Euridice nel paese dei Melonarpi
Fernando Bassoli
2272 battute

Cadaveri sventrati giacevano al suolo. Accio se la rideva, mentre due elfazzi insidiavano CiarliBronte. Euridice visitava le grotte del Paese dei Melonarpi con due zanoni al guinzaglio, neri come la carbonella. C’erano i lamenti di Torquemada, i peti di Zaphod, i rutti del Cameriere e quei singulti di gnomo che tirano le madri giù dal letto nel cuore della notte, sennò che fiaba sarebbe?
L’occhio del condannato avvampò di fifarella, poi i globi furono succhiati nel fondo delle orbite. Euridice si fece boia e la sua voce rugghiò. Ora aveva un cappio in mano e lo passava attorno al collo del Melonarpo di turno: DJ. Era pieno di pillole di tutti i colori e girava con un orinatoio in mano: puzzava troppo, toccava sterminarlo, per un nuovo miracolo italiano.
“Cos’è questa corda?” domandò il mostriciattolo violaceo.
“Non preoccuparti. Vedrai: ti piacerà.” rispose melliflua l’anonima strega. Aveva un paraponzio sulla punta del naso e un ponzipu in testa.
“Che lavoro fai?” si intromise Accio.
“Promotore finanziario.” balbettò Dj.
“Un diavolo, eh? Ma si può rimediare. Almeno hai letto il Fasciocomunista?”
“Veramente… no.”
“Allora berrai un sorso di Mjolneer e vaffangoogle.” sentenziò Benassi.
“No, il Mjolneer no!” piagnucolò Dj. E ci credo: era succo di balle di Bigonzi. Ma il suo destino era segnato: ripartire da – 19 e ritentare, reincarnandosi in un toporagno juventino con la voce di Moggi e gli occhi di Giraudo.
Pochi minuti e l’Euridice era fuori dal casale. Salita sulla carrozza di Bastianazzo, alzò lo sguardo. Un imbroglio di stelle pizzicava la volta del cielo. Poi Bastianazzo mollò una frustata agli zabagli e la carrozza si avviò spedita verso una nuova grotta da bonificare.
“Il prossimo come si chiama?” chiese l’ominide. Euridice consultò il registro dei condannati.
“Camba360. Un Melosardo.”
“Che ha fatto?”
“Ha smazzovergato una nerchiominchia malastrana insieme a un ucronico del gruppo Spleen.”
“Con l’imbuto o senza?”
“Con l’imbuto.”
“Azz… Se vogliamo un milione di posti di lavoro dobbiamo sbrigarci. Con le budella lessate di Camba360 daremo l’assalto a Ronaldinho. Poi penseremo a Messi.” concluse Bastianazzo. E mollò un calcione a uno zabaglio.
“Acchitèmmuorto.” nitrì l’equino. E – plop - scaricò un malloppo di caccavalla fumosa sull’asfalto.