Farfalle
Anna Profumo
2500 battute

Un solo treno al giorno ferma, nello sperduto paesino tra valli e campagne, dove vive zia Milly. I miei raccontavano della zia che era così tanto particolare da vivere su un albero.
Oggi, posso dire che vive, anzi viviamo, in un Baobab cavo. Sì, proprio quello del “Piccolo Principe”. Lei dice di averlo conosciuto. Insieme hanno piantato il seme dell’albero che è la nostra casa.
 
La zia fa cose strane. Un giorno, l’ho vista piangere lacrime in un barattolo di vetro giallo e poi chiuderlo con un tappo viola. Quando le chiesi cosa faceva, mi disse - Ho pianto le lacrime di un pensiero amaro, tutto una volta sola. Le ho messe nel giallo della gioia per consolarle, e  sigillate col viola sicché non morissero e ritornassero nuove -
 
Aveva una crisalide in gabbia, catturata in giardino. Prima era un vermetto che si nutriva delle sue piante. L’aveva trovata girando una foglia, dopo una caccia grossa in quella foresta in miniatura. Il verme aveva costruito un guscio bivalve saldando tra loro due foglie. Un morbido letto fatto con la sua bava, un batufolo di seta bianca.
L’affamato distruttore era larva indifesa.
La zia prese la preda tra le mani, guardandomi disse – Ed ora… vita o morte? -
 
Crisalide scura, dura. La guardo posata sul fondo, nel barattolo in vetro poggito sul davanzale della finestra. Il piccolo corpo scurisce e ingrossa, diventa più drago. Chiedo alla zia come farla sentire al sicuro. Lei prende la scatola del cucito. Ne estrae un filo rosso delicato e fissa un capo alla foglia a cui sono attaccati crisalide e bozzolo e l’altro capo al telo verdino che fa da coperchio, sospendendola nel vasetto. Poi con dolcezza mi dice - Prima lezione di volo: affidarsi al vuoto -
 
Una sera ci è venuto a trovare il suo amico Arthur. A me sta simpatico, mi fa ridere tanto, anche zia ride tanto. E’ in tipo particolare, dorme a testa in giù, sospeso tra i rami del baobab. Zia mi sussurra - Si mette così per andare in un mondo che non esiste ancora. Quelli come lui, sono Spiriti, protettori. Esseri leggeri, sacri trasportatori di un anima. Li chiamano angeli.
 
Nel vaso la crisalide ha cambiato diversi vestiti, li vedo abbandonati tra le trame del bozzolo.
Sento nel vetro un battito di ali. Si è fatta farfalla.
 
La liberiamo, una mattina. Appena comincia ad aleggiare, Arthur mi prende sotto le braccia e cominciamo a volarle vicino.
Mille volte mi sono chiesto quale fosse la consistenza di un angelo, di un suo abbraccio. Sino a quel giorno.
 
Ah! Dimenticavo, zia e Arthur sono innamorati.