George
Angelo Camba
2500 battute

La situazione è sempre la stessa. La porta si apre e io so di avercela fatta. Sorrido mentre il cameriere mi lascia passare. Poi porta dentro i bagagli e io gli sbuccio davanti una banconota da cinquanta. È meglio essere generosi in certi casi, soprattutto quando sai che quei cinquanta euro valgono l’intero soggiorno nella suite imperiale. In quel momento anche lui sorride, perché la situazione è sempre la stessa. Prende i soldi, mi ringrazia, poi saluta e se ne va, ma non prima di essersi raccomandato. Chiami per qualunque cosa, Mr Clooney.
È proprio bello essere il sosia di un attore famoso. Ed è tanto facile ingannare la gente. All’inizio non ci volevo credere. Alle prime telefonate tremavo dalla paura. Non è mica semplice annunciare il proprio arrivo in qualche posto. Ma mi sono fatto coraggio ed ho finto di essere il manager di me stesso, cioè di George Clooney. Sono bastate un paio di volte per sentirmi sempre più sicuro. Ora chiamo anche mentre sto seduto nel cesso. Tanto sono le solite quattro stronzate: la richiesta di una bellissima suite, la possibilità di un ricco pacchetto di offerte per il tempo libero del Signor Clooney, ed infine la massima libertà per quanto riguarda il pagamento, cosa della quale il Signor Clooney non si occupa di persona. Al pagamento ci avrei pensato io stesso, in qualità di manager, il giorno successivo alla partenza del mio assistito. Naturalmente c’è l’ultima questione della massima discrezione, ma questa non è una richiesta, è un obbligo per chi non vuole sputtanare il buon nome del proprio albergo di lusso.
Ho conosciuto altri sosia nella mia vita. In particolare ricordo quello di Robert De Niro. Eravamo ad una serata, in televisione. Dovevamo far finta di essere le vere star di Hollywood, poi però si scopriva che eravamo dei sosia e ci facevano un sacco di domande idiote. Alla fine, nei camerini, ho capito che il sosia di De Niro era un idiota veramente. Si muoveva ancora come lui, si vestiva come lui, e parlava come lui. Mi dava sui nervi.
Il mese scorso ero in Sardegna, servito e riverito al Forte Village, uno dei migliori resort del mondo. Me la sono proprio spassata. Pure una modella m’hanno mandato. Questa sì che è vita! Bei posti, bella gente e ogni tanto qualche apparizione ben pagata, sì questa è proprio la vita che voglio fare. E anche oggi la situazione è la stessa, ma quando la porta si apre, vedo il vero George Clooney davanti a me. Il cameriere smette di sorridere, e mi ammanetta. Sorry – dice – no party.