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La Sorveglianza al Nautilus non si era mai vista. O almeno, questa era la voce della strada, e questo era uno dei motivi per cui io ne ero dei più assidui frequentatori. E invece quella sera al Nautilus la Sorveglianza c'era eccome, e tra l'altro non di Sorveglianza ordinaria si trattava, ma piuttosto di agenti della Fluoxpolice, le squadre fluorescenti speciali incaricate del Benessere Totale.
La sorpresa era tale che quando capii che stavano arrestando anche me, uno strano senso di curiosità si mescolò al naturale timore che in quel momento andavo provando. Era un rischio ampiamente preventivato, quello dell'arresto, dato che ormai erano quasi due anni che lavoravo per l'Attività, per cui avevo avuto modo e tempo di riflettere a fondo sulla spinosa questione "legalità". E d'altro canto, tutto quello che mi avevano trovato al momento della perquisa era una fiala, unica superstite di un contingente di trenta che mi aveva già fruttato un considerevole ammontare di piastrelle quella sera, ed i cui proventi avevo già provveduto ad imboscare in luogo assolutamente sicuro.
Venni caricato su un Kaleidoscopio della Sorveglianza e condotto in centrale, insieme ad un'altra quindicina di avventori del Nautilus: proibito parlare, fumare, sputare e alzare lo sguardo dalla punta delle proprie scarpe. Sarebbe dovuto essere un percorso breve, ma il traffico e poi un incidente all'altezza di Parco Mussolini costrinsero il veicolo ad una sosta di quasi venti minuti, durante la quale cercai disperatamente di chiarirmi le idee sul da farsi. Era la prima volta che mi beccavano, mi sarei dichiarato Assuntore Involontario e probabilmente tutto quello che mi attendeva era un 20mg, un trattamento mite che potevo affrontare tranquillamente e risolvere nel giro di una settimana.
Ma in quel momento pensare non era la cosa più facile del mondo, perché mi scoprivo incredibilmente disturbato dalle uniformi fluorescenti degli agenti e dalle scritta lilla disposte all'interno della vettura: avrei preferito di gran lunga la discrezione delle vecchie gazzelle o pantere, e rimpiangevo anche la compostezza di quelle bande rosse su pantalone nero che contraddistinguevano le forze dell'ordine ai tempi della mia adolescenza.
Adesso invece le cose erano incredibilmente più cazzute qui a Cromotown: la Sorveglianza non scherzava mica, e questa storia dei colori obbligatori cominciava ad essere una vera e propria mania.
Era cominciato tutto circa quattr'anni prima, quando decisero di ribattezzare la città Cromotown: poco male, la popolazione era abituata, era la quinta volta in poco più di un centinaio di anni di vita che la città cambiava nome. "città eternamente nuova, eternamente fondata ed eternamente pioniera" l'aveva definita il celebre dj Avatar, un mischiadischi inviso al regime che infatti era scomparso poco dopo quel colorito mutamento anagrafico. Ma poi avevano cominciato con questa storia dell'Ottimismo Obbligatorio, e avevano riempito la città di colori fluorescenti, eliminando completamente ogni tipo di tinta tenue e sfumata. Gradiente era divenuta parola sconveniente, come anche cacca, fondotinta e magistrato. Quest'ultima categoria era stata sostituita dalla più conveniente nomenklatura dei Dentisti, incaricati con decreto temporaneo (mbeh, temporaneo da almeno tre anni, ad occhio e croce) a ricoprire il ruolo di dispensatori di Pubbliche Punizioni.
Lavorando per l'Attività ovviamente ero informatissimo su ogni aspetto e cavillo legale, non accettano improvvisatori loro. Ed io lavoro per l'Attività, settore Mangotta, il più redditizio tra i business di nuova generazione (nuova generazione era come chiamavano in codice le cose da dopo l'avvento di Cromotown).
Questa Mangotta è una specie di manna dal cielo: facile da sintetizzare, con bassi tempi e costi di produzione, si vende a duemila piastrelle a fiala e va via come la CocaCola in estate. Rischio poco, guadagno ottimo, sono due anni che spaccio fiale e con i soldi mi ci sono fatto una casa da paura, dovreste vederla, vista sul mare e tutti gli accessori in digitale.
