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people 4 Pennacchi

(43 articoli)
  1. A

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  2. A

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    Pubblicato 13 anni fa #
  3. k

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    Grazie, A. Qui ero al salone del libro di Torino. Credo si strattasse di Sat.2000 o una cosa così. Bravi però, molto bravi nel montaggio coi pezzi d'archivio, la musica, i titoli e la divisione in paragrafi. Grazie anche a loro.

    Pubblicato 13 anni fa #
  4. yaura

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    Nonostante le polemiche che sicuramente susciterebbe il quarto libro targato Mondadori (consecutivo) vincitore del premio Strega, mi auguro (come ho detto privatamente ad A) che sia proprio "Canale Mussolini" a vincere il premio e non il pessimo "Acciaio" (che non capisco come possa riscontrare tanto successo).

    Pubblicato 13 anni fa #
  5. Eeeeeeeeeeeeeeee

    Pubblicato 13 anni fa #
  6. A

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    Yaura è una giovane laureanda della specialistica alla Sapienza, in critica letteraria.

    @Grazie K, pensi, oggi, durante il colloquio degli esami di maturità, sono riuscito a farle propaganda. Altre due copie del Canale saranno acquistate entro domani, credo.
    In bocca al lupo, per domani sera!!!

    Pubblicato 13 anni fa #
  7. yaura

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    Cos'è A, una giustificazione? O una nota di demerito?
    E, comunque, per la precisione laureanda in Teoria e critica letteraria.

    Pubblicato 13 anni fa #
  8. grande Yaura e gran bella materia. Con quale professore?

    Pubblicato 13 anni fa #
  9. yaura

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    Mi laureo con la professoressa Monica Cristina Storini e ambisco ad un bel dottorato, per essere l'ennesima sfruttata (e giovane inconcludente) del sistema universitario.

    Da "grande" vorrei essere una "firma critica" piuttosto che un' "anonima scrittrice", amo la letteratura ma credo di non avere nessun talento letterario. E poi, in Italia, la critica non esiste più.

    Pubblicato 13 anni fa #
  10. Si, hai ragione. Leggevo la polemica tra Cortellessa e i Wu Ming, non parteggiando per nessuno. Pero' e' vero che la critica avrebbe bisogno di un bel rinnovamento. In bocca al lupo, Yaura. Da un tuo collega d'universita' un po' cresciutello.

    Pubblicato 13 anni fa #
  11. Forse la critica avrebbe bisogno soprattutto di un pubblico.

    Pubblicato 13 anni fa #
  12. Non credo sia cosi' Fernando. I libri avrebbero bisogno di un pubblico che invece non c'e'.

    Pubblicato 13 anni fa #
  13. Appunto Torq. Se non c'è un pubblico per i libri, come fa ad esserci per la critica? Stamattina stavo alle poste. La città, per la prima volta, ha un suo autore finalista allo Strega. Stasera c'è la diretta Rai. La gente però parlava di calcio. Ancora dell'eliminazione degli azzurri, che nessuno ha digerito. Chi era per Quagliarella, chi contro Iaquinta. Tutti erano contro Lippi. "Ma come si fa a non portare Cassano?" protestava qualcuno. Siamo un Paese così.

    Pubblicato 13 anni fa #
  14. No, Ferna'. Pensa agli Ufo ma non tirare fuori luoghi comuni. La gente ha sempre letto molto, molto poco. E prima leggeva ancora di meno di quanto legga oggi. Il pubblico, volendo, c'e'.
    Il pubblico dei critici non e' lo stesso di quello dei libri. I critici seri, quelli che fanno critica letteraria o almeno hanno l'ambizione di farla, fanno studi che sono rivolti agli addetti ai lavori o agli amanti della materia.
    Il compito dei libri sarebbe quello di allargare sempre di piu' la base. Ma con tutto lo scempio che viene pubblicato, in particolar modo a pagamento, diventa difficile discernere un buon libro in mezzo a migliaia di cazzate.

