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Mi permetto per la prima volta...

(31 articoli)
  1. leon8oo3

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    (Mi permetto per la prima volta di pubblicare un pezzo di racconto, in realtà una introduzione ad una storia dalla quale cerco di venire a capo. La vostra opinione mi interessa molto e quindi, con grave disprezzo del pericolo, ho aperto questo argomento)

    Dopo il botto, un tonfo sordo seguito da un frastuono di vetri e di metallo piegato; fu di nuovo silenzio.
    Il portiere del palazzo si voltò di scatto. Era preso dalla vana fatica di accumulare le foglie di un autunno ormai troppo stanco per trattenere l’arrivo prematuro dell’inverno. Un inverno freddo e grigio. E fu a quel cielo di un autunno che sembrava già inverno che, per sua lampante deduzione, il portiere subito dopo il colpo, rivolse lo sguardo, come se avesse sempre saputo quello che sarebbe successo.
    Guardò la terrazza della signora Mazzarino all’ultimo piano, l’attico di un palazzo di una quindicina di livelli in tutto, da dove si vedevano agitarsi nel vento inquieto le bianche tende della porta finestra. Disegnò con gli occhi la caduta che arrivava nel parcheggio sottostante e che terminava la sua traiettoria dritta ed impietosa contro il tetto di un grosso fuoristrada.
    La mano della Mazzarino sporgeva leggermente dal tettuccio sfondato, gli sembrava si muovesse. Lui lo aveva sempre saputo che quel giorno sarebbe arrivato ma nel suo animo aveva seppellito quel pensiero profondamente, rinnegandolo.
    Eppure, ogni volta che incontrava lo sguardo di Anna, così si chiamava la signora, sapeva che era quello di una persona condannata a perire per sua stessa mano. Rimase perplesso quando gli investigatori che giunsero in sede per i controlli cominciarono a fare domande riguardo la situazione patrimoniale e sentimentale della famiglia della signora Anna; perché per lui, che la conosceva, di vista, da anni, in quei radi momenti di saluto e di congedo e in quelle poche chiacchiere, più con il marito della signora che con lei che era molto taciturna, la cosa era chiara. Tanto che, quando udì il tonfo, una voce dentro di lui disse “Anna”.
    Forse l’amava, il portiere non sapeva spiegarlo nemmeno a se stesso. Vedeva in fondo a quella disperazione qualcosa di bello, di disperatamente vivo. Il corpo di Anna però in quel momento era riverso, quasi fuso con il metallo del tettuccio della macchina contro la quale si era andato a schiantare, le sue mani e i suoi piedi avevano come delle leggere scosse, tremavano a volte violentemente, ma sempre più piano.
    Si avvicinò stringendo a sé il rastrello che gli era rimasto in mano come fosse uno scudo, una barriera tra lui e quella incontestabile realtà. Ma non c’erano barriere possibili in quel momento né fuori né dentro le anime dei protagonisti di quel frangente.
    Inizialmente l’unica cosa che riferì il portiere, un uomo di circa quarant’anni che invecchiò di colpo in quel momento, fu semplice. “Cantava” disse “cantava una canzone mentre la vita se ne andava”.
    Solo dopo riuscì a spiegare che nell’avvicinarsi al volto devastato della signora Mazzarino intravide, tra il sangue che si raggrumava rapidamente nell’aria fredda del mattino e che lasciava piccole nuvole di condensa, l’occhio rimasto miracolosamente intatto della donna, l’occhio sinistro che lo guardava di sottecchi. E gli parve sorridere. E infine cantò quella canzone che a lui sembrava strana “parlava di una bambina che doveva crescere e che diceva qualcosa alla mamma” disse il portiere. “Che sarà sarà” rispose Leon, uno degli investigatori giunti sul posto che fino a quel momento aveva taciuto mentre gli altri accerchiavano con un corteo di domande il portiere. E gli diede l’impressione che lo avesse detto più a se stesso che non agli altri, come per segnarselo nella mente.
    Nel breve silenziò che seguì il portiere ebbe come un ripensamento utile alla sua sopravvivenza, un passo indietro dalla sua idea iniziale per salvare l’anima sull’orlo di un baratro di oscura tristezza. “Forse non amavo lei- pensò- ma la sua voglia di vivere senza il dolore. Amavo quella determinazione a ripudiare il male nella vita, tanto da non poterci convivere”. Era un pensiero strano in quel momento, che arrivava tutto insieme confusamente. Mai avrebbe saputo ripeterlo a voce.
    Ma era l’unico pensiero che riuscì a formulare mentre il volto della Mazzarino gli spariva davanti agli occhi nel buio di un sacco da obitorio. E quando l’ambulanza partì e l’ultima pattuglia se ne fu andata nel cortile rimasero il posto vuoto dell’auto sulla quale cadde Anna, la segatura che avevano sparso per coprire pudicamente il sangue e il silenzio del freddo autunno morente. Quello stesso silenzio che aveva preceduto e seguito il forte botto, quel tonfo sordo e il frastuono del vetro. E in quel silenzio, da allora e per sempre, il portiere avrebbe udito una voce che diceva “Anna”.

