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Il vero volto dei Mondiali Brasile 2014?

(20 articoli)
  • Avviato 9 anni fa da FernandoBassoli
  • Ultima replica da parte di FernandoBassoli
  1. A CAGARE IL CAMPIONATO MONDIALE DI CALCIO - di Antonello Zappadu

    In Brasile ammazzano i bambini di strada la notte per ripulire le città e dare una buona immagine per i Mondiali.

    Un giornalista danese riferisce che le autorità brasiliane stanno spazzando via i bambini che vivono in strada per dare una "immagine pulita" durante la Coppa del Mondo che si terrà da giugno.

    La notizia di ritardi nei lavori, disordini sociali, incidenti industriali e altre minuzie sono stati denunciati in modo davvero raccapricciante da Mikkel Jensen, giornalista danese.

    Jensen, giornalista freelance sognava di "coprire" la Coppa del Mondo, "lo sport più bello del mondo" in Brasile, "un paese meraviglioso." Ma il sogno si è trasformato in un incubo dopo che il danese ha deciso di percorrere un paio di mesi di anticipo Sudamericana paese.

    Mikkel era a Fortaleza, per lui "la città più violenta" di tutto ciò, che ospiterà il torneo, e tornò impressionato. Inorridito piuttosto. Ed ha deciso di rinunciare a quel sogno di andare a raccontare i Mondiali.

    "Per quasi due anni e mezzo ho sognato di coprire la Coppa del Mondo in Brasile. Il miglior sport al mondo, in un paese meraviglioso. Ha fatto un piano, sono andato a studiare in Brasile, ho imparato il portoghese ed ero pronto a tornare.

    Nel settembre 2013 sono tornato. Il sogno si sarebbe realizzato. Ma oggi, due mesi prima della festa della Coppa del Mondo, ho deciso che non voglio restare qui. Il sogno è diventato un incubo.

    Per cinque mesi stavo documentando le conseguenze causate dalla celebrazione del mondiale. Rimodellamento, forze armate e polizia militare nelle comunità, la corruzione, l'abbandono di progetti sociali.

    Nel mese di marzo sono stato a Fortaleza per conoscere la città più violenta in tutte le sedi della Coppa del Mondo. Ho parlato con alcune persone che mi hanno messo in contatto con i bambini di strada e poi appreso che alcuni erano mancanti. Spesso li uccidono di notte quando dormono in una zona dove ci sono molti turisti. Perché? Per poter lasciare la città pulita per la stampa estera e internazionale? Cioè, per colpa mia?

    In Fortaleza ho incontrato Allison, 13, che vive per le strade della città. Un ragazzo con una vita dura. Non aveva nulla.

    Ma la sua vita è in pericolo a causa di gente come me. Corre il rischio di diventare la prossima vittima della pulizia in corso nella città di Fortaleza.

    Non riesco a coprire l'evento dopo aver appreso che il prezzo della Coppa non è solo il più alto nella storia del denaro, ma sono convinto che questo prezzo comprende anche la vita dei bambini.

    Oggi sto tornando in Danimarca e non tornerò in Brasile. La mia presenza contribuisce solo a cose brutte in Brasile. Uno spettacolo al quale in due anni e mezzo ho sognato di poter partecipare ma farò tutto quanto in mio potere per criticare e far capire il prezzo effettivo della Coppa del Mondo in Brasile.

    Jensen, per ovvi motivi di sicurezza personale, ha chiesto che questo articolo non fosse pubblicato finché avesse lasciato il Brasile.

    Fortaleza, la città dove secondo i danesi bambini di strada giornalista vengono uccisi, ospiterà la Coppa del Mondo e le partite nel suo nuovo e ristrutturato Stadio Placido Castelo.

    Da:
    http://vozpopuli.com/deportes/42069-en-brasil-matan-por-la-noche-a-ninos-de-la-calle-para-limpiar-las-ciudades-y-dar-buena-imagen-en-el-mundial

    Pubblicato 9 anni fa #
  2. Abbiamo notizie da mesi di scontri e disordini in diverse città del Brasile, ma è davvero possibile che stia accadendo tutto questo?

    Pubblicato 9 anni fa #
  3. k

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    Membro

    Ma lei è proprio sicuro della genuina veridicità di questi testi? Può essere che non abbia mai sentito parlare delle campagne di disinformazione orchestrate magari dalla Cia a danno dei paesi emergenti non allineati alle multinazionali e al capitalismo made in Usa? Lei non ricorda in Cile, nel 1973, gli scioperi degli autotrasportatori - orchestrati appunto da loro - contro il governo socialista di Salvador Allende che preluse al golpe militare di Pinochet?
    I delitti contro i minori e i famigerati 'squadroni della morte', inoltre, erano proprio una delle tante aberrazioni delle giunte militari in Brasile, prima che arrivassero Luna e i progressisti.
    Boccalone! Si preoccupi piuttosto di quel suo Prandelli, che caccia Destro e si presenta ai mondiali senza uno straccio di centravanti.

