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Pennacchi candidato allo Strega?

(2 articoli)
  1. Libero, il quotidiano diretto da Belpietro, ne ha iniziato già a parlare

    Ecco l'articolo di Francesco Borgonovo, uscito su Libero il 28/11/2009.

    "Il Comune di Roma ha salvato il premio Strega. Questa è la notizia che il Corriere della Sera di ieri ha riportato con grande evidenza, spiegando che alla kermesse letteraria più famosa d’Italia arriveranno da Alemanno e soci 300 mila euro in tre anni. L’assessore alla Cultura Umberto Croppi, scriveva Cristina Taglietti, ha firmato con la Fondazione Bellonci (che gestisce il premio) un protocollo d’intesa per una convenzione di durata triennale. Un intervento che potrebbere avere un’illustre vittima: Walter Veltroni, grande favorito per la vittoria nel 2010 con il celebratissimo romanzo Noi (Rizzoli).

    Ma andiamo con ordine. Il presidente della Fondazione, il linguista Tullio De Mauro, ha spiegato che «ormai eravamo senza ossigeno perché, se si escludono i soldi che arrivano, senza nemmeno tanta certezza, dal gioco del Lotto e da qualche sponsor privato, il nostro budget era assai limitato». Secondo il professore «il rischio era di non sopravvivere». In soldoni, l’intervento pubblico avrebbe recuperato lo Strega per il rotto della cuffia.

    Soldi pubblici

    Già su questo aspetto ci sarebbe da riflettere. Vale la pena sborsare trecentomila euro per sostenere un evento che di culturale ormai non ha più nulla? De Mauro assicura che la sua “operazione trasparenza”, avviata da due anni a questa parte, continuerà con l’obiettivo di limitare l’influenza delle case editrici. A parte i 400 Amici della domenica (in gran parte “lottizzati” dagli editori), ci saranno altri giurati, altri sistemi di voto. Ottimi propositi. Peccato che finora non abbiano portato i frutti sperati.

    Lo scorso anno si è consumata la sfida tra Einaudi e Bompiani. La prima sosteneva Tiziano Scarpa e il suo Stabat Mater, la seconda Antonio Scurati con Il bambino che sognava la fine del mondo. Ha avuto la meglio, per un solo voto, Scarpa. E l’influenza dei gruppi editoriali si è confermata intatta, anche se Mondadori - per bocca di Gian Arturo Ferrari - annunciò di non voler partecipare alla competizione (piccolo particolare: Einaudi fa parte della galassia di Segrate; Bompiani, invece, fa capo a Rcs). Insomma, la trasparenza c’è: è chiaro che ormai lo Strega è un affare per pochi.

    E qui veniamo alle conseguenze della decisione del Comune. In pole position per la vittoria, quest’anno, c’era l’ex segretario del Pd. Il suo romanzo, una “grande saga italiana” nella migliore tradizione democratica, sembrava perfetto per conquistare i giurati. Non solo. Noi è pubblicato da Rizzoli, la quale non vince da ormai troppo tempo. L’ultima volta fu nel 2003, con Vita di Melania Mazzucco. Poi ci fu il trionfo di Bompiani nel 2006 con Caos calmo di Sandro Veronesi.

    Ma negli ultimi tre anni il riconoscimento se lo sono aggiudicato tre autori del gruppo di Segrate: Niccolò Ammaniti (Come Dio comanda, Mondadori); Paolo Giordano (La solitudine dei numeri primi, Mondadori) e appunto Tiziano Scarpa. Quindi era più che legittimo attendersi un contentino per Rizzoli al prossimo giro.

    Ed ecco che arriva l’aiuto di Croppi per tenere in piedi baracca e burattini. Un fatto che spariglia le carte in tavola. Nei corridoi della Mondadori, infatti, si mormora che la candidatura, fino a ieri incontrastata, di Veltroni potrebbe subìre un durissimo colpo. Se la giunta romana, per altro di centrodestra, salva il premio, come è possibile che il vincitore sia l’ex leader del Partito democratico?

    Il sostituto

    Spunta allora una candidatura alternativa. Quella di Antonio Pennacchi, scrittore di grande valore, autore del celebre romanzo Il fasciocomunista. A Segrate circola già il manoscritto della sua nuova opera, che dovrebbe uscire l’anno prossimo, in tempo utile per partecipare alla competizione stregata. Chi l’ha letto, assicura che si tratta di un bellissimo libro. Ma l’aspetto qualitativo, allo Strega, è secondario. Quel che più conta è che Pennacchi, pur collocandosi decisamente a sinistra, è molto amato negli ambienti di destra (Secolo d’Italia e affini). E pare sia molto apprezzato proprio dall’assessore alla cultura Umberto Croppi. Non a caso, Antonio ha pubblicato per Vallecchi, nel 2005, L’autobus di Stalin.

    Se il Comune di Roma salva la kermesse, un omaggio al suo scrittore favorito non sarebbe una cattiva idea."

    Pubblicato 14 anni fa #
  2. big one

    offline
    Membro

    questa di parlare così presto di un candidato a un premio è la maniera migliore per bruciarlo subito. In questo caso sembra ancora più evidente riducendo il tutto a una questione politica e mettendo la qualità dello scrittore e del libro
    - ancora inedito e letto solo dagli addetti ai lavori della sua casa editrice - in secondo piano.

    Pubblicato 14 anni fa #

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