Per quanto riguarda la rimozione sono d'accordo con te, Zaph. L'elaborazione però non è che tu la fai andando a evidenziare e sottolineare tutti i torti e i peccati odierni di Israele. Tu la fai prendendo atto una volta per tutte delle assolute responsabilità tue, come popolo e come individuo figlio di questo popolo. Ma a questo punto forse è opportuno ripetere anche qui, alcune citazioni che oramai stanno in quasi tutti i miei libri:
" Traxit ergo reatum [parvulus] quia unus erat cum illo et in illo a quo traxit quando quod traxit admissum est", S. Agostino, Ep., 98,1 (la traduzione pressappoco è: Contrasse dunque la colpa il nuovo nato perché era una cosa sola con quegli ed in quegli da cui lo contrasse, quando ciò che lui contrasse venne commesso). E ancora:
"Sicut per unum hominem peccatum in hunc mundum intravit et per peccatum mors, et ita in omnes homines pertransivit, in quo omnes peccaverunt", S. Paolo, Romani, 5,12 (Come per mezzo di un solo uomo il peccato entrò in questo mondo e attraverso il peccato la morte, così si estese a tutti gli uomini, poiché in lui tutti peccarono).
Loro ovviamente parlano del peccato originale, ma è perfettamente trasferibile a tutto ciò che attiene all'identità psichica e al software comune a tutti gli esseri umani, che solo può spiegare certi fenomeni di massa e collettivi che a distanza di tempo - e spesso su sollecitazioni esterne - ci sembrano semplicemente orribili. Allora ai nostri padri, invece, sembravano normali. E sarebbero sembrati normali anche a noi, se fossimo stati al posto loro e nelle condizioni loro. Questa è La banalità del male di cui parla Hanna Harendt. E non riguarda, purtroppo, solo Heichmann o Hitler - o quell'altra testa di cazzo norvegese - ma riguarda tutti noi. E ogni volta che io sento un italiano che dice di Israele: "Ma Israele qua, israele là!", a me mi si accappona la pelle. "Tu non hai ancora fatto i conti amico mio" - dico dentro di me - "con le colpe tue e di tuo padre, e ti attacchi alle colpe di Israele solo per non pagare le tue, anzi, per dire sotto sotto che in fin dei conti avevamo pure ragione". Dietro l'antisionismo di qualunque europeo oggi, c'è in sostanza l'antiebraismo di sempre.
Dice: "E gli arabi?". Per gli arabi rispondono gli arabi, ed eventualmente ne risponderanno anche gli ebrei o gli israeliani.
Noi europei - e per almeno sette generazioni - dobbiamo ancora rispondere agli ebrei.
"Dimitte nobis debita nostra" - dice il Vangelo - "sicut nos dimittimus debitoribus nostris".
Amen.