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Avresti Potuto Dirmelo Prima

(2 articoli)
  • Avviato 10 anni fa da Daniele Diamanti
  • Ultima replica da parte di FernandoBassoli
  1. ... Nel film l’uomo attraversa la strada girandosi in torno per accertarsi di non essere osservato da nessuno e non essere schiacciato, si muoveva a scatti e con una tensione evidente e pulsante, il freddo e l’ansia facevano ballare i denti, con movimenti convulsi cammina altro non desiderava che risentire quel rumore, era quello il marciapiede, ne era sicuro e all’improvviso sentì tum tum, non era mai stato più felice di ascoltare quel rumore, e capi di trovarsi sopra alla stessa pietra di lava che aveva protetto il suo segreto.
    Con le mani fasciate e doloranti dall’ultimo incontro con la pietra riesce a sollevarla, ma sotto non cera niente, alza gli occhi e vede gli stivaloni di una guardia nazi che teneva nelle mani il panno che cercava, la sous-pance lasciava a intendere che l’uomo fosse spacciato, scoperto e senza vie di fuga, dopo dieci secondi di sguardi il soldato porge il fagotto all’uomo e dice, è questo che stavi cercando? l’uomo lo raccoglie, apre il panno che nascondeva una tela arrotolata di Leonardo Da vinci, lascia cadere il panno, alza lo sguardo al soldato e il soldato aggiunge: “non hai bisogno di nascondere nulla al partito”, e di nuovo lo stesso gesto presente in tutti i cortometraggi della mano che afferra il suo polso per aiutarlo a sollevarsi e la musica si alza.
    Questo dato film fu creato a Praga per essere proiettato a Praga, da nessun’altra parte e in nessun altro periodo ne avrebbero afferrato il senso, e se devo essere sincero, per il momento, nemmeno per i residenti fu chiaro il messaggio.
    Finite le proiezioni, il centro di Praga tornava a muoversi, il centro della città era coccolata da chitarristi giocolieri, pittori, e un mimo, goffo di bassa statura e con la maschera bianca, una specie di comico che imita Charlie Chaplin mentre imita un soldato americano, chiude il pugno ci soffia dentro e a gesti invita un militare a prendere il fiocco che sbucava dalla mano, più il nastro era lungo e più ridevano poi con inchino teatrale gli porge il cappello per una meritatissima moneta.
    Ancora chinato il mimo volta lo sguardo e cosi anche il resto della piazza, improvvisamente furono tutti interrotti dal suono dei carri, i soldati di Hitler a fine proiezione riaccendevano i motori, ci incantavamo cercando di capire se stessero per dare istruzioni o il saluto al cambio di guardia, ma un capo squadra accese semplicemente una sigaretta dicendo: umělec proto že jste? Pokračuje! (artista perché ti sei fermato! Continua) .
    Effettivamente la presenza nazista non dava motivo di agitarsi, ed è proprio questo il punto, la fama che ha preceduto i soldati era un atteggiamento inquisitore, che faceva sentire le persone continuamente giudicate e sotto analisi indagatoria e imprescindibile, ma ora che erano qui si comportavano come se volessero dirci “non badate a noi” sembravano disinteressati a tutto e questo rendeva la loro presenza un mistero del partito.
    Ieri, un predicatore Ebreo passò davanti a una guardia citando alcuni passi del Tanakh un antico testo della religione ebraica e questo a Berlino sarebbe bastato alla fucilazione ma in quel caso il soldato sorrise e voltò le spalle con fare distaccato, l’uomo aveva settantadue anni dire che era magro non farebbe giustizia all’evidente presenza scheletrica il quale unico compito delle ossa sembrava dover tenere su la pelle seccata dalla fame e squamata dal freddo, per chi vide questa scena fu evidente che l’uomo desiderava la morte più di ogni altra cosa e voleva morire sapendo di aver esalato l’ultimo respiro citando il volere del suo Dio, ma l’impresa fallì, quell’evento verrà ricordato come un quadro di certezze in una sontuosa cornice di dubbi.