Dal punto di vista del consumo, la mangotta concede all'utente un distacco cromatico totale, cioè a dire il ripristino del bianco e nero, e quindi di un sistema meno devastante per i propri neurorecettori, e di conseguenza un profondo senso di rilassamento che gli consente di godere pienamente di se stessi. Chi si sballa di mangotta si riconosce facilmente per strada, dalla camminata sicura e lo sguardo curioso, a differenza degli altri, costretti a ripararsi dall'invadenza di ogni insegna al neon, di ogni semaforo o sirena di Cromotown.
Insomma, se non fosse stato per il cromoeditto io a quest'ora sarei disoccupato: in un certo senso le loro leggi giustificavano la mia condizione, che a sua volta rinforzava le loro leggi.mutuo aiuto reciproco, se ci pensate bene..ma che intanto aveva mandato in pensione le vecchie mafie, le camorre e le 'ndranghete, che ormai non avevano più senso con le loro stronzate psichedeliche, eroina, cocaina, o come cazzo si chiamavano quelle cianfrusaglie di vecchia generazione..
Quindi, Assuntore Involontario, andavo riepilogando tra me e me mentre il kaleidoskopio planava nel cortile della centrale della Sorveglianza, ma le sorprese della serata non erano destinate a finire per me.
Appena dietro il portone di ingresso l'edificio si apriva in tre corridoi, con le indicazioni 20mg, 60 mg e 100mg. Con mia somma meraviglia il mio accompagnatore, un agente magro e allampanato che assomigliava in maniera incredibile a quel tipo che fa la pubblicità del latte in tv, mi dirisse senza esitazioni verso il corridoio centrale, quello da 60mg.
"Hey amico, ci deve essere un errore."protestai sonoramente, ma l'agente si volse verso di me con una faccia cattivissima e mi soffiò sugli occhi "Tu qui dentro non hai amici!" e mi intimò di non fiatare per il resto della passeggiata.
In un nanosecondo gelai interamente di terrore, dalla testa ai piedi: ci doveva per forza essere un errore.la mia fedina penale era intonsa e immacolata, pre-puberale potremmo dire, quindi che ci facevo in mezzo ai 60mg?
Perché le cose funzionano così a Cromotown: 20mg sono i Disturbatori Lievi, individui che in piena o limitata facoltà violano la legge, per la prima volta almeno; 60 mg per gli episodi ripetuti, cioè quegli individui che si dimostravano insensibili alla Formattazione Terapeutica e continuavano nelle loro pratiche antisociali; ed infine 100mg, dove venivano i trattati gli individui classificati con la più infamante ed irreversibile delle etichette: quella di Terrorismo.
Ma io non ero un terrorista, ne un recidivo, per cui doveva esserci un errore, per forza doveva esserci un errore..
Arrivati a metà corridoio la guardia mi indicò una porta, dietro la quale scoprii una stanza, la normale stanza di un ufficio. Entrai e sentii la porta richiudersi a catenaccio dietro di me. Davanti a me, una scrivania e tre sedie, e più in la una televisione accesa su un braccio meccanico posto ad un'altezza irraggiungibile per un normale essere umano. Mi scoprii finalmente solo e riprovai a raccogliere un po' le idee.
Dunque, 60 mg non è uno scherzo: si rischia fino a 90 (novanta) giorni di Schedatura Odontoiatrica. In pratica, negli incisivi del soggetto viene incapsulato un elettrodo, che investito dalle onde di un particolare trasmettitore accende di una forte luce viola gli incisivi in questione, paralizzando per un minuto tutti i centri nervosi del Soggetto. E qui arriva il bello, perché durante quel minuto chiunque lo desideri può scagliare la propria rabbia e frustrazione in qualunque forma desideri sul soggetto, picchiarlo, sbeffeggiarlo, pisciargli addosso, ed il tutto è perfettamente legale, a norma di legge, insomma. Pattuglie di agenti della Sorveglianza in borghese pattugliano le strade accendendo il trasmettitore a caso, nei mercati, al cinema, nei bar all'ora dell'aperitivo, e se siete schedati allora si può dire che sono veramente cazzi vostri: esclusa la morte, qualunque cosa temiate può esservi inflitta, per un intero lunghissimo minuto del cazzo. Può essere fastidioso, voglio dire, c'è parecchia gente alterata in giro, e per sessanta secondi improvvisamente loro, e la legge con loro, possono disporre in toto della vostra persona fisica e morale. Schedatura Odontoiatrica, un bello schifo a pensarci bene, eppure il fiore all'occhiello del Nuovo Regime, quello della riforma cromatica, che su questa parola d'ordine pare abbia ottenuto la maggioranza assoluta alle ultime elezioni. Ultime perché le prossime sono previste tra 46 anni esatti, se tutto va bene. Schedatura odontoiatrica, un bel cazzo in culo di cui avrei potuto fare a meno volentieri nella vita, poco ma sicuro..
