Futura
Roberto Cerisano
2500 battute

Su Z4p11 ci siamo arrivati di notte settanta anni fa. Io e Futura. Pioveva, il Tender planava leggero sulla pista illuminata e sotto di noi potevamo vedere le luci della colonia pulsare e muoversi suggerendo l’idea della vita che si agita. Entusiasta e irrefrenabile. Ricordo l’eccitazione appena toccato terra, la concitazione dei preparativi per lo sbarco e la prima boccata d’aria naturale, più pesante, ma secca e calda. La corsa all’Unità Abitativa, casa, illuminata e confortevole, con il primo cibo “colono” pronto nel forno.
Non abbiamo avuto figli Futura e io. Non ne sono venuti. E tanto basta. Non se n’è fatto un dramma. Così è stato, e forse è stato meglio così. O forse no.
Quando guardo il cielo, di notte, oltre la seconda luna, verso il centro della galassia, penso a Delta Centauri, dove siamo nati. Chissà che n’è stato di tutti dopo il Crollo. Troppo vicina al caos dei pianeti centrali. La colonia invece.
Per questo decidemmo di venire. Per fuggire le smanie di quei tempi, costruire qualcosa di diverso. La solita roba insomma. Con il timore di ritrovarci, alla fine, di nuovo al centro di qualcosa. E invece in poco tempo fu chiaro che non avremmo alterato la geografia galattica, né la sua storia. Siamo rimasti qualche migliaio e così lontani nello spazio e nel tempo. Ma è lo stesso. I continui mutamenti della cose che ho inseguito e fuggito con ansia e che ci hanno portato quaggiù erano finzioni, illusioni: la vita è sempre la stessa semplice cosa, qui come a Delta Centauri, oggi come allora.
Mi piace il vento che sale di notte e spazza l’orizzonte e i mulinelli che forma sulle cime a cono del versante sud est. Non che li veda più i mulinelli. Ho cento anni e le sole cose che vedo devono essere a portata di mano. Ma so che ancora si formano i mulinelli di sabbia su quei pinnacoli. E tanto basta. Piacevano a Futura quei mulinelli! le ricordavano le dune del Mare Chiuso di Delta. Con un bel po’ di fantasia, secondo me. Ecco! il mare è stata la sola cosa che è veramente mancata, per il resto la colonia ci ha dato tutto quel che cercavamo, anche se in modi diversi da quelli che ci saremmo aspettati.
La mia casa ha una larga veranda coperta. È a un piano e si affaccia direttamente sulla Fossa del Cartografo. Questo nome non le sarebbe piaciuto e anche a me non piace per niente. Per noi era La Valle, il luogo in cui sorge il sole e sul quale si affaccia la veranda. Lo spazio che si apriva ininterrotto ai nostri occhi a sera, dove oggi, al tramonto, il sole allunga l’ombra della stele sotto cui lei riposa e presto anch’io.