Reset
Antonio Colì
2496 battute

L’auto imboccò la statale a mezzogiorno in punto di una torrida giornata estiva. La strada deserta fece sorridere l’uomo alla guida che istintivamente pigiò con forza l’acceleratore. Il rombo cupo del motore ruppe l’aria afosa e rarefatta mentre l’asfalto rovente iniziò a scivolare sempre più velocemente sotto la potente berlina color grigio fumo.
L’uomo lanciò un’occhiata al tachimetro: 130-150-170 chilometri orari per scappare-correre-fuggire lontano da un passato intollerabile ed opprimente, per correre-dirigersi-sfrecciare verso un futuro imperscrutabile ed attraente.

L’uomo scappa consapevole di abbandonare tutto dietro di sé, rinnegando le proprie azioni e inazioni, mollando lavoro, donna, amici, colleghi, passioni, abitudini e manie. Consapevole che la sua decisione, estrema ed irreversibile, lascerà di sasso tutti coloro che credevano in lui, pensavano di conoscerlo abbastanza da amarlo e riporre in lui la loro piena e totale fiducia.
Lo ha deciso fissando il cielo stellato una notte che il sonno non riusciva ad avere il sopravvento sull’angoscia che attanagliava il suo cuore. Lo ha deciso nello stesso momento in cui tutto gli è apparso inequivocabilmente chiaro. Quando la sua mente è stata attraversata da un attimo di assoluta lucidità ed il velo dell’apparenza è volato via scoprendo il vero volto dell’ineluttabile realtà. Lo ha deciso col fermo proposito di non tornare più indietro.
Viaggio di sola andata. Fuga definitiva. Reset.

L’uomo sorrise pensando alla faccia del capo, quella faccia tonda e rossa farsi ancor più paonazza nell’apprendere la sua partenza; o alla sorpresa di Carlo a cui doveva un centinaio di euro, debito per un prestito di pochi giorni prima; o a quella di Lory, la barista a cui immancabilmente lasciava ogni mattina una cospicua mancia di resto, o del giornalaio, del barbiere, del benzinaio, di… Laura. Già! Laura. Dodici anni insieme tra alti e bassi. Dodici! Avrebbe mai compreso il suo gesto?
Il telefonino era lì, lo afferrò, digitò il numero e… con un gesto deciso, lo scagliò fuori attraverso il finestrino aperto. No! Meglio di no!
L’uomo sorrise, poi con un gesto lento, quasi meccanico, slacciò la cintura di sicurezza che lo teneva stretto al sedile quasi quanto il nodo che gli attanagliava la gola. L’air bag disinserito, un’occhiata al tachimetro, una leggera deviazione del volante ed il tronco di un maestoso pioppo lì, a pochi centimetri da sé.
L’uomo chiuse gli occhi e sorrise.
Viaggio di sola andata. Fuga definitiva. RESET.