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I giardinetti

(16 articoli)
  1. A.

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    Moderatore

    La proposta di Graziano mi trova concorde. quindi allego qui il suo pezzo, invitando a sottoscrivere, e aprire un dibattito qui.
    Almeno non parliamo sempre di spammer.
    Firmato A

    _______________
    Il parco di Arnaldo Mussolini, la bandiera piantata nel posto sbagliato. Vi spiego perché ho deciso di avviare una petizione per togliere quel nome dai Giardinetti
    Graziano Lanzidei
    06/09/2014 -

    Non è che ami firmare o fare raccolte firme online. So anche che valgono poco e che legalmente valgono meno della carta straccia. Ma possono dare il senso, a chi ci amministra e rappresenta, di quanto è sentita una questione. Per cui ho avviato la raccolta firme per la revoca dell'intitolazione ad Arnaldo Mussolini dei Giardini Pubblici, nella più completa solitudine, anche solo per vedere se i pensieri che ho avuto io in questi giorni, sono i pensieri di tanti miei concittadini e di tanti altri cittadini d'Italia e d'Europa e del Mondo, a cui spesso è capitato di guardare a Latina, nel bene e nel male.

    Dice l'onorevole Fabio Granata, ex An ex Fli ora Green Italia, che la mia è “una battaglia di retroguardia”. Parecchi invece sosterranno che questa mia iniziativa “è una battaglia inutile”, perché Latina ha problemi più seri e impegnativi che il nome di un Parco. A causa della dichiarazione del consigliere comunale, Giuseppe Coluzzi, che voleva dedicare una via o una statua ad Hitler, Latina è balzata agli onori delle cronache nazionali. Nessuno ha riportato la frase dell'altro consigliere, eletto con il centrosinistra peraltro, relativa al fatto che “Benito Mussolini ha fatto gli italiani”. Non è la prima volta che diventiamo famosi per qualcosa del genere. Nel 1995 ricevemmo l'attenzione del Corriere della Sera, perché Ajmone Finestra, allora sindaco, decise di nominare il Parco comunale, che tutti chiamavano 'Giardinetti', ad Arnaldo Mussolini. L'ex sindaco, forte di un accordo con una industria farmaceutica disposta a restaurare il Parco stesso, non pensava affatto che ci fossero cose meno importanti di rivalutare il polmone verde della città, e nell'aspetto e nella simbologia di una città. D'altronde si trattava di piantare una bandiera per l'avvenuta conquista di un Comune sopra i 100 mila abitanti per una forza come l'MSI: anche se nel 1994, tra mille polemiche, era diventata già Alleanza Nazionale. L'ex sindaco di Latina, nonché senatore della Repubblica, disse che era giusto intitolare il parco “a un uomo di cultura e consigliere ponderato del più illustre fratello”. Di diverso avviso era Zaccheo, che allora sedeva a Montecitorio, sempre in quota An, non aveva paura di rilanciare: “personalmente lancerei una provocazione: dedichiamo il parco direttamente a Benito Mussolini perché lui ha fatto molto per la nostra città: la bonifica della paludi è stata un'impresa epocale, non va dimenticata. Fa parte del nostro patrimonio storico”. Insomma, tanto per sintetizzare anche i sottintesi del testo, Zaccheo dice, senza mezzi termini: se dobbiamo piantare una bandiera nel cuore della città, piantiamo quella originale e non abbiamo timori di sorta. “La città è nostra”. Più o meno questo il messaggio che avvertimmo tutti. E il centrosinistra è stato sempre troppo debole per poter pensare a contrastare un'azione del genere, a chiedere che quello spazio venga di nuovo condiviso con il resto della città. Ogni anno, quando viene organizzata la Festa Democratica o dell'Unità, si nasconde con vergogna la toponomastica da manifesti e volantini. Ma niente di più. Il clamore di questi giorni delle dichiarazioni di Coluzzi e dell'entusiasmo per la ZTL m'hanno convinto che qualcosa andava fatto.

    Perché le rivendicazioni di parte devono avere un termine. Dalla vittoria del centrodestra ad oggi sono passati 21 anni. C'è stato un processo generale di trasformazione, per cui non esiste più l'MSI così come non esiste più il PCI. Non ci sono più bandiere da piantare o provocazioni da dover far digerire all'avversario. C'è la storia della città, da un lato, che va conosciuta ed approfondita e non nascosta, e ci sono le solite esaltazioni di regime dall'altro. Nel 2010, con la vittoria del Premio Strega, Canale Mussolini ha reso questa città un luogo letterario. E lo ha fatto abbassando l'inquadratura della Storia, dal balcone del Duce al popolo dei lavoratori e dei coloni che erano assiepati sotto. Ha scaraventato via le impalcature di regime e ha fatto sì che i racconti che tutti avevamo sentito da ragazzini o da adolescenti, prendessero sostanza, sudore e sangue. Ed è proprio dal 2010 che è possibile, senza essere accusati di fascismo o antifascismo, riconoscere facilmente cos'è appartenente alla storia della città e cosa è invece esaltazione o apologia. Il Parco ad Arnaldo Mussolini – al di là della figura stessa di Arnaldo Mussolini – fu una prova di forza, uno sfregio oserei dire. Che va sanato.

