Lei
Maria Rosaria Itri
2445 battute

Ancora, di notte, guardava sua figlia.
La guardava: era lì, dormiva; la guardava, sentiva quanto fosse fragile.
Poteva coglierla così, semplicemente, in tutta la sua vulnerabilità; era un' intuire che durava un' istante. E sapeva che un giorno, un giorno forse non troppo lontano, lo sguardo di qualcun' altro avrebbe frugato il suo corpo; quel corpo giovane, impacciato, smarrito, acerbo.
Si chiedeva, adesso, chi fosse; sì, si chiedeva chi fosse lei, sua madre.
Si chiedeva quando sarebbe arrivato il momento in cui avrebbe capito... quella nudità... quella nudità delicata, immatura... quella nudità, che era stata soltanto sua da quando era nata, non le apparteneva più. Nessuno, però, l'avrebbe toccata come la toccava lei.
No, nessuno avrebbe potuto amarla del suo stesso amore, mai; nessuno di quell'amore puro, immenso, incondizionato, ancestrale, istintivo, viscerale, totale.
La sentiva persa, perduta in carezze sconosciute... infide, misteriose, dubbie.
Ma la sensazione del corpo di lei: corpo che aveva generato e che le giaceva adesso difronte, dormiente, si smarriva per confondersi con quella di carezze altre... diverse.
Significava, questo, il sapore del tocco di lui; lui giovane...
Lui così immaturo, esuberante, desideroso, infaticabile... lui che ancora non aveva vissuto, inconsapevole, inesperto... e, perché no, anche un po' maldestro, un po' rozzo... a tratti, forse, tanto vitale da risultarle, nella sensibilità del contatto sul corpo, violento.
Lui sulla sua pelle, acerbo proprio come sua figlia, che la desiderava per quella sua femminilità ancora viva... impertinente, immutata dai suoi vent'anni, voluttuosa.
Una femminilità quasi... quasi adolescenziale, con in più la malizia e la consapevolezza dei quarantacinque anni. Era molto tempo che non riusciva più a desiderare un uomo, ormai.
Una persona matura, qualcuno come lei, uno della stessa età.
Lui, il giovane... il ragazzo con troppi anni meno di lei, il suo amante... lui, soltanto lui, riusciva a farla sentire ancora affascinante, attraente; lui soltanto poteva darle l'impressione di essere ancora viva... ancora, una donna. Si chiedeva, allora, quali nudità trascorse... mature, passate, si sarebbero nutrite del vigore nuovo... della freschezza ingenua... della spontaneità attonita di quella di lei, sua figlia. Ma adesso era lì, sua figlia; era lì, che si svegliava.
Mamma... non voglio che mi guardi così, io non sono lui...
No, amore, dormi... non ti guardo.