Il ragno e la farfalla
Fumatoscani
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?ote’ c’era una farfalla che volava per i prati con altre farfalle pavoneggiandosi per la sua bellezza.
Un giorno, per scommessa, disse alle altre farfalle che sarebbe andata dal ragno e che lui non l’avrebbe uccisa perché era troppo bella. Tutte tentarono di dissuaderla, ma lei fu irremovibile: voleva dimostrare di essere la più bella. Andò dal ragno, che in quel momento stava intessendo la sua tela. La farfalla si avvicinò e la differenza fra loro fu accecante: l’uno brutto e bitorzoluto, l’altra graziosa e variopinta.
Impettita esclamò: «Mio caro ragno, tu sei veramente molto brutto: come fai a vivere così a lungo? Gli uomini, appena ti vedono, si inorridiscono e ti schiacciano. Mentre io sono ammirata e mi lasciano volare indisturbata. Nessuno potrebbe avere il cuore di uccidermi: sono troppo graziosa!».
Il ragno taceva e ascoltava con un ghigno impercettibile. A un tratto, lo sguardo della farfalla cadde sulla rete che il ragno stava producendo. Incuriosita gli chiese: «Ma a che cosa serve quella bella tela, proprio a te che sei tanto brutto?». Effettivamente la ragnatela era bellissima: riluceva al sole ed era stata intrecciata con grande abilità. «Toccala e lo saprai».
La farfalla, stoltamente, avvicinò l’ala e vi rimase impigliata.
Incollerita disse al ragno: «Cos’hai da ridere dannato sgorbio? Mi hai imbrogliata! Liberami subito».
«Mia piccola e bella farfallina, non sono stato io a ingannarti. È stata la tua stupidità, la tua arroganza e la tua vanità. E poi, volevi sapere a che cosa mi serve la tela? Ora lo sai».
La farfallina rise beffarda e disse: «Non mi fai paura, non mi ucciderai, non ne avrai il coraggio?». E il ragno incuriosito: «E perché, farfallina mia? Perché non dovrei avere questo coraggio?». «Un essere come te, che ha creato una tela così bella, non potrebbe mai avere il cuore di uccidere proprio me che sono l’essere più bello che esiste».
Il ragno rifletté per alcuni secondi.
E poi: «Hai ragione, farfallina. Sei troppo bella e quindi non ti ucciderò».
«Visto? Mi dai ragione, allora?» disse con un pizzico di supponenza la farfalla.
«Sì, farfallina. Mi hai convinto a non ucciderti, anzi, ti dirò di più: voglio serbare per sempre nel mio cuore il ricordo della tua bellezza. Perciò ho deciso di mangiarti, così da portati sempre con me d’ora in avanti».
E ne fece un boccone.
Mu??? d???i che non basta essere belli per sopravvivere, ci vuole anche ingegno: la bella e stupida farfalla è morta per l’intelligenza del brutto ragno.