E spende il suo tempo a costruirsi un ricovo. Per espiazione evoca i sacrifici della sua nazione, e gli dei che accolgono la sua preghiera per ogni giovane vittima di Creta circondano il suo rifugio di cipressi e lauri cervini, cosicché l’antro è impenetrabile: alcuni diranno che fu il suo sepolcro, come la siepe e Leopardi. Da lei giunge però un salvatore, Dioniso; capita là per caso, o indotto da Era Regina, sperando che con una donna avrebbe potuto sopire le ambizioni sovrane del giovane dio. Per il Lenèo, che aggioga sia le bestie della primavera celeste che di quella infera, fu un gioco entrare. E Arianna lo invitò, e lo chiamò suo re:

A:
Ancora non sai vincere
La paura dell’incontro?
Tu donami il futuro
E il mio cuore sarà il mondo.

Ecco che anche Arianna ora è sul carro. I sogni sono una promessa di fedeltà. Il ricordo dei sacrifici del passato è un nuovo costume di pace (orrore della violenza), che Arianna porta ad un nuovo regno. E Arianna non è più la donna del suo popolo, nel labirinto, ma la sposa feconda.