    E invece ti voglio stupire, ma gli operai Telecom, parlano di libri. Leggono, si consigliano ed esprimono giudizi. E non credo che siano meglio di tanti altri. Ne' meglio ne' peggio.

    Pubblicato 13 anni fa #
  15. A

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    Limes - rivista italiana di geopolitica

    Il nostro Pennacchi ha vinto il Premio Strega. Si, proprio lui
    di Lucio Caracciolo
    RUBRICA IL PUNTO. L'autore di Canale Mussolini, Il fasciocomunista, Mammut e del Viaggio per le città del Duce ha vinto il premio letterario. Dodici anni fa entrava nella famiglia di Limes. Una sola certezza: continuerà a rompere gli schemi, a destra e a sinistra.

    Antonio Pennacchi ha vinto il Premio Strega. Ripeto: Antonio Pennacchi ha vinto il Premio Strega. E chi vuole capire, capisca. Compreso chi l’aveva sempre detto che l’aveva capito che il nostro caro Antonio lui sì che era un grande scrittore. Noi che ad Antonio vogliamo un bene dell’anima da quando dodici anni fa aveva fatto irruzione nella famiglia di Limes, godiamo con lui. Perché ha vinto, e perché ha vinto con Canale Mussolini (Mondadori), il romanzo della sua vita, ma soprattutto l’epopea del suo popolo, il glorioso popolo veneto-pontino.

    A coronare il Viaggio per le Città del Duce, di cui non sono più riuscito a tenere il conto delle puntate pubblicate sulla nostra rivista e poi raccolte nel quasi omonimo volume laterziano (Fascio e martello. Viaggio per le città del Duce, 2008). Dove lui si presenta così: “Io nasco narratore. Storico mi ci sono dovuto fare perché non c’era nessun altro. Solo per questo”.

    Appena alzato il trofeo Strega, dai beneauguranti toni gialli e rossi, Pennacchi – che non faceva finta di non essere commosso - segnalava agli astanti alcune sue opinioni generali o specifiche che chiunque l’abbia letto o ascoltato anche una volta sola può indovinare. Non troppo diverse da quelle a suo tempo pronunciate all’indirizzo dei 33 editori che per 54 volte rifiutarono il suo scritto d’esordio, Mammut (Donzelli 1994), quando ancora faceva i turni di notte in fabbrica. I premi per la verità aveva cominciato a vincerli già allora, ma chissà quanti dei fatidici 33 stanno mangiandosi la cravatta per non aver indovinato nel Nostro lo Strega 2010.

    Di una cosa siamo certi. Antonio continuerà a romperceli. E soprattutto a romperli con ecumenico vigore, a destra e a sinistra, ai cattivi e ai buoni.

    Uno scrittore vero non si lascia addomesticare dalla gloria, la cavalca spumeggiando. E noi che ti vogliamo un gran bene aspettiamo con ansia la tua prossima inventio limesiana.

    Intanto ti abbracciamo forte, caro Antonio!

    Pubblicato 13 anni fa #
  16. yaura

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    Il pubblico dei critici non e' lo stesso di quello dei libri. I critici seri, quelli che fanno critica letteraria o almeno hanno l'ambizione di farla, fanno studi che sono rivolti agli addetti ai lavori o agli amanti della materia.

    I "lettori forti" in Italia (quelli cioè che leggono una decina di libri l'anno) sono il 5-6% della popolazione totale e reggono l'80% dell'intero mercato editoriale.
    I libri hanno bisogno di pubblico, la critica anche no. E comunque non si rivolge allo stesso target dei libri.
    Pennacchi magari lo legge anche la casalinga, Cortellessa o Luperini direi di no.

    Pubblicato 13 anni fa #
  17. Si, esatto

    Pubblicato 13 anni fa #
  18. la lavandaia

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    pure le lavandaie leggono Pennacchi..;)

    Pubblicato 13 anni fa #
  19. rindindin

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    Pubblicato 13 anni fa #
  20. tataka

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    Articolo tratto dal Riformista.

