Lupo Biancolino e la pecorella rosa
Roberto Celani
2497 battute

C’era una volta un lupo di  nome Biancolino.
Mammalupa l’aveva così chiamato per il suo mantello candido come la neve.
Biancolino era un lupetto gentile, ma il suo colore e lo sguardo troppo dolce  facevano si che gli altri lupacchiotti lo prendessero in giro gridandogli: “Sembri un agnellino bee, agnellino beeeh”!
Si sentiva solo, e ogni giorno tornava alla tana in preda alla  più cupa tristezza.
Un giorno il vecchio Lupogrigio gli disse che era giunta ormai l’ora di cavarsela da solo e di cacciare pecorelle come ogni altro lupo .
Biancolino allora si mise in cammino, ma la sua bianca figura risaltava sui pascoli di erba smeraldina e tutti gli agnellini fuggivano in tempo lasciandolo solo e affamato.
Imparò allora a  nutrirsi dei rifiuti dei pic-nic dei turisti del Parco Grande. Trovava spesso cose appetitose come avanzi di panini, di polpette e perfino qualche coscia di pollo rinsecchita.
“Proprio spreconi questi umani” pensava Brancolino che, risolto il problema di procurarsi il cibo si sentiva però troppo solo per essere felice.
Avrebbe voluto avere compagni di giochi ma, tra chi rideva di lui e chi invece ne era terrorizzato, nessuno voleva accettarlo come amico.
Un giorno di marzo, scollinando da un pascolo, vide una macchia rosa giù nella valle. Biancolino che aveva sempre ammirato i ciclamini, credendo di averne trovato un‘aiuola, decise di scendere a vedere.
Man mano che si avvicinava, la macchia colorata diventava sempre più nitida ma, quando ormai era a pochi metri, con sua grande sorpresa, l’aiuola iniziò a spostarsi su quattro zampe, rivelandosi una pecorella tutta rosa dalla testa alla coda.
La pecorella era triste anch’essa a causa del suo strano colore  per il quale nessun altra pecorella voleva andare al pascolo con lei avendo timore che attirasse troppo l’attenzione dei lupi cattivi.
Quando vide Biancolino pensò che finalmente era giunta la sua ora .
Non le importava poi molto di morire tanto era triste.
Il lupetto invece, sempre più incuriosito, si avvicinò timidamente. Era sorpreso che quella pecorella non fuggisse e allora con coraggio le chiese se avesse voluto giocare con lui.
Alla risposta positiva della pecorella, Biancolino iniziò per la gioia a far capriole sul prato subito imitato dalla pecorella felice.
Da quel giorno diventarono inseparabili e non smisero più di divertirsi insieme.
E ancora oggi i turisti del parco scorgono in lontananza due piccole aiuole fiorite, una bianca e l’altra rosa  che paiono rincorrersi ai piedi delle montagne.