Col movimento di Beppe Grillo non ho mai avuto niente a che spartire, troppo in odio il personaggio e i suoi modi per pensare anche solo un minimo avvicinamento. cover samsung custodia Però i Grillini no, quelli no – l’ho sempre pensato e ne discutevo con @Zero71 proprio domenica sera, subito dopo aver votato – quelli sono sicuro che per la maggior parte sono bravi ragazzi, che hanno la voglia di darsi da fare, l’entusiasmo che a noi manca e la sfrontatezza che ci vuole. samsung custodia outlet Ingenui? Va bene. Inesperti? Bene pure quello. iphone custodia outlet Manipolabili? Perché, nelle sezioni di partito, invece, albergano tutte queste teste pensanti?
Quando mi è capitato di incrociarli – alle scorse amministrative, l’unica volta in vita mia che mi sono trovato in un dibattito politico televisivo e loro erano lì, ad aspettare il turno di andare davanti alle telecamere – mi hanno fatto tenerezza, li ho sentiti dalla stessa mia parte e il mio in bocca al lupo è stato sincero.
In quello che ormai credo passerà alla storia come il Discorso di San Giovanni ho sentito Beppe Grillo dire quello che tutti pensano – non se ne può più, tutti a casa, siete circondati – ed è bellissimo e stupendamente demagogico. cover iphone custodia outlet Come la restituzione dell’Imu, l’Italia bene comune e ognuno padrone a casa sua. Solo con un target diverso e più trasversale.
Ho visto L’altra sera – notte, veramente, poco prima di spegnere tutti gli apparecchi collegati con le dirette e i commenti sulle #Elezioni2013 – per la prima volta un’intervista a Casaleggio, raccolta al volo in un corridoio, in cui tentavano di metterlo in difficoltà sui meccanismi di democrazia interna al Movimento Cinque Stelle.
“Se io voglio diventare leader del Movimento che devo fare?”
“Niente, perché non ci sono leader, c’è lo Statuto, se accetti lo Statuto sei dentro, altrimenti sei fuori.”
Semplice. Chiaro. Preciso.
E alla fine l’ho capito. Magari l’hanno già scritto e detto in tutte le salse, ma io l’ho capito solo l’altra notte, dopo aver sentito Casaleggio.
Mentre si muove al Movimento Cinque Stelle la critica della mancanza di democrazia interna e della risibilità delle proposte politiche in realtà se ne sottolinea proprio la forza dirompente.
“Due sessantenni che registrano un marchio e sfruttano i sogni della gente.”
Quei due sessantenni però – Grillo e Casaleggio – hanno creato, investendoci tempo e denaro, una struttura che permette a ognuno di entrarci e – seguendo le regole – esprimere la propria opinione. Senza preclusioni di sorta. iphone 8 plus custodia outlet Bianchi, neri, verdi, gialli, tutti hanno diritto di cittadinanza.
Basta aderire allo Statuto.
È Facebook.
È Twitter.
È un social network della politica.
“Accetti le condizioni d’uso,” c’è scritto quando ti iscrivi a un social network. custodia samsung a8 2018 Le accetti e entri a far parte della comunità.
E quando ci sei dentro trovi il tuo spazio di azione e un’identità, nel caso del Movimento Cinque Stelle rafforzata ancora di più dai tentativi di delegittimazione dei partiti tradizionali. Pensate a dei genitori che continuano a dire ai figli che Facebook non è reale, che quello che scrivono sono tutte cazzate e che l’unica maniera per parlarsi è guardarsi negli occhi – e tutto questo mentre tramite Facebook i figli si mettono d’accordo su che film andare a vedere al cinema, si parlano a continenti di distanza e mettono in piazza i loro sogni e i loro disagi – e capirete la sensazione che prova un Grillino a leggere un qualsiasi analista politico.
È un aspetto di quella che alla fine del secolo scorso alcuni sociologi definivano la “mallizzazione della società” – mall, lo shopping mall, è il centro commerciale americano – cioè la riduzione della sfera pubblica all’interno di spazi privati ben delimitati e dotati di tutte le comodità.
I partiti tradizionali hanno blindato gli accessi alla vita pubblica di questo paese, ne hanno fatto territorio per iniziati – nel migliore dei casi – o addirittura porto franco per godere di privilegi esagerati. custodia huawei shop Lo spazio per l’iniziativa privata era aperto e pronto all’uso. Grillo ha investito in una start up che individuava, colmava e faceva crescere un bisogno diffuso di rappresentanza e i fatti gli hanno dato ragione.
Il bivio che si trovano davanti ora i partiti tradizionali , in una prospettiva che voglia essere come minimo di medio termine, è in realtà un trivio. Aprire le strutture, diventare open source e cambiare radicalmente il proprio modo di essere. Proseguire nell’arroccamento sulle proprie posizioni, lasciare spazio libero all’”antipolitica” e provare a curare il proprio orticello.