    Mussolini bonifica pure lo Strega
    di Luca Mastrantonio

    Suo fratello è figlio unico. Per lei come per gli altri, fratelli, 7 in totale. Lei è Laura Pennacchi, economista di sinistra, area Pds e Pd, sorella di Antonio, Pennacchi, il fasciocomunista, vincitore dell'ultimo Strega con il romanzo Canale Mussolini. Epica autobiografia collettiva della bonifica dell'agro pontino. «Antonio ed io abbiamo passato la sera al telefono, presto ci vedremo, e canteremo le nostre canzoni, quelle montanare che gli piacciono, come Campane di Monte Nevoso, e l'Internazionale, che cantiamo sempre». Laura ci impiega un po' per sciogliere la commozione in orgoglio, quando al telefono le chiediamo un commento sulla vittoria del fratello. Ha ricevuto tanti complimenti alla famiglia, «come se il romanzo l'avessi scritto io». Un nome? «A D'Alema il romanzo è piaciuto molto».
    Eppure c'è chi è pronto a dare una lettura politica della vicenda letteraria. «Francamente trovo queste letture molto puerili. Si tratta di un romanzo epico, una grande storia; non va assolutamente dimenticato, anche se dal punto di vista storico-politico molti dei giudizi miei si differenziano da quelli di mio fratello. Molti dei miei ricordi stessi sono diversi, ciascuno ricorda diversamente. Ma la verità del romanzo è che questa vita, reale, è andata avanti oltre ogni riscossa dal fascismo».

    Laura e Antonio, ex missino, tra le altre cose, hanno due biografie politiche molto diverse. «Non sono passata per nessuna delle esperienze di mio fratello, dalla Giovane Italia a Servire il popolo. Io da subito mi sono orientata a sinistra... noi litigavamo già da ragazzi. A 13 anni ero affascinata da Mazzini, da Garibaldi. Io studiavo molto, rispetto a i miei fratelli, che avevano talento ma erano... meno secchioni di me. A volte irrompevano nella mia stanza e mi urlavano che Garibaldi era fascista. Io ci restavo male, perché Garibaldi è socialista, e litigavamo. C’era grande passione, anche nell’essere con l’altro, per citare Hannah Arendt. Ovviamente, oltre alla gioia dell’essere con l’altro c'era anche il dolore, di essere con altri; penso alla competizione che tra fratelli vivevamo verso mia madre. Antonio ha sviluppato del risentimento, io no. Mia madre doveva nutrire quasi dieci bocche affamate, di cibo e amore. Antonio è stato sempre molto polemico, rissoso, con un grande gusto per scoprire cose nuove, sempre avanti. Paradossalmente, però, è quello che fisicamente è rimasto più legato a Latina, è sempre lì. Noi ci siamo tutti dispersi. Io a Roma, come mio fratello Gianni, mia sorellina Amedea...».

    Laura Pennacchi è un fiume in piena. Ricordi e commozione, ricomposti.

    «Il romanzo di Antonio è un inno alla vita e ai valori sani di cui i miei genitori erano portatori, come i genitori dei nostri genitori, i miei nonni. Dal ferrarese e dalla provincia di Rovigo a Latina. Uno dei miei nonni, non quello di cui si parla nel libro, un altro, era analfabeta. Mia madre aveva appena la prima elementare, mio padre, la seconda. Ci hanno insegnato che nulla vale quanto l'esempio, che bisogna combattere, non arrendersi mai e mai piangersi addosso. E Antonio? Una vita in fabbrica, tanti libri e vince lo Strega! Incredibile. In famiglia siamo cresciuti affamati, di cibo e libri, mangiando pane e caffellatte, e tanti libri. L'acqua calda è arrivata nel '66, quando mio padre ha preso la liquidazione, da operaio meccanico, ma i libri non sono mai mancati. Racconti appassionanti, di frontiera, di ragazzi svegli. Senza famiglia, L’incompreso, Lupo ci sei, tutto Jack London e I ragazzi della via Pal. Noi recitavamo molte di queste storie, le leggevamo assieme, le sperimentavano sulla pelle. Vivevamo in condizioni estreme, di frontiera. Ricordo che Antonio e gli altri avevano costruito una palafitta sopra uno stagno, nelle zone non ancora bonificate. C'erano rane, zanzare, girini, animali selvatici. Una notte, una banda di ragazzi rivale venne e ce la bruciò. Noi uscimmo con i secchi per salvarla. Un'altra volta abbiamo costruito una barca, che è subito affondata, perché la legna era marcia. Avevamo usate delle assi... rubate... un esproprio proletario, finito male».