Ma d'altro canto, era pur vero che nel mio caso il problema era alquanto relativo: non ho alcun rapporto con il mondo esterno, apparte il lavoro dico, e abbastanza piastrelle da parte da trascorrere i prossimi 90 giorni a casa, ascoltando pornomusica e ripassando la mia collezione di film in bianco e nero, da Hitckook a Cary Grant, da Casablanca a Ladri di biciclette, al limite telefono ad Elena dalle Mitiche Tette, e mi faccio una cavalcata di quelle espressamente proibite dal Profeta nel Libro Sacro, ma figurati ad Elena che gliene fotte del profeta..
Fu allora che iniziai ad insospettirmi, a rendermi conto che qualcosa di strano aleggiava nell'aria: insomma, me ne stavo isolato in una stanza della Sorveglianza, in attesa di un'accusa probabilmente spropositata, ed inopinatamente rimuginavo sulle tette di Elena: ma come mai? La risposta più credibile era probabilmente nella televisione, l'unica altra presenza vitale nella stanza oltre a me. Alzai lo sguardo e mi accorsi che stavano trasmettendo il Tom Ponzi Show, il quiz più seguito di Cromotown. La concorrente era una avvenente morona fornita di un seno infinito e di adeguata scollatura, e che ogni volta che doveva avvicinarsi per rispondere al quesito si piegava verso la telecamera mostrandosi nella sua intera generosità. "Che troia" pensai li per li, chissà quanto l'aveva provata quella posa a casa sua , aspettando di essere chiamata..mezza Cromotown aspettava di essere chiamata da Tom Ponzi per il suo quiz, dove si vincevano vagonate di piastrelle in cambio di risposte a domande imbecilli.il bello era che era lui che ti chiamava a casa, e ti invitava per la puntata successiva, così, a caso, tra la cittadinanza intera. E li, se ti ricordavi il nome della squadra dove giocava Maradona prima di venire in Italia, o le nazioni con cui confina il Laos, potevi vincere milioni di piastrelle davanti all'intera nazione.
"Novanta giorni a casa a vedersi Tom Ponzi, sai che palle" pensavo tra me e me, ma comunque sempre meglio che farsi sodomizzare nel traffico di Piazza Khomeini da qualche manovale isterico, come era capitato ad un mio conoscente il mese scorso.
Novanta giorni di televisone, pallosissima televisione, ma poi sarei tornato ad essere un cittadino a tutti gli effetti, e avrei ripreso a lavorare per l'Attività. Questa mangotta l'adoro, i compratori striscerebbero fuori da una fogna per pregarti di vendergli le loro fiale.ti offrono tutto, dal sesso ai soldi ai favori, per una fiala..è il controllo totale, altro che colori del cazzo, controllo totale! La dipendenza è sempre stato il mio miracolo preferito, ma adesso m'iniziavo a preoccupare della mia dipendenza, rinchiuso in questa cella vuota a guardarmi una maggiorata rispondere a domande su libri, film e canzoni..
"Chi ha diretto il film Crash??? - strillava Tom Ponzi in faccia alla telecamera -A Fellini B Cronemberg C Ballard D Almodovar?"