    Pubblicato 9 anni fa #
  4. No, non ne sono sicuro e appunto ho scritto "ma è davvero possibile che stia accadendo tutto questo?"

    Bisognerebbe andare in Brasile a verificare.

    Pubblicato 9 anni fa #
  5. k

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    Membro

    No, a volte basterebbe solo aguzzare un po' l'ingegno.
    Perché - se tanto mi dà tanto, se no - quando scoppiò lo scandalo del calocioscommesse non andò da Moggi a chiedergli di persona se era davvero tutto vero, prima di buttargli la croce e diventare anche lei, giustamente, anti-iuventino? Andava da Moggi, lui la rassicurava e lei restava iuventino. No, solo per riconoscere una bufala della Cia, bisogna per forza andare prima in Brasile? E se io invece però non le dicevo niente, allora sì, era tutto vero quel che aveva letto? Boccalone e in malafede.

    Pubblicato 9 anni fa #
  6. In più, portasfiga.

    Pubblicato 9 anni fa #
  7. E non è manco andato a intervistare Pino Radiolina.

    Pubblicato 9 anni fa #
  8. Non si preoccupi K, la verità sugli sgomberi disumani (non voglio scrivere nazisti, ma lo penso) in corso in Brasile da mesi verrà presto a galla proprio durante i Mondiali, quando ci saranno manifestazioni di protesta di piazza come già accaduto in Confederations Cup.

    Per quanto riguarda la Juve dubbi non ci potevano essere: bastava guardare le partite per vedere che erano manipolate.

    Pubblicato 9 anni fa #
  9. Mai avrei pensato di scrivere due righe a favore del sor Balotelli ma trovo sportivamente vergognoso fare di lui il capro espiatorio di un'eliminazione che ha ben altre paternità. Balotelli, più fenomeno mediatico che campione, ha fatto il suo: non è Van Basten ma soprattutto non è una prima punta. Ha segnato, ha sbagliato dei gol, ha rimediato un giallo, tutto qua: quello che fanno tutti, Messi e Neymar compreso.

    Prandelli ha sbagliato le convocazioni (es. poteva portare Rossi, Destro, Florenzi, perfino Maggio poteva essere utile), ha preteso che Balotelli facesse reparto da solo, ha puntato, per cambiare le partite, su uomini in sovrappeso e fuori forma come Cassano, è troppo facile dare al singolo, per quanto indisponente, le colpe di un intero gruppo. Quando Balotelli ha segnato il gol vittoria contro gli inglesi, Balotelli andava bene a tutti.

    (Se poi negli spogliatoi mandava tutti a quel Paese non lo posso sapere...)

    Pubblicato 9 anni fa #
  10. bdm

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    Membro

    chi era quello che diceva che pure un orologio (non digitale) fermo ha ragione due volte al dì?

    Pubblicato 9 anni fa #
  11. Ma fatemi capire, dopo avere preso 7 schiaffi 7 dai tedeschi i brasiliani ora rischiano di vedere le proprie "piazze" invase da migliaia di argentini festanti?

    Prevedo molto lavoro per gli psicologi a breve.

    Pubblicato 9 anni fa #
  12. Abbiamo due Papi, un argentino e un tedesco.
    La finale dei Mondiali è Argentina-Germania.
    Davvero curioso.

    Pubblicato 9 anni fa #
  13. A.

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    Moderatore

    Io tifo Argentina, a prescindere dal fatto che il papa attuale mi sia più simpatico.
    Ma la Germania attuale è più forte, anche se l'Argentina ha quattro difensori veri, e una punta che può sempre creare l'occasione, avendo talento da vendere. Staremo a vedere.

    Quella del Brasile è stata una partita viziata dallo choc iniziale. Sono andati in palla e si sono fatti fare altri due gol. a quel punto sono crollati. Se la Germania vince con l'Argentina, credo che sarà di poco, massimo di uno o due goal. Ma l'alea del golasso di Messi può ribaltare tutto.

    Pubblicato 9 anni fa #
  14. Il portiere della Germania, Neuer, è uno dei più forti che io abbia visto giocare in 35 anni che seguo il calcio. Fisico, testa e tecnica inappuntabili. Un mostro.

    Pubblicato 9 anni fa #
  15. Woltaired

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    Membro

    ...è uno dei più forti...

    Ok, ne prende almeno due!

    Pubblicato 9 anni fa #
  16. Comunque il portiere più forte del mondo si chiama La Fica.