    Pubblicato 13 anni fa #
  21. A

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    certo che rileggendo questo forum, vengono fuori delle cose preziosissime.

    Pubblicato 13 anni fa #
  22. tcd

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    A me, a leggere di mia zia, mi rendo conto che con il passare delle generazioni, stiamo togliendo troppo ai nostri figli, per ficcarli sotto ad una campana di vetro. :/

    Pubblicato 13 anni fa #
  23. A

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    è che non vogliamo/possiamo separacene, dai nostri figli. E anche dai nostri padri; che è il solo modo per crescere. parlo per me, ovviamente.

    Pubblicato 13 anni fa #
  24. tcd

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    Sarà: a me il diventar madre m'ha fatto ricordare con maggior vividezza quello che io facevo da piccola :p come...

    - cercare di vendere ai passanti i topolini usati a 100 lire (i fumetti, non gli animaletti!!!!!!!!!),
    - fare a gara con i miei cugini a chi si colorava di piu' la lingua con i ghiaccioli all'amarena o all'arancia.
    - oppure fare le inversioni a U con la bici lanciata a tutta velocita' giu' per una rampa di garage, cercando di non andare a sbattere contro la porta del garage o di non cascare

    e tanto altro.

    Direi che mia madre ha fatto la cosa piu' saggia: mollarmi per 2 mesi ovunque potesse mollarmi, in colonia o dai miei nonni e andarsene a rilassarsi altrove, senza stare a farsi le pippe mentali su quello che potevo combinare con i cugini.

    Ma un mese insieme in viaggio lo facevamo sempre e volentieri... peraltro era il massimo che riuscisse a reggermi: da piccola ero tremenda

    Pubblicato 13 anni fa #
  25. rindindin

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    Direi che mia madre ha fatto la cosa piu' saggia: mollarmi per 2 mesi ovunque potesse mollarmi, in colonia o dai miei nonni e andarsene a rilassarsi altrove, senza stare a farsi le pippe mentali su quello che potevo combinare con i cugini.

    questa è la cosa più triste che ho letto fino adesso su questo forum...

    Pubblicato 13 anni fa #
  26. tcd

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    Rindi, ma considera che per il resto dell'anno doveva sopportarmi, dato che lavorava da casa.

    Ed era anche abbastanza ansiosettina... Quando a 14 anni volli la bicicletta, lei per dissuadermi collezionava articoli di incidenti con ciclisti come vittime e me li lasciava sulla scrivania per quando tornavo da scuola

    Non c'era riuscita.

    Mi sono dissuasa da sola, andando a sbattere contro una macchina parcheggiata sul lungotevere.

    Pubblicato 13 anni fa #
  27. rindindin

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    eri proprio una baby-birba allora!

    Pubblicato 13 anni fa #
  28. mr_why

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    Per chi non lo avesse visto su Rai 1...

    Scrittori per un anno
    ritratti, storie, percorsi

    Ecco la pagina dedicata a Pennacchi:
    http://www.scrittoriperunanno.rai.it/scrittori.asp?currentId=102

    Pubblicato 13 anni fa #
  29. k

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    Grazie Why, bel lavoro.
    E ringrazia pure loro.

    Pubblicato 13 anni fa #
  30. A

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    è molto bello questo video. Vede M°, quello che dicevo mesi fa, che spesso un buon video può comunicare molto. Certo, non sostituisce la lettura d'un libro (ma non è nemmeno il suo ruolo), ma tuttavia è un invito.
    Dalle parti di Verona- Trento non ci viene?

    Pubblicato 13 anni fa #

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