Luna di miele
Giorgio Paoletti
1742 battute

Come si può definire la luna di miele ? E come si può definire una luna di miele alle Maldive?
Il mondo non vi sembra più lo stesso, quando tornati a casa, dopo essere stati in paradiso con la persona che più amate al mondo, la mattina vi affacciate al balcone di casa vostra e vi trovate ad osservare il vostro dirimpettaio, che, in mutande, fa i gargarismi.
Questo è l’effetto che sortirono le Maldive su me e Annarita.
Un grande scrittore italiano, Ennio Flaiano, scrisse anni fa quanto segue:
“Nella vita di un uomo i giorni belli sono cinque o sei. Tutti gli altri fanno volume”.
Nel nostro caso i giorni belli furono dodici. Dodici giorni di armonia completa, di reciproca e totale devozione, in un luogo dove la natura sembrava non voler fare altro che compiacerci.
Io non sono mai stato un grande amante del mare. Dopo due o tre ore che mi trovo in spiaggia, comincio a smaniare e ad annoiarmi. Su quell’atollo sperduto in mezzo all’Oceano Indiano (200 m x 30 m) sarei invece voluto rimanere per un tempo indefinito.
Avrei voluto che il tempo si fosse fermato, che avesse fissato per sempre sul volto di Annarita il suo splendido sorriso e quegli occhi felici, felici come poche altre volte mi è poi capitato di vedere.
Ma i sogni finiscono, e rimangono i ricordi. Il ricordo di un mare dai colori cangianti, indefinibili, un mare, come scriverebbe Pavese, “feroce di squali” (una volta facendo snorkeling ne ho anche visto uno), pieno di vita e di sorprese. Il ricordo dei tramonti mozzafiato, il ricordo del sorriso di gente semplice, che vive del mare e sul mare. Non voglio aggiungere altro a riguardo. Trovo che descrivere a parole le cose belle le sminuisca. Se ne avrete la possibilità, andateci.
Al vostro ritorno ne parleremo.