    Pubblicato 13 anni fa #
  2. cameriere

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    dico subito che mi è piaciuto. scritto bene e ben raccontato e, se diventerà giallo (come spero e prelude) mi piacerà ancora di più. mi ha ricordato fruttero e lucentini.

    mi permetto solo alcune segnalazioni:
    Era preso dalla vana fatica di accumulare le foglie di un autunno ormai troppo stanco per trattenere l’arrivo prematuro dell’inverno. Un inverno freddo e grigio.
    un po’ contorta, c’è l’autunno stanco l’inverno prematuro, e poi ancora l’inverno prevedibilmente freddo e grigio.
    Era preso dalla vana fatica di accumulare le foglie di un autunno troppo stanco per trattenere l’arrivo dell’inverno. Un inverno ghiacciato e livido.

    E fu a quel cielo di un autunno
    non mi piace 'un' davanti ad autunno meglio levarlo, la lettura diventa più scorrevole.
    E fu a quel cielo d'autunno che sembrava già inverno

    Si avvicinò stringendo a sé il rastrello che gli era rimasto in mano come fosse uno scudo, una barriera tra lui e quella incontestabile realtà.
    la seconda parte della frase la toglierei, è già bella ed efficace la figura del rastrello\scudo, il resto appesantisce.
    Si avvicinò stringendo a sé il rastrello che gli era rimasto in mano come uno scudo.

    freddo autunno morente
    il solito freddo autunno morente. Non mi piace, inventa qualcosa di diverso

    E in quel silenzio, da allora e per sempre, il portiere avrebbe udito una voce che diceva “Anna”.
    questa non mi pace proprio, soprattutto se è la fine del racconto, la leverei del tutto.

    manca, ma probabile perché è solo parte di un racconto, la descrizione del portiere e di anna: l'età, sono alti bassi, biondi o mori, se la portano bene questa età? ecc...
    ciao

    Pubblicato 13 anni fa #
  3. SCa

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    Non male. E' interessante e come introduzione a una storia più ampia promette bene.
    Ha una struttura complessa, a mio parere, e porta sulla scena personaggi, situazioni, considerazioni che leggendo solo questo pezzo non è chiaro quanto siano giustificati. In altre parole se, come dice Cameriere, manca la descrizione del portiere oppure se sia eccessivo, ad esempio, il suo innamoramento, se sarà un protagonista oppure un figurante. Bisognerà leggere il resto.

    La complessità genera anche osservazioni come quelle di Cameriere, sulle quali concordo, tranne una, quella di "E fu a quel cielo d'autunno che sembrava già inverno". Secondo me è meglio "di un autunno", altrimenti suona come se quello che sembra inverno fosse il cielo. E scorre lo stesso.

    Mi permetto di fare un paio di osservazioni anch'io.

    Dopo il botto, un tonfo sordo seguito da un frastuono di vetri e di metallo piegato; fu di nuovo silenzio.
    Il portiere del palazzo si voltò di scatto.

    Leggendolo mi dà l'impressione che il portiere si voltò al silenzio. E' questo che volevi dire? Si voltò con l'impressione di aver sentito un botto oppure si voltò di scatto al suono dello schianto? Il punto e virgola credo che dovrebbe essere una virgola.

    E infine cantò quella canzone che a lui sembrava strana “parlava di una bambina che doveva crescere e che diceva qualcosa alla mamma” disse il portiere.