La morona non sapeva dove guardare, Tom Ponzi invece continuava ad uncinare lo schermo con i suoi primi piani "Avanti signora - gorgogliava Ponzi - sono sicuro che lo ha visto quel film, figurarsi, una bella signora come lei, chissà quanto le sarà piaciuto??? Ricorda, no??" La Morona non ricordava e lui incalzava "Ma come signora, quell'attrice bionda che veniva stuprata sul cofano della propria macchina, e lubrificata con il grasso dei tergicristalli..avanti signora, non butti via 6 milioni di piastrelle!!!"
"6 milioni di piastrelle cazzo" pensavo io, che sapevo la risposta, mentre Ponzi incalzava implacabile "Su, non si ricorda??? Quello in cui fanno le orge in macchina e alla fine lui la penetra con la leva del cambio???" A quel punto alla signora si accese un sorriso in volto: forse aveva visto il film, o forse una volta aveva avuto un amore meccanico.
"Fellini lo escluderei- disse lei - perché era italiano, e Crash è una parola inglese."
"Bene signora" disse Ponzi
"Almodovar pure, per lo stesso motivo."
"Ok, andiamo avanti"
"Quindi Cronemebrg o Ballard.boh, non conosco nessuno dei due..."
"Avanti signora, ci pensi un po'"urlava Ponzi, ma la signora non riusciva a pensare.
"Ci provo- sussurrò solenne dopo un po'-penso sia.."
"Per sei milioni di piastrelle, mi dica signora, per sei milioni..."
Ci fu un attimo di gelo, e poi la signora disse "Ballard"
"Deficiente" dissi io
"Risposta esatta" invece disse Ponzi, consegnandogli un maxiassegno..
Ero io che non sapevo la risposta allora, ma come era possibile?!?! Conoscevo quel film a memoria, mi ero masturbato almeno una dozzina di volte con quella videocassetta, ed ero abbastanza sicuro che il regista fosse Cronemberg.una serie di dubbi affollavano la mia mente mentre Tom Ponzi annunciava la pubblicità, e proprio in quel momento la porta della cella si aprì, ed entrarono due tipi in borghese seguiti da un agente, che prese subito uno sgabello e si accovacciò nel buio della stanza, in mano una penna ed un blocchetto per gli appunti.
Gli altri due invece puntarono dritti verso di me, e mi si sedettero di fronte, uno a destra e l'altro a sinistra. Quello di destra era un omone corpulento, dalla espressione placida e probabilmente vicino alla pensione. L'altro, più giovane, era una specie di albino ma con un'espressione incazzata sul volto che non faceva presagire nulla di buono.
Il vecchio attaccò presentandosi: lui era l'ispettore Koala e l'altro l'appuntato Iordanescu, e volevano, diceva, solo farmi due domande sul mio problema
Quando chiesi quale fosse il mio problema, l'appuntato albino mi fissò duro e sillabò:
"Man-got-ta!"
"E' illegale" aggiunse il vecchio, e fino a qui non avevo obiezioni in merito.
Mi aspettavo che mi chiedessero perché lo facevo, dove prendevo i soldi e storie del genere, ma in quel momento la pubblicità terminò e loro due sembrarono improvvisamente più interessati allo schermo.
"Ti piace il Tom Ponzi Show?" mi chiese il vecchio offrendomi una sigaretta
"Non ho troppo tempo per la tele- risposi - in genere a quest'ora lavoro"
"Ah, e che lavoro fai?"
"Verifico le mappe stradali, lavoro da casa sul computer" Dall'epoca della cromoriforma era stato cambiato il nome di centinaia di vie, viuzze, piazze, corsi, e c'era gente pagata per revisionare continuamente le mappe stradali e relativa toponomastica. Io avevo il diploma per esercitare la professione, ma mi ero licenziato un paio di settimane dopo essere entrato nell'Attività.
"Sai che bello!!" mi schernì il giovane appuntato albino, che evidentemente dietro la divisa fluorescente inseguiva ben altri ambiziosi ideali.
"Mi pagano - risposi calmo - e questo è quanto con un lavoro, o no?"
"Piano, piano - s'intromise il vecchio - magari a qualcun altro può piacere il lavoro che fa, o no? E' un peccato amare il proprio lavoro, mi chiedo e a mia volta ti chiedo?"