    Perché se adesso i cittadini considerano una fortuna poter girare liberamente all'interno della ZTL, avrebbero tutto il diritto di poter girare liberamente – e giocare e correre e portare i bambini e andare a pattinare – all'interno del polmone verde della città. Il nostro piccolo Hyde Park dove sono cresciute generazioni di latinensi. Da mio nonno a mio padre fino a me. E magari un giorno i miei figli e i miei nipoti. In un luogo del genere, che deve essere di condivisione e di vita, non è possibile piantare bandiere di parte o fare sfregi.

    Pubblicato 10 anni fa #
  2. llux

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    Vista l'attenzione che questa petizione ha suscitato su molti mezzi d'informazione locale on line, credo che Graziano abbia veramente toccato un nervo scoperto, una questione ben più profonda della battaglia-inutile-abbiamo-cose-più-importanti-cui-pensare, come d'altronde ben argomentato nel suo articolo.

    Pubblicato 10 anni fa #
  3. Alla mozione ho aggiunto alcuni particolari riguardanti la figura di Arnaldo Mussolini. Grazie al suggerimento di K e al prezioso aiuto di A.

    Pubblicato 10 anni fa #
  4. Pieno sostegno.

    Pubblicato 10 anni fa #
  5. Woltaired

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    Qui posso dire la mia. In quel parco, su una comoda panchina, mi lessi Mammuth una delle prime volte che venni a Latina. Una copia d'epoca che zaphod mi aveva prestato. Me ne stavo più o meno al centro con l'aquila che mi scrutava dall'alto del monumento ai caduti e non l'avevo mica capito che il Mussolini a cui erano intitolati i giardini non fosse Benito. Mi pareva logico che a Latina ci fosse un parco a suo nome e mi sembrava pure segno di una visione adulta del mondo, di un superamento delle fazioni. Mi dicevo: -Ma guarda quanto son fighi questi che non se la stanno a menare, a Milano succederebbe un casino.
    Poi, quando mi fu spiegato l'equivoco, ci rimasi un po' male.
    Ora, probabilmente, la cosa più sensata è sicuramente Giardinetti, sempre meglio che trovare uno sponsor come è successo per Torre Littoria a Milano (poi magari se non ci piazzate un chioschetto aperitivi vomitevolmete animalièr come han fatto là sarebbe pure meglio, eh?!), ma poi però non incazziamoci troppo con chi abbatte le statue dei Budda o fa brillare memorie storiche perché contrarie alla proprie idee.
    La polvere sotto il tappetino non si è mai trasformata in penicillina, tutt'al più in humus per acari.
    Mi rendo conto, che considerare memoria storica una denominazione affibbiata solo vent'anni fa ha poco senso, ma quello che non so, non essendo di Latina, è se Giardinetti fosse davvero l'unico modo in cui veniva chiamato quel Parco. Cioè, mi dite che nominarlo Mussolini fu solo un atto di forza (debole forza) dell'allora sindaco e che dietro non c'era nulla? Un'abitudine popolare, un'usanza anche di una sola parte o un qualche altro richiamo? Il monumento ai caduti quando fu posato? Da chi? Perché lì?
    Ovviamente i miei occhi sono lontani e hanno una visione neppure decennale della vostra città, quindi mi scuso nel caso avessi scritto troppe sciocchezze.

    Pubblicato 10 anni fa #
  6. SCa

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    Accostare il cambio di nome di un giardino pubblico all'abbattimento delle statue del Budda vecchie di quasi duemila anni mi sembra come minimo esagerato.
    Ad ogni cambio di regime c'è sempre stata la distruzione dei simboli del vecchio, specialmente quando questo ne faceva un uso esagerato, e la cosa non mi scandalizza.
    La toponomastica dovrebbe rispecchiare i valori di una comunità, non essere elemento di propaganda. Credo sia giusto sollevare la questione; in questo modo la gente di Latina potrà chiedersi se ha senso intitolare i 'giardinetti' ad Arnaldo Mussolini (che ha fatto per Latina, oltre a essere stato il fratello 'buono e gentile' del Duce?).

