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I

niente.

beh, cazzo ti guardo e ti riguardo.

                                     hai mille occhi

e poi cerbiatti

                    tucani di sorpresa

labbra di cernia sotto le zampe

e negroidi sghembi e perplessi

        

         Jack Gambadilegno, una foca in preghiera

                  tappetino triste

Cuore lago di fiamma debordante

                            e farfalle

svolazzanti, riposate.

                            oddiomio anche un TOPO

dietrolespallenascosto

Mi guardi

la tua espressione

cambia sfugge focalizza rimbalza a ogni successivo furtivo sguardo

Vangogghiano brillore del bianco e nero

Un'ossessione ritmata di jazz

la sera, la notte prima di prendere sonno, appesa alla parete della camera.

imparerei a memoria qualsiasi piega della tua superficie, mi perderei volentieri negli oceani colorati della tua anima e della tua ombra e frugherei minuziosamente su ogni linea della tua essenza

ma poi alla domanda fatidica

"Perché?"

risponderei clandestino e di soppiatto

vergognoso e ladroverso:

"no grazie."

Lo sforzo maggiore è per conoscerti

capirti no,  quello non fa per me.



II


Che alla fine sempre di gatto si tratta, se vai bene a guardare.

E un gatto non è che lo puoi rinchiudere in una cornice e appenderlo al primo muro che ti capita.

Un gatto comunque, ti scruta sornione, o si divincola, svicola, ti snobba, sfugge - sciaborda perfino - al limite ti fissa interrogativo e rompicoglioni, o si struscia ruffiano e mandrucone.

E' un gatto insomma: e una volta che vi siete scelti non è che puoi decidere di liberartene di punto in bianco: alla fine tocca che te lo tieni per tutta la vita.


III


"Che volete, lo sapevo io che non andava bene: era troppo fissato con quei gatti: sempre dietro a quelle  bestie: e il veterinario, e i croccantini, e la sabbietta: e si sentivano miagolii tutto il giorno e certe volte anche la notte."

"Sì, ma lei ha visto come è successo?"

"Sì, certo che l'ho visto: oh, intendiamoci: non è che io stia qui tutto il giorno a sbirciare quello che succede sul pianerottolo: però è capitato che ero appena rientrata - io salgo con l'ascensore, lui veniva su sempre a piedi - e stavo chiudendo la porta quando lui è sbucato dalle scale e m'ha detto buongiorno: così ho salutato e sono rimasta con la porta aperta perché non mi sembra educato che una chiuda la porta mentre."

"Sì, ma cosa è successo?"

"Dico: non è che  puoi chiudere la porta in faccia  a uno mentre ti sta parlando, giusto? Comunque, lui si è girato e ha aperto la porta del suo appartamento: c'aveva questa busta della spesa in una mano, quindi quando il gattino è schizzato fuori non è riuscito a fermarlo subito: e ha tentato di afferrarlo mentre scendeva per le scale."

"E.?"

"E subito anche l'altro gatto è scivolato fuori dalla porta e gli si è infilato tra i piedi: lui ha perso l'equilibrio ed è volato giù dalla rampa: ho lanciato un urlo che la signora di sotto è uscita sulle scale in accappatoio: e il botto poi è stato fortissimo, quasi più del mio urlo: e poi abbiamo chiamato l'ambulanza, ma io m'ero accorta subito che non c'era più niente da fare: s'è rotto l'osso del collo ed è morto sul colpo."

"E i gatti?"

"Boh, quelli chi li ha più visti?"

 

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