"E' un peccato leccare il culo del tuo padrone" pensavo io, ma diedi ovviamente un'altra risposta
"Lavorare non mi dispiace, ma poi quando penso che se Tom Ponzi mi chiamasse con un po' di culo potrei portarmi a casa 6 milioni di piastrelle, che equivalgono a 8000 ore di revisione cartografica, allora un po' mi incupisco.."
L'albino scattò in piedi : "E' per questo che spacci droga, verme schifoso???Solo perché Tom Ponzi non ti chiama???" ma il vecchio lo invitò subito a calmarsi con un gesto frettoloso. Era chiaro che stavano recitando la parte dell'esperto che ne ha viste di tutti i colori e del giovane impetuoso..sembrava un telefilm di quart'ordine.Il vecchio mi fissò negli occhi:
"E' vero che spacci droga?"
"Certo che no, ero al Nautilus con un amica a festeggiare il suo compleanno"
"Come si chiama l'amica?"
"Lorna, Lorna Ibanez de Las Pezia"
"Già interrogata: dice che non ti conosce."
Maledetta troia, fuori dal mio libro forniture per sempre, neanche se mi succhiava l'uccello recitandomi tutto Shakespeare a memoria le passerò mai più una mezza fiala.
Mai fidarsi delle donne, regola numero 1, ma il punto adesso era un altro: mi stavano incastrando, ma per cosa?
La signora dalla maestosa scollatura era un'altra volta davanti ai miei occhi, incastonata nel cubo televisivo.
"Bella figa, no?" disse il vecchio "Ahah" acconsentì il giovane, ed io non dissi niente
La domanda adesso valeva un bonus: se la bonazza tettona avesse risposto giusto, avrebbe decuplicato il proprio gruzzolo:6x10 fa 60 milioni di piastrelle, tipo 626mila milioni di dobloni al vecchio corso, all'incirca 78 anni filati di stipendio per uno come mio padre, che faceva l'autoferrotramviere, ma anche molti più soldi di quanto si possa guadagnare spacciando mangotta come faccio io, che smercio fiumi di mangotta.
"Vogliamo sapere adesso - starnazzava adesso Tom Ponzi - chi cantava una vecchia canzone intitolata Love your enemy? (PLAYSTOPPAUSE)"
I 2 sbirri erano decisamente attenti, ormai mi volgevano le spalle e chiacchieravano come tra loro: te la ricordi tu? Si, mi pare, ma non sono sicuro.Io invece ero sicurissimo: me la cantava sempre mio padre quella canzone, Burroughs era il suo cantautore preferito, mi ricordo  prendeva in braccio e mi cantava soave "Love your enemy, is against -any basic priciple -of surviving instict." Ricordo ancora la voce di mio padre che si mischiava con quella della radio, ed io che ogni volta che avrei sentito quella melodia nel futuro avrei pensato a lui, come stavo facendo adesso.
"Risposta A-annunciava solenne Ponzi- Marilyn Manson, risposta B Sting, risposta C Claudio Baglioni, risposta D William Burroughs"
"A" disse il vecchio
"C" disse il giovine
"D" dissi io.
Era quello che stavano aspettando: si voltarono verso di me all'unisono, e all'unisono mi chiesero: "William Burroughs? Chi cazzo è William Burroughs?"
Mi pentii immediatamente di essermi fatto sfuggire quella stupida lettera, D, D come danno, D come donna, D come Da adesso sono cazzi amari, ma ormai era troppo tardi.
"Mbeh, un cantante.mi pare che sia un cantante e mi pare che la canzone sia sua.."
" E che altre canzoni conosci di Burroughs, sentiamo un po'???"inquisiva il giovane, mentre l'altro si mostrava scandalizzato e nell'ombra lo scriba scribacchiava.
 "Nessuna" balbettai timido, anche se non capivo esattamente che cosa avessi detto di sbagliato..
In quel momento la signora diede la sua risposta: C, come Claudio Baglioni
"E' sicura, signora?"verificò a voce alta Ponzi, al che la signora rispose che l'unico dei quattro nomi che conosceva era Claudio Baglioni.