    Pubblicato 10 anni fa #
  7. Woltaired

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    Membro

    Certo, l'accostamento è un po' iperbolico e il mio ragionamento escludeva, in partenza, Arnaldo. Nel senso che o Benito o Giardinetti, senza compromessi e io, pur non essendo mai stato vicino alla destra (ma mai mai, mai) troverei, comunque, una logica nel "lasciare" al Mussolini giusto l'intitolazione del parco.

    Pubblicato 10 anni fa #
  8. THE DARK SIDE OF LATINA
    Quando ponderato vuol dire paraculo.

    La questione è un po' più complessa e, ahimé, latinocentrica di quanto possa sembrare a chi ci osserva da fuori, dal mondo civile. Quasi tutte le questioni a Latina nascondono sempre un lato oscuro e nascosto, paludoso come le sabbie mobili. E la questione dei giardini è davvero insidiosa. Per chi, come me, l'affronta da semplice cittadino che vuol protestare e per chi, come chi ci amministra, che invece vuole difendersi e far valere le sue ragioni e i suoi progetti.

    Andiamo per ordine. La petizione, così su due piedi, appare come la solita rivendicazione antifascista di chi vorrebbe solo la damnatio memoriae per Mussolini e tutta la sua genie. Un po' come i Zorzi Vila per i Peruzzi. La moglie? "Maladéta Musolini". Il fratello? "Maladéto Musolini". E invece no. Perché c'è un motivo storico e c'è un motivo che è strettamente politico e, ma io qui mi fermo perché ci capisco poco e niente, urbanistico.

    MOTIVAZIONE STORICA

    Al di là della vulgata di Regime, Arnaldo Mussolini non è il fratello ponderato e moderato di Benito. Era il braccio armato, quello che faceva gli affari sporchi. E' proprio l'altra metà della coppia in una qualsiasi storia che si rispetti: da un lato il fratello brillante, che piace, col carisma e dall'altro il fratello quello impiccino, che gli spiana la strada, che gli toglie di mezzo gli avversari con qualsiasi mezzo. Dice Sottoriva, Pier Giacomo, quello che ha gestito (gestito?) il turismo per tanti e tanti anni a Latina, pare che sia stato anche allievo di mio nonno Egidio all'Ente Provinciale del Turismo, ma mi auguro di no, mi auguro che sia allievo del capo di mio nonno, tal Camillacci. Comunque dice Sottoriva che il merito/la colpa di questa intitolazione è sua. Sarebbe stato lui, studiando le carte per chissà quale dei suoi libri, ad andare da Rita Calicchia e da Ajmone Finestra a dire: "ma lo sapete che i giardinetti, quando c'era Littoria, erano intitolati al fratello del Duce?". In realtà vennero realizzati e chiamati così nel 1934, quando venne istituita la Provincia di Littoria. Littoria diventava capoluogo di provincia e meritava un giardino a pieno titolo, bello grosso, in pieno centro, con le vie talmente grandi così un domani tutto il traffico sarebbe passato di lì. Nel 1995, appena saputa la cosa, Finestra avrebbe subito voluto fare la delibera. Nella maggioranza qualcuno - tra i consiglieri e tra i deputati, Zaccheo in primis - avrebbero voluto saltare i convenevoli e intitolarli proprio al Duce. Ma Finestra no, probabilmente non era nelle sue intenzioni nemmeno mascherare la cosa, lui quei giardini li voleva intitolare ad Arnaldo, mica a Benito. Almeno io, senza averlo conosciuto bene, la vedo così. Gli altri fanno buon viso a cattivo gioco, tanto sempre di un Mussolini si tratta. E poi il gioco diventa sfizioso: Parco A. Mussolini. Almeno io ricordo così, senza che Arnaldo fosse scritto per intero. A. Mussolini. Una presa per il culo.

    Nessuno dice niente per anni e anni. Manco io, che mi rodo il fegato in silenzio. E poi arriva Coluzzi, consigliere di Forza Italia, che un giorno, mentre in consiglio comunale discutono di intitolare una via ad Almirante, si alza e dice: "Fosse per me, io intitolerei una via o una statua ad Adolf Hitler" e sta in silenzio, ad aspettare reazioni compiaciute dei colleghi. Quando s'accorge che cala il gelo, pure tra i più fasci dei suoi, cerca di raddrizzare la mira: "proprio per ricordare cosa ha fatto". E poi continua a scusarsi, a dire che era una provocazione, che non è stato compreso. Ma il danno è fatto. Non solo perché ha nominato l'innominabile, ha infranto un tabù. Ma perché ha reso palese a tutti, almeno a me, qual è stato il prezzo del silenzio per quel parco.