    Pubblicato 9 anni fa #
  17. Spingi spingi ma le palle non entrano mai (cit. Sensi da Trento).

    Pubblicato 9 anni fa #
  18. k

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    Membro

    Quelle noblesse.

    Pubblicato 9 anni fa #
  19. Il grande romanzo del calcio

    C’è un calcio di punizione che è passato alla storia. Ma non ci sono palloni spediti all’incrocio dei pali, nè siluri indirizzati all’angolino basso. Non ci sono miracoli del portiere o legni che negano un gol straordinario. Niente di tutto questo.

    C’è un calcio di punizione che è passato alla storia senza mai essere stato battuto. E’ un calcio di punizione iconico, il simbolo di una storia tristissima, una storia che con il calcio, forse, ha poco a che vedere. E’ la storia del calcio di punizione che Rivelino non poté mai battere. Facciamo un passo indietro. Mettiamo in pausa Rivelino che vuole battere il suo calcio di punizione. Andiamo a vedere dove siamo, cosa sta succedendo. Sono i Mondiali tedeschi del 1974. Il girone B vede in campo Brasile, Jugoslavia, Scozia e i campioni d’Africa in carica dello Zaire. L’esordio con la Scozia è perdente, ma dignitoso. La partita si conclude con un 2-0 per gli scozzesi.

    Il disastro succede alla seconda giornata. Sugli africani si abbatte l’uragano slavo. Nove reti, un nove a zero storico. Un disastro per i giocatori, un’umiliazione impossibile da mandare giù per il potere politico dello Zaire. Potere politico che, in quel 1974, era saldamente nelle mani del generale Mobutu. Uno di quelli che nello sport vedeva il veicolo della sua propaganda, uno di quelli che sperava che la spedizione dello Zaire in Europa, a quei Mondiali, avrebbe potuto fare da trampolino di lancio per il suo regime. Dopo quei nove gol, capì che non fu così. I giocatori dello Zaire raccontano che, al termine della partita con la Jugoslavia, dei militari fecero irruzione nello spogliatoio.

    Erano gli scagnozzi di Mobutu. “Se all’ultima partita del girone, contro il Brasile, prendete più di 3 gol, passate i guai. Voi e le vostre famiglie“. C’era in palio l’onore dello Zaire, c’era in palio la vita di quei ragazzi. Così possiamo tornare a quel calcio di punizione che Rivelino voleva battere. Sul 3-0 per il Brasile. Con i giocatori dello Zaire che capiscono che da quel calcio di punizione potrebbero dipendere le loro sorti. Rivelino esita, non parte. Dalla barriera, al fischio dell’arbitro, si sgancia Ilunga Mwepu. Corre, come un pazzo, verso il pallone, e lo calcia via.

    E’ come se Mwepu ignorasse le più elementari regole del calcio. I brasiliani ridacchiano, Mwepu si innervosisce, apostrofa Jairzinho con parole incomprensibili. Mwepu le regole del calcio le sa, eccome. E sa anche che se Rivelino butta dentro quella punizione, potrebbero essere guai per lui, per i suoi compagni, per tutti. E’ un gesto disperato il suo. Il gesto di chi vede in quel pallone un pericolo da calciare il più lontano possibile. Un grido di paura, una ribellione contro le minacce di Mobutu. E’ la voglia di scappare da tutto e da tutti. E’ la voglia di salvare la pelle, è l’istinto che chiama. Fortunatamente il Brasile vincerà “solo” tre a zero, i giocatori africani in qualche modo si salveranno, anche se non saranno più graditi in patria.

    Quel calcio di punizione è passato alla storia, per anni, come un momento di grande ilarità. Prima che qualche giocatore dello Zaire tirasse fuori la verità. “Pensavamo che saremmo diventati ricchi, appena tornati in Africa, ma dopo la prima sconfitta venimmo a sapere che non saremmo mai stati pagati e quando perdemmo 9-0 con la Jugoslavia gli uomini di Mobutu ci vennero a minacciare. Se avessimo perso con più di tre gol di scarto dal Brasile, ci dissero, nessuno di noi sarebbe tornato a casa.”

    Ieri, dopo una lunga malattia, a 66 anni, Ilunga Mwepu se ne è andato. Volato via, come quel pallone che Rivelino voleva mettere in porta e lui calciò via il più lontano possibile. Se n’è andato, ma resterà nei nostri cuori come la dimostrazione che il calcio, molte volte, è ben più che un semplice gioco.

    Valerio Nicastro

    http://www.delinquentidelpallone.it/ilunga-mwepu/

    Pubblicato 8 anni fa #
  20. Get the Video Plugin

    Pubblicato 8 anni fa #

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