L’orma del gigante
Alfredo Bruni
2445 battute

   L’orma del gigante era lì, ancora vergine, e tutti potevano vederla. “Mannaggia,” disse Piccolopassero, e mai soprannome era stato più azzeccato. “Come se i guai che abbiamo, non bastassero!”, esclamò. “Sarà un mostro, non ho mai visto un piede di cristiano tanto grande.”
   “Però è uguale all’impronta che lascia un uomo, ma è dieci volte più grande,” disse Panessa che tutto il giorno lavorava al forno.
   “È strano, l’impronta è una sola,” disse un uomo che s’era avvicinato alla folla.
   “Io ho la mia opinione,” disse Alcide il filosofo. “Il gigante è enorme e le sue gambe sono tanto lunghe, che la prossima orma è almeno a un chilometro da qui, laggiù dove incomincia il bosco.”
   “Avremmo dovuto sentire qualcosa come un terremoto…” cercò di dire l’uomo di prima.
   “Vado a vedere,” disse Bastiano e fece la scena d’incamminarsi verso il bosco.
   “Dove vai!” lo fermò Panessa. “Se ti allontani, chi resterà a difendere il villaggio dai lupi, che questa è proprio la stagione, e i sacchi di farina, chi me li scarica dal carro?”
   Nessun altro parlò, e per un minuto o due il silenzio fu talmente fitto, che a qualcuno parve che l’orma dicesse che oramai era giunta la loro ora.
   “Vado io,” disse all’improvviso Piccolopassero e il fruscio delle foglie ruppe il silenzio che si stava facendo angoscioso.
   Piccolopassero, si incamminò verso il bosco di tigli, muovendo svelto le sue gambine, e tutti lo guardarono senza fiatare, fino a che non scomparve nella verdura. Camminò un chilometro, camminò due chilometri, camminò un giorno intero, ma del gigante non trovò né l’orma né l’ombra. Aveva sempre sognato di combattere i lupi, ma non aveva certo il fisico di Bastiano, né l’intelligenza di Alcide. E quando la sera, restava solo e aveva sbrigato tutto il lavoro, apriva il libro e lo leggeva. Quante belle avventure trovava ogni volta, e poi si addormentava felice.
   Dopo una settimana, al villaggio incominciavano a stare in pensiero. L’orma del gigante era ancora lì e Piccolopassero non tornava. Chiamarono il guardiano del bosco, che appena seppe tutto, imbracciò il fucile e incominciò la ricerca. Gli ci vollero solo tre giorni, il libro era ancora aperto e Piccolopassero lo teneva stretto tra le mani. Un po’ di sangue gli scendeva dalla testa e il collo della camicia s’era sporcato. Le farfalle gli avevano tenuto compagnia, ma del gigante non dissero nulla. Il guardiano dei boschi lo chiamò forte, ma Piccolopassero non si svegliò più.