Ossessionato dalle parole
Carla Faricelli
2459 battute

“Senza soluzione di continuità”, l’espressione più insopportabile mai sentita!
Perché le si dà il significato di “con continuità” se contiene una negazione? Non ha senso!
Letteralmente significa “senza giungere a una continuità”, ho ragione io. Bisognerebbe rifare tutto da capo, cambiare queste regole stratificate, fare piazza pulita, dico!
Non mi va giù, non mi va…
E se la parola più importante fosse quella che stona: soluzione?
Provo di nuovo a fare una specie di traduzione dall’italiano insensato all’italiano sensato: “senza risolversi in una continuità” è il meglio che riesco a trovare. Ma che vuol dire?
Detesto questo genere di espressioni, mi fanno uscire fuori dai gangheri!
Eccone un’altra! Ma che diavolo sono questi maledetti gangheri?
Grossi insetti pelosi, pieni di zampette? Granchi di mare? Ragni giganti?
Attento ai gangheri!
Sì, li ho visti, mamma!

Le chiamano immagini figurate.
Che poi anche questa… non è altro che un’espressione doppione.
Doppione lo dico io, i cattedratici che pensano di sapere tutto dicono “pleonastica”.
A me pleonasmo fa pensare ai biscotti per bambini e alla musichetta della pubblicità: “Pleonasmon, crescere oggi”.
Le pubblicità! A volte hanno certe trovate… Altre ti viene voglia di prendere la pistola e sparare… Solo che di questi tempi cercando la Beretta potresti cavarti di tasca un salamino!
Loro ci sanno fare con le parole. Ma quali, queste? Le espressioni convenzionali, quelle che le riempivano la bocca? Bisogna farli tacere!
Provo fastidio, ma non riesco a focalizzare cosa lo generi.
- “Signor Masi – disse stentoreo l’avvocato, lievemente turbato dalla strana ombra che aveva scorto per un nanosecondo sul volto dell’imputato – è stato lei a uccidere la sua fidanzatina, Sara Moggi, nella villetta di Pedrasco?”
- Questa sì che è un’espressione da incoronare tra le più stupide. Fidanzatini?! Scopavamo, idiota! – pensò il ragazzo, dietro gli occhiali leggermente velati da una patina di unto. Restò immobile.
- “Io e Sara stavamo insieme da sei anni, signor avvocato, senza soluzione di continuità. Non avrei mai potuto farle del male, neanche se m’avesse fatto uscire fuori dai gangheri, neanche se… Sentite, tutto ciò che posso dire ora è pleonastico. Non sono stato io, dovete credermi!” – disse e intanto pensava che c’è una bella differenza tra un salame e una pistola, anche se hanno lo stesso nome, perché solo le pistole possono far finire le parole.
Le parole, le parole, le parole… di chi si ribella.