Deserto, oggi come ieri
Antonio Romano
1120 battute

Libero: pensarono che era pazzo e lo lasciarono da solo

Invero c’erano degli uomini
che si rifugiavano presso i demoni,
e questo non fece che aumentare
la loro follia.
Corano, LXXII-6

«Sono nel deserto. E nessuno mi sta cercando. Ho paura che i jinn mi aggrediscano».

Fra il Medioevo e il Rinascimento era usanza, nell’Europa continentale, convogliare i folli del proprio paese presso i moli sui grandi fiumi – in attesa della stultifera navis. In questa maniera le comunità si difendevano dalla follia e la recludevano in un manicomio più efficace di un’isola: un’isola mobile che nessuno poteva abbandonare o anche solo rintracciare.
In Oriente, a causa della scarsa distribuzione di moli presso i villaggi, le popolazioni delle zone desertiche solevano liberarsi dei folli in altra maniera.
«Niente jinn. Sono nel deserto, da solo, libero più di altri, ma solo. E nessuno mi cerca nella mia libertà».
Il Profeta, pace e benedizione su di lui, sosteneva – come larga parte del suo popolo prima e dopo di lui – che l’intero deserto fosse inondato di jinn: spiriti maligni, assetati d’asilo come api.
«Un viandante ha incrociato il mio cammino ma mi ha rifuggito. Come fossi un jinn».
La più grande affermazione di libertà è rifiutare la logica e darsi alla follia. Solitudine e follia: sinonimi della libertà.