    Quella è una bandierina che la maggioranza ha voluto piantare in centro città. La buona fede la lascio solo a Finestra, ma solo perché è morto e bisogna avere rispetto per i morti. Per gli altri è come se sta bandierina l'avessero ficcata su per il culo a tutti quelli che per anni e anni - nel 1995 l'MSI è al potere, da solo, da un paio d'anni e non di più dopo anni e anni di messe al bando, anche qui a Latina - l'avevano emarginati. Solo che non hanno ancora compreso, anche per colpa di concittadini che il voto continuano a darglielo dopo 20 anni di assoluto malgoverno, che quel periodo è finito. Che invece che rivendicare - e soverchiare - dovrebbe essere arrivato il momento di governare. E invece no, continuano imperterriti. Il Parco ad Arnaldo Mussolini e la Statua ad Hitler.

    Ma chi era sto Arnaldo Mussolini? La vulgata, come dicevo, dice che era il fratello buono, ponderato, moderato, quello razionale, a cui il Duce, il giorno dopo la Marcia su Roma, lascia la direzione de Il Popolo d'Italia. Arnaldo è quello del "Benito ti prego conta fino a 10". E magari sì, quello si trovava a dire spesso "Benito conta fino a 10", ma spesso quel conta era proprio riferito alle banconote. Perché, già dal 1977, grazie agli studi del professor Mauro Canali, e poi successivamente, con gli interventi del professor Michelangelo Ingrassia e di Sebastiano Lupo, la figura di Arnaldo Mussolini diventa complessa e sfaccettata. Alla vulgata del ponderato, si aggiunge quella dell'intransigente, dell'uomo tutto d'un pezzo. Molto più simile a Farinacci, ultras del fascismo, che a un moderato. E con Farinacci, difatti, condivideva anche l'attaccamento al "vil denaro". Il professor Canali individua in particolare due trattative in cui Arnaldo è sicuro che abbia preso dei soldi. La prima è per la direttissima Bologna Firenze, che si progetta ad inizio degli anni 20. Tra il 1923 e il 1924 viene nominato Commissario Straordinario per le Ferrovie dello Stato un certo Armando Torre che, in una lettera che manda proprio allo stesso Duce, dice che aveva ricevuto pressione dallo stesso Arnaldo per favorire una ditta. Lo stesso Arnaldo avrebbe parlato di una tangente di 15 milioni. Che corrispondono, moneta corrente, a circa 14 milioni di euro. La direttissima viene inaugurata nel 1934. Dopo 10 anni. Segno che i lavori a rilento non appartengono solo all'Italia Repubblicana. Una bella tangente insomma. E poi si arriva allo scandalo Sinclair Oil.

    Si parla di petrolio. E col petrolio noi italiani non abbiamo un grandissimo rapporto, così come con ogni altra fonte energetica. Guarda che fine hanno fatto fare ad Enrico Mattei. Beh, pare che Matteotti sia stato fatto fuori per alcuni scandali che avrebbe potuto denunciare. Dumini si mosse non tanto perché si trattava di un socialista, quanto perché si trattava di un rompicoglioni che stava mettendo il naso in affari poco chiari del Regime. La Sinclair Oil era una compagnia che doveva servire a garantire il monopolio della Standard Oil, compagnia inglese che era stata allontanata dallo Stato Italiano perché appartenente ad una nazione nemica. La Sinclair, in sostanza, era un prestanome della Standard Oil. Lo sapevano tutti i gerarchi fascisti e il re. Ma ognuno faceva finta di non vedere e non capire.

    Nei giorni successivi alla morte di Matteotti i giornali inglesi, il The Daily Herald su tutti - organo ufficiale dei laburisti inglesi, con cui Matteotti era entrato in contatto poco prima della morte e a cui aveva fatto vedere delle carte e ne aveva chieste altre -, insistevano nel parlare della traccia petrolifera dietro la morte di Matteotti. Il nome di Arnaldo fu fatto più di una volta, perché fu proprio lui - così pare - a fare pressioni sul fratello affinché firmasse la convenzione con la Standard Oil. Il giornale parlò chiaro e fece riferimenti precisi: parlando di una tangente di 30 milioni di lire che sarebbero state pagate ad Arnaldo e ad altri gerarchi per fare pressione sul Duce e su chiunque dovesse decidere nella vicenda.

    [CONTINUA]

    Pubblicato 10 anni fa #
  9. A.