    Una che sia è schiantata dall'attico di un palazzo di quindici piani riesce a cantare? Forse potrebbe mugolare una musica, ma le parole? Almeno credo.

    il posto vuoto dell’auto sulla quale cadde Anna, la segatura che avevano sparso

    io scriverei "era caduta Anna".

    Al resto della storia.

    Pubblicato 13 anni fa #
  4. A

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    a me ha ricordato il suicidio di Primo Levi

    Pubblicato 13 anni fa #
  5. k

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    No. Secondo me l'ha buttata giù il marito perchè s'era stufato di stare lì a vederla sempre attaccata al computer a scambiarsi cazzate con quei quattro suoi amici sfigati di forum. E a lui non fargli mai niente da mangiare, solo gli avanzi freddi rimasti in surgelatore e frigorifero dall'ultimo Palchincondominio organizzato in terrazzo.

    Pubblicato 13 anni fa #
  6. rindindin

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    e ogni riferimento è puramente casuale e gli hai letto magicamente nel pensiero

    Pubblicato 13 anni fa #
  7. leon8oo3

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    Grazie per i suggerimenti. In effetti, la cosa dell'inverno e dell'autunno non funziona bene. Cercherò di limarla affinché sia più scorrevole altrimenti la segherò del tutto perché non sembra funzionare. Riguardo ai riferimenti casuali e non temo di essere entrato per sbaglio in un gioco più grande di me

    Pubblicato 13 anni fa #
  8. rindindin

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    Membro

    Riguardo ai riferimenti casuali e non temo di essere entrato per sbaglio in un gioco più grande di me

    fai male...

    Pubblicato 13 anni fa #
  9. leon8oo3

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    Cosa faccio male sig.ra Rindi?

    Pubblicato 13 anni fa #
  10. Ce manca l'anima Leon. Non è 'na cacata, assolutamente no, però ce manca l'anima. Tipo quando vai a magnà e pe' risparmià magni poco e quando esci dal locale pensi: "Ma ciò ancora fame...". Non so se me so' esplicato. Cioè in pratica un incipit tipo: "Dopo il botto" non è sbagliato, ma nun se po' sentì...
    Pure "fu di nuovo silenzio" nun se po' sentì. Ma che è la bibbia?
    Nun cià ritmo.
    Io farei così (tu fai come vuoi):

    Il portiere del palazzo si voltò di scatto. Aveva udito un tonfo sordo seguito da un frastuono di vetri e di metallo piegato. Era preso dalla vana fatica di accumulare le foglie di un autunno ormai troppo stanco per trattenere l’arrivo prematuro dell’inverno etc. etc.

    [ Resisti, resisti. ]

    Pubblicato 13 anni fa #
  11. rindindin

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    Membro

    non temo di essere entrato per sbaglio in un gioco più grande di me

    nulla per carità, se sei inconsapevole dei riferimenti.
    il racconto mi piace, critiche strutturali e a ragion veduta a parte. lo trovo intenso, senza vergogna, genuino. la forza di anna è espressa nel suo:
    Amavo quella determinazione a ripudiare il male nella vita, tanto da non poterci convivere

    è strano, ma nn si apprezza più la drammaticità dei contenuti nella narrazione, si vuole ridere, fare sel sarcasmo ed ironia. ma il dramma è arte tanto quanto. la vita è dramma e comunque arte.

    Pubblicato 13 anni fa #
  12. k

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    Questa è per me o per Darcy?

    Pubblicato 13 anni fa #
  13. k

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    Membro

    E' per Darcy, è per Darcy.

    Non può essere per me,
    "modesto narratore".

    Pubblicato 13 anni fa #
  14. SCa

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    Non sono d'accordo con Bassoli che gli manchi l'anima, anzi. Però il suo incipit mi sembra perfetto.

    Pubblicato 13 anni fa #
  15. leon8oo3

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    Membro

    Riguardo l'anima saprei. Cosa s'intende per "anima" in questo caso?

    Pubblicato 13 anni fa #
  16. Er core, er foco vivificatore. La passione.
    Ma non prenderlo come una critica, è solo un consiglio.

    Pubblicato 13 anni fa #
  17. zanoni

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    Il portiere del palazzo si voltò di scatto. Aveva udito un tonfo sordo seguito da un frastuono di vetri e di metallo piegato.

    non ho trovato il tempo di leggere il racconto di Leon. commento pero' al commento di Bassoli sull'incipit. in gran parte ha ragione, pero' io andrei oltre.

