La Mucca Cow
Mo il Mossi
2500 battute

La mucca Cow aveva sempre passato la sua esistenza dentro a quel cubo trasparente, ammassata con le altre sue gemelle, in attesa che il Grande Uncino di metallo la prelevasse per donarla in regalo a qualche bambino buono o a qualche fidanzata innamorata.
Aveva un gran cappello di lana a strisce colorate ed una sciarpa dello stesso colore del cappello. La bocca larga e rossa aperta in un grande ed amichevole sorriso. Sapeva che qualcuno l’avrebbe adottata ed allora s’immaginava di passare le giornate insieme ad altri animali suoi simili, sdraiati in qualche grande letto pieno di coperte e di cuscini morbidi. Chissà, magari proprio a casa di quel bambino dai capelli ricci e biondi che l’andava a guardare tutte le domeniche mattine e che ogni volta chiedeva al suo papà un paio di monetine per provare a prenderla con il Grande Uncino. Le piaceva proprio tanto quel bambino ed era sicura che sarebbe stato un bravo padrone e che l’avrebbe coccolata per tutto il tempo.
Marco, otto anni, aspettava sempre la domenica mattina con gioia. Sapeva che suo papà l’avrebbe portato al Luna Park a giocare. Erano mesi che Marco aveva una fissazione. Invece di dedicarsi ai videogiochi, come i suoi coetanei, lui voleva assolutamente vincere quella mucca di peluche alla macchinetta con il braccio meccanico. Quelle macchinette dove infilavi la moneta, dirigevi il braccio con una manopola e premevi un bottone per farlo scendere tra i pupazzi quando eri sopra quello che preferivi. Se eri fortunato, il braccio afferrava un peluche e lo lasciava cadere nel buco, dove infilando la mano potevi prenderlo e portartelo a casa. La maggior parte delle volte, però, il braccio ritornava vuoto al suo posto.
Anche quella mattina Marco si fece dare un paio di monetine dal padre e si mise di fronte alla macchinetta, fissando la Mucca Cow. Quella che voleva era riconoscibile per una piccola macchia nera sulla pancia bianca. Lui infilò la moneta, fece muovere il braccio meccanico, prese la mira e premette il bottone. Cow vide il Grande Uncino scendere sopra la propria testa, si sentì afferrare e sollevarsi nel vuoto. Lui non credeva ai suoi occhi, ce l’aveva fatta! La Mucca Cow si dirigeva, stretta nel braccio meccanico, verso il buco che l’avrebbe condotta da lui. Si sentì cadere dall’alto nel grande buco nero. Lui la prese, la guardò e la strinse a se. Lei si sentì subito bene avvolta nel calore di quell’abbraccio.
Quella notte, la Mucca Cow dormì in mezzo a tante coperte e tanti animali di peluche.