Dove sono andati tutti?
Stefano Settantuno
2498 battute

Dove sono andati tutti? Erano qui, intorno a me, sono solo, di nuovo solo, drammaticamente, stupendamente solo!
Mi alzo, ora sto bene, mi sento bene, posso lasciare questo soffice piano e andare verso la finestra, sistemo le lenzuola, mi rende pazzo il vederle li aggrovigliate e stropicciate. Fuori piove, per quel che mi ricordo, sono giorni che piove e il giardino è umido, il verde sta bene, ma lassù è tutto grigio, trovo insopportabile che il sole rimanga nascosto per troppo tempo, io ne ho bisogno e queste spesse maledette nubi me lo nascondono, mi fanno impazzire.
Ecco il mio angolo, io qui dentro ho un mio angolo, è un bel angolo, è pulito, buio e solitario e anche se sto qui accucciato posso vedere fuori, vedo la parte alta dei cespugli, i tre alberi nel centro del giardino e il cielo. Lo guardo per ore questo quadro, cambia molto poco durante la giornata, eppure io non mi ricordo mai in cosa cambia, non mi ricordo se le nuvole si sono spostate, se degli uccelli sono venuti e andati o altro, una volta l’ho detto a loro, ma non hanno capito cosa volevo dire, a volte spiegarmi e farmi capire da loro è un’impresa folle.
Chiederò se mi mettono un po’di musica, adoro questi momenti di serenità, anche se questo cielo carico e pesante mi schiaccia la testa. So che posso stare tranquillo, buttarmi nei pensieri che mi piacciono e magari mi fanno piangere, la musica mi serve da condimento, loro lo sanno cosa mi piace e se possono me la mettono nelle casse della stanza, se c’è Stefano so che non fa problemi, piacciono anche a lui i Pink Floyd, ma se c’è Enzo che è un discotecomane ignorante, non c’è verso. È così stupido che a volte potrei ucciderlo, l’umanità non potrebbe che essere meglio senza di lui, non ha rispetto e mi tratta da stupido, lo fa con tutti questo supponente del cazzo. Quante ore sono passate da quando ho provato a strappargli il cuore? Mi hanno medicato e sedato, lo so, ma non hanno ancora visto che mi sono alzato, chissà se mi puniranno come l’ultima volta. Ho un conto aperto con tutti gli stronzi del mondo, l’ultimo con cui ho avuto a che fare là fuori se l’è vista brutta, è per lui che sto qui, mi dicono che mi ha perdonato, beh io no.
Non fa freddo, qui dentro non fa mai freddo. Lo so perché attraverso il vetro vedo il termostato, ma a volte il freddo io lo sento, entra, mi si stende addosso, certe volte penso di essere io a produrlo, ma questo non l’ho mai detto a loro, entrano in maglietta se dico che fa freddo mi prendono per matto.