Lupo
Fabio Emidi
2467 battute

Quando Lupo morì, partimmo da Roma di primo mattino, per essere in tempo a Lunano. I funerali li avrebbero fatti a metà pomeriggio. Il viaggio fu monotono e interminabile come sempre, forse stavolta anche peggio. La sola cosa alla quale riuscii a pensare durante tutto il tragitto, fu quella vicenda di Bandiera Rossa. Non c'era verso, il prete non l'avrebbe fatta suonare. E io mi rodevo le budella. Tanto più che a nessun altro fregava niente. Eppure tutti sapevano che era stata l'unica sua richiesta, l'ultima fatta a questo mondo. Lo sapeva mia zia, che era sua moglie, alla quale Lupo l'aveva rivolta. E mia madre, mio padre, e tutto il parentado e i pochi amici rimasti. Dei suoi miseri risparmi, della casa, di ogni altra cosa, non si era curato, avessero pure deciso mia zia e i suoi figli. Solo di Bandiera Rossa, suonata da una banda per tutto il tempo del funerale.
   Quando arrivammo davanti alla chiesa, fu come ricevere un pugno nello stomaco. La gente col cappello in mano assiepata all'entrata, l'auto col feretro e l'autista che fumava annoiato, mia zia vestita a nero e il prete che la consolava. Era troppo. Un quadro tetro e fradicio di pioggia marchigiana, non c'era niente di più lontano da quello che era Lupo. Lui che in chiesa non c'aveva mai messo piede. Proprio allora, mi tornò in mente il modo in cui pronunciava 'porci fascisti'. In un lampo, decisi cosa avrei fatto.
   Entrai nel bar di fronte, e mi feci riempire un bicchiere di verdicchio. Dopo dieci minuti, avevo finito la bottiglia. Tornai fuori, col vino che cominciava a scaldarmi il sangue. Andai dritto dal direttore della banda, lo tirai da parte e gli sussurrai che se non suonava Bandiera Rossa, l'avrei preso a calci in culo davanti a tutti. Avevo una faccia che non lasciava dubbi se davvero l'avrei fatto. E infatti, dentro al cimitero, appena ebbero finito l'Ave Maria di Schubert, attaccarono Bandiera Rossa. Stupore generale. Feci un passo avanti, lanciai a tutti uno sguardo di sfida e sollevai il braccio sinistro in alto, col pugno chiuso. Mia madre divenne tutta rossa e abbassò lo sguardo, mentre mio padre scuoteva la testa con aria di silenzioso rimprovero.
   Tuttavia, dopo la deposizione del feretro, nessuno osò farmi parola. Anche perché dovetti correre dietro un cespuglio di alloro a vomitare tutto il vino che m'ero bevuto, mentre una morsa mi stringeva le tempie, e desideravo solo tornare più in fretta possibile a Roma.