"Anch'io" aggiunse veloce l'appuntato Iordanescu, prima che Tom Ponzi saltasse giù dal suo sgabello e cominciasse a sbavare davanti alle telecamere "Signoooooooora, ma come si fa a sbagliare una domanda così? Ma perché non ci ha riflettuto meglio? Signora , lei ha buttato al vento 60 milioni di piastrelle, perché la risposta esatta è A, A come Marylin Manson.Ma andiamo."  Tom Ponzi era una belva da palcoscenico, sapeva sempre come imporre il suo faccione alle telecamere, si potevano distinguere nettamente le gocce di sudore mentre rimproverava la povera concorrente, che ormai piangeva incontrollatamente:"Come ci si sente, me lo dica, come ci si sente ad aver buttato via 60 milioni????"
Quel Ponzi era un verme, secondo me, un sadico dentro, ma anche i due agenti che mi avevano spedito non sembravano mica niente da meno: il giovane albino vomitava oscenità all'indirizzo della povera maggiorata, mentre il vecchio si era voltato verso di me e ammiccava languido.
"Vedi caro- mi diceva adesso- tu vuoi andare da Tom Ponzi, ma chissà se sei pronto, o magari non rischi di sprecare l'occasione della tua vita come quella povera donna.la vita non è così lineare come le nostre memorie vorrebbero farci credere, talvolta." Aveva un tono strano e non capivo dove volesse andare a parare "A volte ci sembra che le cose siano in un modo, ed invece no. Tu credevi che esistesse un cantante di nome Burroughs, secondo noi no, e chi aveva ragione? Dimmelo tu chi aveva ragione? Noi o te?"
Con quel briciolo d'orgoglio rimasto mi schiarii la gola:
 "E perché il suo collega ha detto Baglioni, allora?" Per confonderti le idee, fu l'unisona risposta.
"Amico mio, noi lavoriamo per la Sorveglianza, siamo qua per metterti alla prova, in fin dei conti." Mettermi alla prova: disse proprio così, ed il fatto ironico era che anche la pubblicità del Tom Ponzi Show recitava "mettiamo alla prova la nazione". D'un tratto, iniziai a percepire, se non a vedere chiaramente, più di un'inquietante analogia.
Intanto sullo schermo Tom Ponzi stava strusciandosi la signorona in lagrime, che ormai non riusciva più a fermarsi "Signora, su, non faccia così, le rimane comunque la domanda galleggiante" La domanda galleggiante era l'ultima domanda riservata ai concorrenti sfortunati, che permetteva loro di raggranellare comunque centomila piastrelle, meno di sei milioni, ma comunque sempre un anno della paga di mio padre.
Mentre Tom Ponzi confabulava con la sua vittima, i miei aguzzini si ritirarono a parlottare tra loro, nell'angolo buio dove si celava anche lo scriba. Il mio dramma era che la Sorveglianza mi stava torchiando, rischiavo la Schedatura Odontoiatrica e chissà che altro, ma non riuscivo a smettere di impietosirmi per la tettona in lagrime del Tom Ponzi: in un certo senso, mi sembrava più vittima di quanto non fossi io stesso, in quel momento.
Ci furono un paio di spot, e poi la linea tornò allo studio, e i due miei si riposizionarono davanti alla tele. Il vecchio si rivolse diretto a me, con il tono di un allenatore di basket al suo giocatore preferito:
"Senti un po', abbiamo fatto una scommessa, io e Sasha."
"Chi è Sasha?" chiesi io spaventato, ma l'albino mi saltò addosso ruggendo
"Sono io sasha, che cazzo c'hai da di?"
"Ok, Ok- dissi indietreggiando- nessun problema, tu sei sasha e hai fatto una scommessa con lui. Su cosa, esattamente?"
"Sulla domanda galleggiante" fu l'unisona risposta dei due sbirri.
Sgranai lo sguardo ed a turno li fissai negli occhi entrambi: ma cosa cazzo volevano veramente questi da me?
Me lo spiegò il vecchio con il suo tono paternalistico:
"Allora, io e sasha bbiamo scommesso mille piastrelle sulla tua risposta alla domanda galleggiante."
"E cioè?"
