TROKSTIR
Parcheggio l’auto vicino un terrapieno al riparo da occhi indiscreti dalla radura dov’è situata la baita. Era stato l’eremo di un ricercatore russo morto in circostanze misteriose solo pochi giorni prima e sul quale giravano voci di un ritrovamento eccezionale. Cosa mi spingeva lì? La passione sfrenata per tutto ciò che è mistero, intrigo o semplicemente una ricerca iniziata da alcuni mesi leggendo un libretto da quattro soldi? “Accidenti, un guardiano!” mi abbasso d’istinto come un ladro incallito nonostante sia totalmente inesperto in approcci ad una abitazione con l’intento di entrare senza suonare il campanello. Aspetto con pazienza, appena ho la certezza di essere rimasto solo forzo una persiana, rompo un vetro con un rumore eccessivo e penetro nella baita. Prendo la torcia dallo zaino e comincio a rendermi conto dell’interno…
Si lo so che avete fretta di sapere, quindi non mi perdo in inutili descrizioni dell’ambiente o di come mi sentivo nel frugare nelle cose appartenute ad un’altra persona…
Due ore dopo, al calduccio del mio studio, con una tazza di caffè bollente tra le mani cerco di ragionare leggendo e rileggendo ciò di cui sono venuto in possesso.
Non lo saprò mai, il limite di battute impedisce la soluzione ma non mi arrendo continuerò la ricerca anche a costo di infrangere le regole della cupola di AS, l’infida corporazione che impone
leggi su come e quanto scrivere… li sfido… ma vi prego, non fateglielo sapere… ne va della vita di un piccolo scrittore. |