UN BRICIOLO DI FOLLIA
King of Mistery
2476 battute

Sono a pezzi, mi sembra che il cervello stia per scoppiare… Non riesco a pensare a nulla, ogni pensiero scivola via senza che lo possa afferrare… A stento riesco a capire chi sono, dove mi trovo, cosa faccio.
Respiro una volta, due volte. Niente. Provo a tranquillizzarmi. È tutto a posto, non c’è niente di che avere paura, dico. Ma è davvero così? Non lo so. Ogni certezza è solo una mera illusione.
Sono seduto nel tavolo della mia cucina e ho davanti il portatile. Stavo giocando a campo minato, poi, nel bel mezzo della partita, la crisi. Non ce la facevo più ad andare avanti. Mi son dovuto fermare perché mi sembrava, sì, di uscire pazzo.
Guardo l’ora, e per un attimo non so neanche cosa significhino, quelle due lancette in quella posizione. A stento riconosco che devono essere le nove e un quarto, ma non ne sono sicuro. Guardo fuori dalla finestra e mi sembra di capire, d’intuire che siamo di sera, perché fuori è buio. Quell’intuizione, frutto di chissà quale mia genialità, mi fa bruciare ancora di più il cervello.
Sono costretto ad arrendermi. Non ce la faccio più a fare nulla.
Devo spegnere il portatile. Una vocina mi dice che non serve a nulla acceso, spreca solo corrente. Sono d’accordo, faccio io, solo che non mi ricordo come si spegne. E dire che il portatile ce l’ho da anni, l’ho acceso e spento migliaia di volte. Ci sarà da premere qualche tasto, penso. Ma non mi ricordo quale. Ma poi, è così importante spegnerlo? Il solo pensiero mi fa girare la testa. Nel cervello mi sembra di avere un martello pneumatico, che mi rende insofferente a tutto.
Il cervello a pezzi, lo sguardo smarrito, mi guardo attorno. Un barlume di lucidità mi fa riconoscere dove sono. Intravedo qualcosa, la mia speranza, la mia salvezza.
Ancora intontito, guardo l’ora, più e più volte per essere sicuro. Sono le nove e venti di sera. Tremolante sulle gambe, mi alzo e mi avvicino all’altro lato del tavolo. Con le ultime forze rimaste afferro l’oggetto davanti a me, lo svolgo e… inizio a divorare come un pazzo il panino che avevo lasciato da scuola. Che fame! Lo finisco in un attimo.
Ora che ho toccato cibo, sono di nuovo lucido. Riconosco chi sono, la stanza in cui mi trovo, cosa stavo facendo. E improvvisamente, mi viene in mente qual era quella maledetta maniera di spegnere il portatile. Ma ora non è importante.
Non corro più pericoli ora. Sono salvo. Non devo più temere nulla. A parte il tempo che scorre nel campo minato che ho dimenticato d’interrompere.