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    Si , vero: A. Mussolini, con il voluto gioco di chi non ignora che nella tradizione epigrafica i punti non esistono.
    Ottimo lavoro T.

    Pubblicato 10 anni fa #
  10. Woltaired

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    Grazie Torque e grazie anche ad A. per la precisazione. Lo stavo proprio per scrivere sopra che a me, da esterno, era rimasto il ricordo del A Mussolini, poi non conoscendo la

    tradizione epigrafica
    avevo pensato che il puntato mancante fosse un baco dei miei ricordi.

    Pubblicato 10 anni fa #
  11. MOTIVAZIONE POLITICA (O SOCIALE O COME VOLETE VOI)

    A me, se posso essere sincero e lo sarò perché questo è il bar nostro e uno al bar suo dice quello che je pare, sta ZTL me pare un pastrocchio. Perché è una di quelle scelte fighette che nella sostanza non cambiano nulla, sono modaiole e sono destinate a sparire e ad essere dimenticate. Adesso pare che a Latina non si possa fare altro che andare in bici o a piedi. E io, che dal centro abito a due passi e che ormai mi muovo a piedi, me devo sentì i cazziatoni dalle persone che dopo cinque passi stramazzano al suolo per la stanchezza o che dopo tre pedalate legano la bici al primo palo e se fermano a prende un bicchiere d'acqua. Così, passando un giorno proprio dentro i giardinetti, m'è preso un rodimento di culo gigantesco. Per il nome - e su questo penso di esser stato chiaro - ma pure sull'uso che (non) è stato fatto dei giardinetti. Noi l'Isola Pedonale ce l'abbiamo sempre avuta, almeno da anni e anni, e l'abbiamo lasciata lì a marcire, a riempirsi di tossici, di ubriaconi e di ragazzotti con la mania di distruggere tutto. Abbiamo lasciato che chiedesse ogni chiosco, che la pista di pattinaggio diventasse inutilizzabile, che vi fosse solo l'isola dei giochi per bambini e del tennis. Poi basta, anarchia assoluta. E questo per lunghissimi anni, nell'indifferenza di tutti o quasi tutti. Da una parte c'è la recinzione che non incoraggia certo. Si può facilmente scavalcare, è vero, ma le entrate sono poche, scarsamente illuminate. Che poi uno si chiede: "ma perché mai ce dovrei entrà?". E poi non incoraggia la scarsa illuminazione e il fatto che non vi si passi un disinfestante da anni e se poco poco provi ad andare in mezzo alle fratte, vieni ucciso da quelle sanguisughe.

    Cambiare nome a quel Parco, o toglierci st'infausto nome che gli hanno affibbiato, significherebbe forse spostare le attenzioni, dopo anni, sul Polmone verde della nostra città.

    Pubblicato 10 anni fa #
  12. Per andare al sodo: le strade so' state asfaltate per le automobili. Io la vedo così. Va aggiunto che le ztl per gli anziani, che spesso sono anche acciaccati, sono una via crucis.

    La ztl in una città come Latina è una cagata pazzesca, inutile e costosa.

    Pubblicato 10 anni fa #
  13. Woltaired

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    Membro

    Latina senza auto è immensamente bella.

    Qui era, credo, il 2011. Durante il raduno degli alpini.
    (Certo, non può una ZTL arrivare a questo, ma una volta ogni tanto è uno spettacolo.)

    Pubblicato 10 anni fa #
  14. Informati meglio sui costi.

    Pubblicato 10 anni fa #
  15. Woltaired

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    Membro

    No, tranquillo Bass, era solo per dire. Io di soldi non ci capisco una valvola. Vivo a Bergamo dove prendono l'auto anche per andare al cesso a pisciare, son stato dodici anni a Milano che sei in macchina pure se vai in bici. Ormai l'automobile è un esoscheletro obbligatorio che se non ce l'hai allora sei povero. I piani urbanistici hanno senso se supportati se no diventano solo un indice di barbaro snobismo. (Uhè ciò il pass, non devo fare un cazzo ma sgaso su 'sti barboni che son costretti a stare fuori, ci passo sulle orecchie, figa!)
    Una delle soluzioni intelligenti credo sia il car-sharing. A Milano è ottimo, a Roma non l'ho ancora provato, a Bergamo è ridicolo. Poi ovviamente l'ideale son sempre i tram, i bus (ma proporzionati alle dimensioni delle città) e le metropolitane, però dovrebbero essere frequenti e fruibili.
    Va beh, vado a farmi una passeggiata nel bosco.

    Pubblicato 10 anni fa #
  16. A.

    offline
    Moderatore

    Il futuro sono le macchine elettriche

    Pubblicato 10 anni fa #

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