Monologo dell’impiegato
Matteo Ninni
2459 battute

Un uomo in piedi al centro del palco.
Un’unica fonte di luce lo illumina, il resto è buio.
Sorregge un monitor di computer che è acceso con una macro di excel che va.

Io lavoro.
Non chiedetemi cosa perché è difficile, perché non lo so.
Ho il computer.
Ho colleghi con foto di donne negli armadietti.
Ho colleghe con foto di uomini sugli armadietti
Ho il dubbio di come vestirmi al mattino.
Ho il calcetto il giovedì.
C’è anche la mensa.
E’ luminosa e ci possiamo vedere tutti meglio, persino le calze.
Aspettiamo in fila, con il vassoio, senza fretta, con l’unica ansia di trovare argomenti.
Cosa cazzo gli dico, adesso?
La mensa.
Chi non ha mai pensato di fare l’america, in mensa.
Entrare con un fucile grosso e sparare a caso, tra le sedie, da sopra i tavoli ricolmi di impiegati con il becco sui pettegolezzi, come piccioni in duomo.

L’uomo si rivolge al monitor e sorride.
Una strage in mensa, non dirmi che non ci ha mai pensato?

Ieri l’aumento, davanti al direttore marketing, la mia capo sorrideva e a me tremava la voce.
Grazie, non me l’aspettavo.
Ero sincero ma, pensavo, loro in mensa non ci vanno. Sono quelli da scovare per i piani, fiutando l’odore della paura, raso ai muri, con i passi silenziosi di moquette.
Al caffè ci troviamo in tanti, al mattino e dopopranzo.

L’uomo si rivolge al monitor.
C’è da impegnarsi a fingere l’atteggiamento giusto.
Chi ha la strafottenza di dire davvero quello che pensa?

Qui ci sono delle regole non scritte da rispettare. Tu chi sei per portarti qui?
Lasciarsi a casa, lontana un treno pendolare e qualche chilometro di auto.
Lasciati a casa

L’uomo indica il monitor e sussurra per non farsi sentire.
Ho il computer e ho la cartella personale in c. Lì l’unica gerarchia è il disponi per nome, tipo o ultima modifica. Ho le foto da giovane, del mio cane e il week-end in moto.
Sono un ribelle sovversivo.

L’uomo si rivolge al monitor
E’ bella l’adrenalina di avere una cartella in c.

L’uomo appoggia il monitor per terra.
Il monitor si spegne

A che ora arrivo a casa?
Cosa faccio a casa?
Tempo fa mi svestivo con la televisione e dopo lo zapping in mutande mi facevo una doccia nudo.
Ora è diverso, sono un uomo, ho famiglia e non si fa, ci sono delle regole.
Si spengono di nuovo le luci tranne quella sull’uomo che si rivolge al monitor che però è spento.
Poi cosa direbbero i colleghi?
Eh?
Cosa direbbero?
Ehi.
Cosa direbbero? I colleghi.

L’uomo si gira ed esce di scena ripetendosi la stessa domanda
Appena uscito il computer si riaccende.
Fine.