nico e i velvet. ma questa è proprio "di" nico.
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Ieri sera mi son fatto il concerto dei Primus.
Costoro ridefiniscono il significato di "Spaccare il culo ai passeri"
Grande Faust. Urge recensione dettagliata.
Obbedisco, ma sono un profano.
Anteprima :
"Hanno spaccato il culo - voto cinquemila stelline"
Per il resto a presto.
Intervista di Antonio Pennacchi alla Radio del Lussemburgo (a partire dal minuto 11.20)...
Adesso mi sento Bar-Bari, ma martedì sicuramente ascolterò questa roba qua.
Ci vediamo là.
danke.
io invece ti dedico questa. me l'ha fatta conoscere un tuo collega filosofo di cles a un suo concerto.
lui naturalmente l'ha giustificata dicendo che la magistratura della canzone rappresenta in realtà la pena di morte a cui la sinistra si oppone.
la verità è che negli anni '60 sulla magistratura la pensavate come berlusconi....
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che palle i cantautori italiani... che nessuno parla mai della musica... ma solo dei testi... che nella poesia italiana, di testi, ce ne sono infinitamente di meglio...
... che poi la canzone non è manco di De Andrè...
("Le Gorille" è del '52 ed è di George Brassens)
[quote]che nella poesia italiana, di testi, ce ne sono infinitamente di meglio...
Torque, io il disco citato da A. lo so quasi a memoria e di poesia italiana così infinitamente migliore non ne conosco poi tanta...
Ignoranza mia, ma Tutti morimmo a stento è magia. Poi che sia musica, poesia, canzonette o seghe mentali non importa. Tu lo metti sul piatto o nel walkman, nel lettore cd, sull' iPod o innestato direttamente in qualche ammasso di gangli e sinapsi e i tuoi globuli rossi si trasformano in lamette gentili che ti sbriciolano le vene dall'interno.
Quella è la vecchia diatriba inaugurata da Croce, e ripresa da Salinari... La supposta differenza tra poesia ed altro. Come se la lirica, quella originaria greca, non fosse cantata. Ma a questi il greco non piace, e pensano magari che i poemi omerici (epica, persino!) fossero scritti (sic) per le accademie...
A. il difetto tuo è pensare troppo a quel che pensano gli altri, e poco a quel che pensi te. Ribadisco il concetto: di poesie - cantate, non cantate, recitate a memoria o solo lette, pensate o immaginate, scritte su carta igienica o su carta riciclata - ne esistono infinite e di infinitamente meglio.
E ribadisci quello che ti pare, io resto della mia idea
Sì, però è un'idea sbagliata, soprattutto quando tira in mezzo a cazzo Croce e Salinari (citati quasi sicuramente di seconda mano, ossia da manuali o opere di terzi altri, e non directa fonte), i quali lo sapevano benissimo che la poesia in antico era cantata. Non è che glielo dovesse venire a dire A. Anzi, per loro era e restava canto.
Il concetto di "poesia e non poesia" è un po' più articolato e diverso da ciò che le hanno, probabilmente, sbrigativamente spiegato a scuola.
Uff. fate come ve pare.
...per me questa è poesia.
LA LETTERA (Francesco Guccini)
In giardino il ciliegio è fiorito agli scoppi del nuovo sole,
il quartiere si è presto riempito di neve di pioppi e di parole.
All' una in punto si sente il suono acciottolante che fanno i piatti,
le TV son un rombo di tuono per l' indifferenza scostante dei gatti;
come vedi tutto è normale in questa inutile sarabanda,
ma nell' intreccio di vita uguale soffia il libeccio di una domanda,
punge il rovaio d' un dubbio eterno, un formicaio di cose andate,
di chi aspetta sempre l' inverno per desiderare una nuova estate...
Son tornate a sbocciare le strade, ideali ricami del mondo,
ci girano tronfie la figlia e la madre nel viso uguali e nel culo tondo,
in testa identiche, senza storia, sfidando tutto, senza confini,
frantumano un attimo quella boria grida di rondini e ragazzini;
come vedi tutto è consueto in questo ingorgo di vita e morte,
ma mi rattristo, io sono lieto di questa pista di voglia e sorte,
di questa rete troppo smagliata, di queste mete lì da sognare,
di questa sete mai appagata, di chi starnazza e non vuol volare...
Appassiscono piano le rose, spuntano a grappi i frutti del melo,
le nuvole in alto van silenziose negli strappi cobalto del cielo.
Io sdraiato sull' erba verde fantastico piano sul mio passato,
ma l' età all' improvviso disperde quel che credevo e non sono stato;
come senti tutto va liscio in questo mondo senza patemi,
in questa vista presa di striscio, di svolgimento corretto ai temi,
dei miei entusiasmi durati poco, dei tanti chiasmi filosofanti,
di storie tragiche nate per gioco, troppo vicine o troppo distanti...
Ma il tempo, il tempo chi me lo rende? Chi mi dà indietro quelle stagioni
di vetro e sabbia, chi mi riprende la rabbia e il gesto, donne e canzoni,
gli amici persi, i libri mangiati, la gioia piana degli appetiti,
l' arsura sana degli assetati, la fede cieca in poveri miti?
Come vedi tutto è usuale, solo che il tempo stringe la borsa
e c'è il sospetto che sia triviale l' affanno e l' ansimo dopo una corsa,
l' ansia volgare del giorno dopo, la fine triste della partita,
il lento scorrere senza uno scopo di questa cosa... che chiami... vita...
di chi aspetta sempre l'inverno per desiderare una nuova estate
Datemi un poeta che azzecca una definizione così e ...
È pure vero che senza Ellade Bandini e Ares Tavolazzi perde il cinquanta per cento...
esatto: dove sta scritto che poesia sia solo il testo scritto?
È pure vero che senza Ellade Bandini e Ares Tavolazzi perde il cinquanta per cento...
mi hanno appena chiesto, piuttosto ingenuamente: ma oggi [lunedi', dopo una domenica calcisticamente triste] non te la senti la radio?
sentita ieri. sempre in tema di poesia. Non scritta. Né cantata. Ma orale.
Noi (de Nettuno) pensamo de notte,
come frega' 'o giorno.
Concertone dei Radiohead. Visionari. Devastanti. Sofisticati. I Pink Floyd della mia generazione.
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Grazie.
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Sto ascoltando K a Un giorno da pecora
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