La fiaba che non c'è
Alfredo Bruni
2472 battute

C’era una fiaba che non trovava le parole per farsi raccontare.
            Le nonne sedute nel focolare, restavano a bocca chiusa e le nipoti, che stavano sbocciando e, da tanto che aspettavano, qualcuna era vicina all’età da marito e nessuno poteva farci niente, diventavano sempre più impazienti.
            La fiaba aveva girato tutto il globo, ma senza cavare un ragno dal buco misterioso. Il saggio le aveva detto: “Ci vuole tempo per trovare le parole. Devi leggere i libri, fino a quando diventerai una fiaba istruita, che sa tenere gli occhi bassi quando incontra il suo principe azzurro. Solo così qualcuno ti racconterà”.
            Poi era andata dal pagliaccio ballerino, che lavora al Circo dell’Eterna Neve. Ma il pagliaccio con la parrucca viola e il naso rosso a pomodoro, l’aveva fatta ridere e ballare, e alla sua domanda non aveva risposto, perché il volume della musica era troppo alto e non l’aveva sentita. A corte non poteva entrare, perché il ciambellano, con gli occhi a fessura e le mani fatte solo d’ossa coperte di pelle, le aveva dato un foglio per fare domanda, ma lei, che era una fiaba senza parole, non sapeva scrivere. 
            Infine era andata dai poeti, ma quando anche il più grande poeta che c’è, un vecchio cieco canuto, più vecchio del tempo, le disse che ci voleva tutta la vita per scrivere la fiaba, decise di andare dalla fata Caterina, che abitava a quattro passi da casa sua.
            La fata Caterina lavorava alla lavanderia Smacchiapure, e stava appunto uscendo per andare a lavorare, quando la fiaba arrivò.
            Fecero la strada insieme e parlarono fino a quando arrivarono alla lavanderia. Prima di entrare, la fata si fermò davanti alla vetrina e indicò alla fiaba un posto lontano della città. “Lì c’è una casetta di vetro,” disse, “eccoti la chiave, e da dentro guardi quello che accade fuori dalla casa.. È molto facile, perché le pareti sono di vetro, e anche gli altri possono vederti. Ti accorgerai presto che la gente si fermerà a guardarti e davanti alla casa si farà una piccola folla. Fra tre giorni, ritorni qui alla stessa ora e…”.
            In quel momento passò un’auto, e la fiaba non sentì la fine della frase. E noi non sapremo mai se la fiaba andò alla casa di vetro, e se le nonne hanno potuto raccontare la fiaba che non c’era alle nipoti sempre più impazienti, e sempre più mature per un marito.
            Ma che importa, il mondo dice sempre l’ultima parola e gira sempre su se stesso. Però sarebbe bello avere una casa tutta trasparente e una bella fiaba da raccontare.