    L’occupazione non era l’obiettivo primario dei nazisti almeno apparentemente gli uomini della svastica erano li per altri motivi, motivi forse celati nella direzione complessiva delle forze armate, i primi carro armati arrivavano da nord est, i cigoli facevano tremare i ponti che attraversava il fiume che divide Praga da est a ovest, difficile non notarli per le migliaia di persone lungo tutto il fiume moldava.
    Quel giorno in particolare sfilava di tutto, gli espatriati dalla Polonia che cercavano rifugio, i tandem simpatici e muniti di campanelli assordanti, i carretti trascinati a mano dai diseredati che potevano restare fermi anche ore al passaggio dei mostruosi Sherman americani, e il tonante rumore dei tacchi degli stivali delle bande nere, i viaggiatori erano già ben oltre lo sforzo fisico, e lo sguardo rivolto ai soldati trasudava pena per la stanchezza e ansia di capire, cosa il partito socialista avesse riservato loro dopo un lungo ed estenuante viaggio, i cecoslovacchi si chiedevano invece dove fossero realmente diretti i carri armati i quali si dirigevano più a nord verso Drananh park.*
    Saranno stati al massimo undici uomini su cinque carro armati, una vistosissima Ford del 1933 cabriolet e un carro furgonato con tela di nylon, per la verità i soldati non diedero molto peso a chi fosse o non fosse Ebreo fosse o meno un cospiratore, non si accorsero nemmeno della sfilza di polacchi provenire da nord lungo il fiume, andarono dritti a Drananh, arrivavano davanti l’ingresso di un viale chiamato Graal Avenue e li si fermavano.
    Certo che da uomini addestrati a fare pulizia etnica, ci si aspettava che tirassero fuori fucili di costruzione sovietica, RPG da sfondamento*, ma l’uomo che scese dalla Ford estrasse dalla fondina legata alla coscia destra un coltello kung costruito in Germania di circa trentadue centimetri, forza di penetrazione 8.3 con quattro fori laterali utilizzabile come pugnale e come guanto da taglio per attacco corpo a corpo, un coltello assai singolare che non terresti ne in cucina ne da nessun altra parte, in commercio non esiste quindi se mai te lo ritrovi davanti vuol dire che sei nel posto sbagliato, in un momento sbagliatissimo, ed è per questo che tutti facevano finta di non vedere.
    Mi nascosi desiderando di diventare dello stesso colore degli alberi, riuscì a mimetizzarmi tra le foglie e loro non mi videro; l’uomo che impugnava il coltello alzò la mano al cielo e lo conficcò nel legno di un albero reciso, i soldati davanti a quel gesto di segnale sotto lo sgomento degli osservatori tirarono fuori le pale, anche la milizia ordinaria dedicata all’incanalamento delle persone in arrivo da altri paesi rimase sorpresa, creando un lasso di dieci minuti in qui l’attenzione era dedicata alla truppa appena arrivata, intenta a scavare cercando Dio solo sa cosa.
    Vuoi la curiosità, forse lo sgomento, ma non si muoveva una foglia, in quel momento capì che anche il silenzio ha una nota di fondo, potrebbe essere della sabbia, di un uccello in lontananza di un fiume, una scia di auto, il respiro di chi aspetta, lo stesso vento magari, ma in quel momento quella nota non c'era, è la cosa non piaceva a nessuno, e se lo stesso silenzio può tradirsi, io non ero al disopra dello stesso sospetto.

    tratto dal romanzo storico Avresti Potuto dirmelo prima, il mistero di Graal Avenue.
    di Daniele Diamanti www.danielediamanti.wordpress.com

    Pubblicato 10 anni fa #
  2. Diamanti? Lo vedrei bene a sinistra, con Balotelli al centro e Candreva a destra che deve però correre per tre.

    Pubblicato 10 anni fa #

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