Sogni
Alessandro Paris
2476 battute

Molti di noi non sanno, o non vogliono credere, che ogni notte entriamo in zone del reale nelle quali scordiamo la vita di veglia con la stessa regolarità con la quale, svegliandoci dimentichiamo i nostri sogni.
Lo misero al centro della stanza, dopo averlo picchiato. Poi iniziarono a sparare con il mitra, fino a che il sangue non schizzò tutto il pavimento e i muri circostanti. Si svegliò. Si riaddormentò. Questa volta era su un albero e non riusciva a scendere. Vi era salito quando il gradino, su cui era salito, aveva iniziato a diventare sempre più alto. Si risvegliò. Uno scarafaggio gigante aveva attaccato la sua collezione di soldatini di piombo da raccolta Misura disposti debitamente a presidio del suo letto. Ora veniva Giulia che lo chiamava a volare nella sua casa.
Driiin: le sette: barba, colazione, metropolitana, libro:
La persona “normalmente” alienata, per il fatto di agire, più o meno come gli altri, è presa per sana. Le altre forme di alienazione che non stanno al passo con lo stato di alienazione dominante sono quelle che vengono etichettate dalla maggioranza “normale” come nocive e folli.
Il quinto anno di specializzazione in psichiatria lo aveva familiarizzato con questa idea: la condizione di alienazione, quella di essere un dormiente, fuori di sé, è la condizione dell’uomo normale.
Frequentava un istituto per malati di mente, e ogni giorno era costretto dal suo tirocinio a stendere un rapporto dettagliato dei suoi pazienti. Emilio mangiava gli stucchi delle porte, e grattava le suole delle scarpe, mettendosi le mani nel naso. Autismo. Geremia era anedonico, era incapace di godere dei normali piaceri, mentre si svegliava solo davanti ad un gran premio di formula uno trasmesso in tv. Depressivo cronico. Alberto guardava tutto il tempo fuori della finestra, e poi, una volta al giorno, si girava e citava poesie del trecento.
Margherita lo considerava perfetto, gonfiandosi nell’identificazione con lui, salvo poi, ciclicamente, buttarlo giù dal piedistallo appena compariva un’imperfezione. Narcisismo maligno.
Durante la pausa, la macchinetta, col suo rumore ipnotico, lo riconduceva al motivo per cui aveva intrapreso quegli studi. Un giorno sul letto di morte sua nonna disse: vengono, vengono per arricchirsi a casa nostra. Prendono 7 euro l’ora e non sanno neanche lavare. Oi mamma, come sto male. Oi madonna mia.
Dopo le otto ore tornava a casa, si faceva un toast, e dedicava parte della notte a studiare.
Poi si riaddormentava.