La principessa con il singhiozzo
Bruno Di Marco
2500 battute

Hic hic hic furono queste le prime parole appena nata e da allora, nonostante i tentativi di genitori e parenti, la principessina continuò così. Cresceva bella, sana e felice, ma il singhiozzo non le passava nonostante i tentativi più fantasiosi e tutti, anche il re e la regina, ci fecero l’abitudine.
Il difetto non era troppo fastidioso e nessuno osava prenderla in giro, era la figlia del re, allora ci si metteva poco a far tagliare la testa a qualcuno troppo irrispettoso.
Quando fu in età da marito però cominciarono i guai. Tutti pretendenti sentendola parlare in modo così saltellante inventavano una scusa per tornarsene a casa e non si facevano più vedere. I più importanti dottori del regno la visitarono ma inutilmente, il problema sembrava irrisolvibile.
E ora un messaggio annunciava un nuovo pretendente da un paese lontano: un ricchissimo principe del sud si era innamorato di lei vedendola in un ritratto. Non sapeva nulla di lei né del suo paese ma era deciso a chiederla in sposa. Davvero un bel partito, ma come fare col quel piccolo difetto? Sarebbe scappato via anche lui come gli altri.
Il re e la regina erano tristi e angosciati ma il gran ciambellano ebbe una idea: l’incontro sarebbe avvenuto durante un ballo a corte nel quale tutti, ma proprio tutti, dovevano fingere di parlare in hicchese, cioè singhiozzando, come se quella fosse la lingua del paese.
E allora tutti, ma proprio tutti, si impegnarono ad organizzare la cosa, anche perché non ne potevano più di quella storia, e addirittura il musico di corte inventò il ballo del singhiozzo.
Andò tutto alla perfezione: il principe straniero rimase stupito dal modo di parlare di quella gente, ma poi si abituò e quando finalmente incontrò la principessa non badò affatto al suo singhiozzo e rimase incantato: era più bella che nei ritratti e lui sempre più innamorato.
Il re e la regina, in perfetto hicchese, vantarono le grazie della principessa così bella ma così delicata per il clima del loro paese e allora il principe straniero si offrì di sposarla immediatamente e portarla a vivere nel suo castello sul mare.
L’indomani mattina si celebrò il matrimonio, subito dopo i due sposi salutarono tutti e partirono per il sud.
Dopo qualche tempo arrivò una lettera della principessa in cui annunciava che ormai non singhiozzava quasi più, al marito aveva detto che stava perdendo il suo accento originario e lui ne era davvero contento.
E aggiungeva che erano così felici che avevano deciso di avere due bambini, o forse tre.