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Mamma mia, ancora in giro co Pasolini.
Pasolini è il più grande poeta italiano del '900.
Scrittore no. Regista neppure. poeta sì.
Beh, professò, mi sa che ti sbagli. Di poeti più bravi di Pasolini ne sono esistiti eccome.
Eccone una, di poesia. Dice che è il fondamento della 'destra divina'.
SALUTO E AUGURIO
E' quasi sicuro che questa
è la mia ultima poesia in friulano;
e voglio parlare a un fascista,
prima che io, o lui, siamo troppo lontani.
E' un fascista giovane,
avrà ventuno, ventidue anni:
è nato in un paese
ed è andato a scuola in città.
E' alto, con gli occhiali, il vestito
grigio, i capelli corti:
quando comincia a parlarmi,
penso che non sappia niente di politica
e cerchi solo di difendere il latino
e il greco contro di me; non sapendo
quanto io ami il latino, il greco - e i capelli corti.
Lo guardo, è alto e grigio come un alpino.
<<Vieni qua, vieni qua, Fedro.
Ascolta. Voglio farti un discorso
che sembra un testamento.
Ma ricordati, io non mi faccio illusioni
su di te: io so bene, lo so,
che tu non hai, e non vuoi averlo,
un cuore libero, e non puoi essere sincero:
ma anche se sei un morto, io ti parlerò.
Difendi i paletti di gelso, di ontano,
in nome degli Dei, greci o cinesi.
Muori d'amore per le vigne.
Per i fichi negli orti. I ceppi, gli stecchi.
Per il capo tosato dei tuoi compagni.
Difendi i campi tra il paese
e la campagna, con le loro pannocchie
abbandonate. Difendi il prato
tra l'ultima casa del paese e la roggia.
I casali assomigliano a Chiese:
godi di questa idea, tienla nel cuore.
La confidenza col sole e con la pioggia,
lo sai, è sapienza santa.
Difendi, conserva, prega! La Repubblica
è dentro, nel corpo della madre.
I padri hanno cercato e tornato a cercar
di qua e di là, nascendo, morendo,
cambiando: ma son tutte cose del passato.
Oggi: difendere, conservare, pregare. Taci:
che la tua camicia non sia
nera, e neanche bruna. Taci! che sia
una camicia grigia. La camicia del sonno.
Odia quelli che vogliono svegliarsi,
e dimenticarsi delle Pasque...
Dunque, ragazzo dai calzetti di morto,
ti ho detto ciò che vogliono gli Dei
dei campi. Là dove sei nato.
Là dove da bambino hai imparato
i loro Comandamenti. Ma in Città?
Là Cristo non basta.
Occorre la Chiesa: ma che sia
moderna. E occorrono i poveri
Tu difendi, conserva, prega:
ma ama i poveri: ama la loro diversità.
Ama la loro voglia di vivere soli
nel loro mondo, tra prati e palazzi
dove non arrivi la parola
del nostro mondo; ama il confine
che hanno segnato tra noi e loro;
ama il loro dialetto inventato ogni mattina,
per non farsi capire; per non condividere
con nessuno la loro allegria.
Ama il sole di città e la miseria
dei ladri; ama la carne della mamma nel figlio.
Dentro il nostro mondo, di'
di non essere borghese, ma un santo
o un soldato: un santo senza ignoranza,
un soldato senza violenza.
Porta con mani di santo o soldato
l'intimità col Re, Destra divina
che è dentro di noi, nel sonno.
Credi nel borghese cieco di onestà,
anche se è un'illusione: perché
anche i padroni hanno
i loro padroni, e sono figli di padri
che stanno da qualche parte nel mondo.
E' sufficiente che solo il sentimento
della vita sia per tutti uguale:
il resto non importa, giovane con in mano
il Libro senza la Parola.
Hic desinit cantus. Prenditi
tu, sulle spalle, questo fardello.
Io non posso: nessuno ne capirebbe
lo scandalo. Un vecchio ha rispetto
del giudizio del mondo; anche
se non gliene importa niente. E ha rispetto
di ciò che egli è nel mondo. Deve
difendere i suoi nervi, indeboliti,
e stare al gioco a cui non è mai stato.
Prenditi tu questo peso, ragazzo, che mi odii:
portalo tu. Risplende nel cuore. E io camminerò
leggero, andando avanti, scegliendo per sempre
la vita, la gioventù>>
Bibl.: La nuova gioventù. Poesie friulane 1941-1974, Einaudi, Torino 1975. - Manifesto della destra divina. Camillo Langone, Vallecchi, Firenze 2009.
hai ragione. mi arrendo.
Migliori poeti ci sono, ad esempio Carducci, Pascoli, D'Annunzio, Gozzano, Montale, Ungaretti, Quasimodo, Bertolucci, Saba, De Andrè, Luzi, Zanzotto, etc etc etc etc.
Mi arrendo, e lo ripongo in un cassetto, lasciandolo morire , come sempre è stato e come sempre sarà, per gli italiani, da solo come un cane. Non ce lo meritavamo ieri e non ce lo meritiamo oggi.
Vive la France!
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