Cattedrale
Orodè
2496 battute

Otranto d’estate. Cattedrale. Un turista si accinge ad entrare. Sfugge ad una guida sozza, ubriaca.

IO: un turista.
LA GUIDA.
VOCE: Un personaggio con un’infinità di personalità.

GUIDA: Il sole è un campione d’incassi. Permette a tutti di sentirsi a proprio agio come turisti. Non avere paura, avvicinati signore!

IO (ignorandola, entra): Tutti parliamo ormai con linguaggi mitici, mitologici. Fanne una nuova lingua Signore ma facci capire almeno. Quale altra lingua ci resta per parlare? Fanne una lingua di segni, di mani, di occhi, di pochi vocaboli. Abbandona le superstizioni, signore della notte. Liberati dalla confusione!

VOCE (seduto sotto l’acquasantiera): Sgozza sgozza! Sgozza sgozza! Proto quam quam, suonano i tamburi dell’anima della notte. Accendi ancora qualche fuoco nella notte, sgozza i tuoi simili, falli assomigliare all’acqua corrente, fanne filosofie per le scuole, addormentali con un filo di lama. Sibila sibila nella notte che l’acqua corrente se ne va.

IO (camminando, sottovoce): Cadono le foglie della rosa. Toccano un’altra foglia. Toccano la terra dove si riposa.

V (nella sala dei Martiri): Io a tutti quei teschi metterei del rossetto! Non esiste la notte! Non uscite dal sogno! Una bella canzone non può cambiare il mondo! Cos’è che vuoi cambiare? Ah ah ah… Ma i bambini girano in cerchio, intorno al televisore che trasmette fumetti. Le bruttissime maschere di tutti i politici ci dicono: Fate i bravi bambini! Fate i bravi ragazzi! Fate i bravi uomini! E voi donne… a casa…

IO (disturbato, sottovoce): Dove si ridiventa terra! Dove si muore contenti! Dove si muore di fame!

V (avvicinandosi all’orecchio di Io): Ascoltare musica è come succhiare le mammelle all’universo! La senti la musica, amore mio? E noi… noi dobbiamo essere dei bravi cantanti? Occupatene tu, anima mia! Dove sei andata, verità? Che peccato ci siamo persi! Chiusi nel monastero delle nostre grazie, dobbiamo fare pulizia!
Liberati dalla penna, poeta!

IO (con uno sguardo assassino): Prima di essere schiacciati dal troppo inutile lavoro. Come schiavi con le catene andati a finire nella botte dipinta. Fate rumore come un motorino. Sembra che vogliate aspirarvi l’anima. Per lavarla finalmente e appenderla ad asciugare al sole. Bella pulita, finalmente. E voi a guardarla asciugare. Ma alcune macchie di sugo appartengono alle altre vite inconsapevoli. Ora che siamo finalmente giunti nell’era della merda… è troppo tardi!

(Voce poggia la testa dove furono decapitati i martiri. Io se ne va)