"E cioè, se tu azzecchi la risposta esatta, io vinco mille piastrelle, se sbagli vince lui"
"E' una scommessa impari, ho quattro possibilità di scelta, non due"
"Non è un problema tuo questo, noi stiamo solo testandoti, vogliamo per così dire capire se la tua condotta antisociale sia un gesto nato da una scelta o da un errore" Secondo il codice Odontoiatrico, i gesti antisociali, già conosciuti con il termine crimini, avevano due possibili gestazioni: frutto di errori non programmabili, per cui i soggetti potevano essere tranquillamente riabilitati, e frutto di scelte, sbagliate perché i soggetti erano geneticamente sbagliati, e quindi irrecuperabili. La gran parte dei terroristi erano giudicati optionist (=sceglitori), per capirci meglio, mentre chi rubava playstation o faceva frodava i bilanci aziendali era perlopiù ritenuto un mistaken, un errante ed errabondo che non aveva colpe troppo personali. E quel cazzo di poliziotto mi aveva appena detto che pensava che io potessi essere un fottuto terrorista!!!
Tutta la faccenda sapeva di ispido, davvero qui non c'era Attività che teneva, l'aiuto che potevano darmi era molto limitato nei casi di terrorismo conclamato..
Bestemmiai un paio di volte a bassa voce, e poi silenziosamente alzai il capo verso lo schermo.
"Allora, siete pronti?" chiedeva alla telecamera Tom Ponzi, e sembrava quasi che ce l'avesse con noi piuttosto che con la bonazza ignorante e scollata. Addirittura, mi sembrò di vedere l'albino alzare un braccio in cenno d'assenso verso la Tv, ma mi sentivo troppo teso per analizzare a fondo se questo gesto era accaduto davvero o solo frutto della mia paranoia. Capitemi, mi stavo giocando il culo davanti a quel televisore di merda!
"Allora- riprese Ponzi - la sua domanda galleggiante riguarda l'arte. Lei si intende di arte, signora?"
"Poco" fece lei, mentre gli sbirri si voltavano per scrutare tracce di competenze artistiche in me "Cos'è l'arte?" feci io verso di loro, che mi mandarono a cagare voltando lo sguardo nuovamente allo schermo
"Signora, lei ha mai sentito parlare di Picasso?" chiese Tom Ponzi, e la signora sembrò per un attimo illuminarsi: spiego che la cognata un paio di natali prima le aveva regalato un completo da caffè con sei tazzine e una zuccheriera adornati di strani simboli e questo nome disegnato come con un pennello, ricasso. Secondo la signora, le tazzine Picasso erano ottime, perché conservavano il caffè caldo molto più a lungo della normale porcellana, e quindi erano utili per quando non si era sicuri sulla quantità di zucchero. Qualcuno tra il pubblico rise a queste affermazioni, ma non tantissimi di loro, anzi.
"Noi invece -avanzò Ponzi - parliamo di Pablo Picasso, celebre pittore spagnolo. Ha capito, signora?" Mio padre una volta da piccolo mi aveva detto che domandare "hai capito?" a qualcuno implicava dargli dello stupido, come se capire fosse per loro inusuale. Bisognava dire, mi aveva detto mio padre, "Mi sono spiegato?" Ma evidentemente Tom Ponzi non conosceva mio padre, e lui di suo, chissà se ce lo aveva mai avuto, un padre, perché continuava a trattare l'emozionatissima tettona a colpi di "Ha capito, signorona mia bella?"