    Il portiere del palazzo si voltò di scatto. Un tonfo sordo seguito da un frastuono di vetri e di metallo piegato.

    Non mi sembra essenziale specificare che lo ha udito. Perche' se si e' voltato significa che non l'ha visto; e se non l'ha visto, per voltarsi, deve averlo udito.

    Pubblicato 13 anni fa #
  18. big one

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    mi permetto:

    Disegnò con gli occhi la traiettoria che terminava nel parcheggio sottostante, dritta ed impietosa contro il tetto di un grosso fuoristrada.

    Perchè di caduta si tratta e si capisce subito con la frase che segue:

    La mano della Mazzarino sporgeva leggermente dal tettuccio sfondato, gli sembrava si muovesse.

    Pubblicato 13 anni fa #
  19. leon8oo3

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    Sono pienamente d'accordo con Big one, in effetti così scorre meglio. Sul punto analizzato prima invece, l'idea era che il tonfo aprisse la storia, come genesi della vicenda, non il fatto che qualcuno lo avesse notato, ma il silenzio rotto dal quel botto. Però sto considerando l'idea di metterla così come mi è stato suggerito.

    Pubblicato 13 anni fa #
  20. Sta meglio, a mio avviso, invertendo i periodi. C'è prima il rumore e poi la reazione. Così diventa innaturale.

    Un tonfo sordo seguito da un frastuono di vetri e di metallo piegato. Il portiere del palazzo si voltò di scatto.

    Pubblicato 13 anni fa #
  21. A

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    quoto

    Pubblicato 13 anni fa #
  22. cameriere

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    Membro

    NO

    sta meglio così:
    il portiere, che era sordo come pochi,
    manco si girò a vedere il buco della cappotta dove,
    disegnando una bellissima parabola discendente,
    la signora era precipitata a causa del forte colpo
    che il figlio del portiere ciaveva dato
    alle terga generose della signora.
    l'unico che si affacciò
    era il proprietario dell'auto,
    l'avvocato perduto,
    che si limitò ad una smorfia.

    Pubblicato 13 anni fa #
  23. A

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    il portiere sordido si scattò un trip di vetri misto frastuonati. Si voltò e vide un palazzo di metallo che si tuffava .

    Pubblicato 13 anni fa #
  24. leon8oo3

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    eheheh infatti non ci avevo pensato...immagina che scendi vai a prendere la macchina e ci trovi uno precipitato sulla cappotta. Bel modo del cazzo di iniziare una giornata

    Pubblicato 13 anni fa #
  25. big one

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    Membro

    pensa a quello precipitato:
    bel modo del cazzo di terminare una giornata

    Pubblicato 13 anni fa #
  26. SCa

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    L'avvocato Perduto che si limita a una smorfia?

    Pubblicato 13 anni fa #
  27. Mr Darcy

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    un portiere di un palazzo rispettabile non si volta mai di scatto. e mica è buffon. è compassato come i suoi padroni. solo meno ricco.

    Pubblicato 13 anni fa #
  28. Magari è un portiere volante

    Pubblicato 13 anni fa #
  29. cappa

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    Membro

    il portiere, che era sordo,
    come pochi altri manco si girò a vedere il buco della cappotta, disegnando invece una bellissima parabola discendente.
    la signora Precipitata, a causa del forte colpo che il figlio perduto del portiere c'aveva dato, si affacciò e si limitò ad una smorfia al proprietario dell'auto: l'unico avvocato dalle terga generose.

    Pubblicato 13 anni fa #
  30. cappa

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    Membro

    faccio le mie pubbliche scuse all'avvocato Perduto: come molte delle cose che faccio, ho letto solo dopo aver scritto il post le sue disavventure. umilmente lo ripongo la centro della scena, onorato di aver fatto la sua conoscenza

    manco il portiere si girò a vedere le terga generose della signora. l'unico che si affacciò fu l'avvocato perduto che dal buco della cappotta disegnava una bellissima parabola discendente
    l'auto che la signora ciaveva dato era precipitata e il figlio del portiere, che a causa del forte colpo era sordo come pochi, si limitò ad una smorfia.

    Pubblicato 13 anni fa #

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