Dopo un po' di "ha capito?" che servirono a far capire a tutti (me, il pubblico, gli sbirri, lo scriba) che la signora non aveva capito, il Ponzi sparò il drammatico quesito:
"Pablo Picasso era un eccentrico e sconsiderato pittore spagnolo"  e dopo attaccò un pistolotto di circa 5 minuti sulla natura dell'arte di Picasso, di cui si ostinò a definire geniale ogni innovazione artistica, ma anche a condannare decisamente ognuna delle sue numerose prese di posizione politiche. "Un pittore geniale, un demente pensatore- diceva Ponzi di Picasso, e sembrava quasi parlasse di Maradona - che nella vita attraversò diversi periodi cromatici. Il primo e più famoso fu sicuramente il periodo blu." Tom Ponzi si concesse una pausa "Lei se lo ricorda il periodo blu di Ricasso, signora? O era troppo giovane, forse?" Sputa la domanda, stronzo, pensavo mentre vedevo la tettona arrossire alle domande di Ponzi. Che finalmente arrivò al dunque:
"Allora, per centomila piastrelle, noi vogliamo sapere di che colore fu il periodo che venne dopo il periodo blu di Picasso" Formulata così, neanche lo spirito di Aristotele avrebbe capito la domanda, figuriamoci la tettona emozionata
"Insomma- riprovò Ponzi- dopo il periodo blu, Picasso attraversò un altro periodo. Noi vogliamo sapere di che colore era quell'altro periodo, ed esattamente se era A verde, B rosso, C arancione, D rosa. Avanti signora, ha sessanta secondi di tempo per rispondere a partire da adesso"
Sessanta secondi, il tempo di un'interferenza odontoiatrica, sessanta secondi per pensare e questa zoccola si mette a piangere quando ne mancano ancora 56.roba da chiodi, questi giovani non sanno soffrire..io personalmente un'idea di massima ce l'avevo, ma che fare???? Mi conveniva aspettare fino al limite per vedere se magari Tom Ponzi si sbilanciava con qualche aiuto, non si sa mai.
A meno 30 l'albino si voltò verso di me urlando "Allora, la sai o no?"
"Ci sto pensando" dissi io, mentre il vecchio mi guardava mite
La voce di Tom Ponzi e le lagrime della tettona si mescolavano al suono delle mie elucubrazioni mentali, i due sbirri spiavano a distanza ravvicinata le pieghe del mio volto per .mettermi alla prova, forse, come la nazione che Tom Ponzi gratinava tutte le sere in televisione.
A meno 15 secondi la tettona era un torrente di lagrime e ripeteva solo "non lo so.non lo so..mi aiuti per favore.per favore.", il giovane appuntato albino iniziò ad agitarsi tutto, e a strillare che se aspettavo la riposta di Ponzi per invalidare la scommessa mi avrebbe spedito dritto dal dentista seduta stante, con obbligo di circolazione stradale ininterrotta per almeno due settimane..
Il gong suonò. La tettona crollò svenuta senza dare la risposta, e Tom Ponzi balzò in piedi:
"Colpo di scena, signori e signore, mettiamo la nazione alla prova a colpi di scena qui al Tom Ponzi Show.."
"B Rosso" mi affrettai a dire io.
Gli sbirri si rilassarono, ma non era finita li, perché loro due non erano sicuri tra rosso e verde.
"B Rosso" confermò Ponzi mentre alcuni operatori cercavano di rinvenire la tettona ed iniziavano a scorrere i titoli di coda, sotto le voci di annunciatrici a ricordare che il TPS sarebbe tornato il giorno dopo, stessa ora, stessa rete, non mancate, mi raccomando.
L'albino era incazzato nero, adesso, ma il vecchio ridacchiava e a me sembrava buon segno: infatti dopo un minuto ci lasciarono soli, a me e al vecchio, e sia l'albino che lo scriba uscirono dalla stanza.
Addirittura, si spense la televisione, ma non so come accadde, quest'ultima cosa.
Eravamo io e lui, sotto una lampadina, il vecchio che mi sorrideva marpione e io che per un attimo temetti qualche forma di approccio sessuale da parte su.
Ma poi lui mi disse semplicemente
"Siamo fluoxpolice, volevamo solo metterti alla prova, è il nostro mestiere mettere gente alla prova, io lo sapevo che potevi farcela ed infatti ce l'hai fatta. Raccogli la tua roba e vattene, cerca di non impicciarti con quelle fialette merdose e magari, se ti comporti bene, un giorno Tom Ponzi potrebbe chiamare anche te. Mi hai capito?"
Certo che avevo capito, non sono mica scemo: raccolsi la mia giacca, mi aggiustai un po' e imboccai spedito verso l'uscita della centrale, destinazione home sweet home e 100% incensurato. Fuori la notte volgeva al termine, ed il panorama sembrava degno di un quadro di Picasso: qualche macchia di blu intenso corredava ancora qualche spicchio di cielo, ma tutt'intorno già spuntava l'alba rossa, profondamente rossa, di un nuovo fantastico giorno.