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(r)esistenza

(22 articoli)
  • Avviato 12 anni fa da zaphod
  • Ultima replica da parte di FernandoBassoli
  1. zaphod

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    Fondatore

    Il 25 aprile riproporremo sulla home page anonima il link al pdf dell'antologia (r)esistente.
    Vorrei accompagnarlo con la pubblicazione di un racconto scelto tra tutti quelli arrivati nel corso degli anni.
    Quale pensate potrebbe essere il più adatto?

    Pubblicato 12 anni fa #
  2. Tra i tanti, il più rappresentativo è a parer mio Dittatore Interinale.

    Pubblicato 12 anni fa #
  3. k

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    Membro

    Lecchino.

    Pubblicato 12 anni fa #
  4. Col presidente, pure. Mica so' scemo io.

    Pubblicato 12 anni fa #
  5. zaphod

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    Fondatore

    Verrai appeso per la lingua...

    Fatevi sotto, ragazzi, non fate i timidi. Sto forum è frequentato da almeno 100 persone al giorno. Fatevi sentire.

    Pubblicato 12 anni fa #
  6. cameriere

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    Membro

    è tanto che non intervengo
    quindi,
    innanzitutto un saluto a ognuno di voi,
    ci sono sempre e
    qualche volta
    vi leggo.

    io propongo
    quello
    mio.

    Pubblicato 12 anni fa #
  7. Woltaired

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    A me sembra attuale "Il perdente professionista".

    Pubblicato 12 anni fa #
  8. big one

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    Membro

    Io ho collaborato (eufemismo!) all'antologia e nonostante una debolezza per "Unica certezza, l'illusione di sapere", mi pare che "Dittatore interinale" abbia le carte in regola.
    E poi sono amico sia di Mario che che di Orlandi

    Pubblicato 12 anni fa #
  9. dirtydancing

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    Membro

    "progamma riabilitazione saverio"
    quando l'ho letto in pubblico mi sono reso conto
    della forza di quel racconto.

    Pubblicato 12 anni fa #
  10. Buon 25 Aprile, Anonimi. (r)esistere!

    Pubblicato 12 anni fa #
  11. zaphod

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    Fondatore

    Ho tagliato la testa al topo e ci ho messo la prefazione dell'ebook.
    Condividete.
    Diffondete.
    Viralizzate.
    (r)esistete.

    Pubblicato 12 anni fa #
  12. A.

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    Moderatore

    Grazie. Buon 25 aprile a tutti.

    Pubblicato 12 anni fa #
  13. SCa

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    Membro

    Ottima scelta.
    Un augurio affinché tutti trovino la forza di resistere, sempre.

    Pubblicato 12 anni fa #
  14. zaphod

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    Fondatore

    Notizie certe danno Faust in arrivo a breve in Agro.
    Tremate.

    Pubblicato 12 anni fa #
  15. llux

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    resistere, resistere, resistere. Ora e sempre. Buon 25 aprile.

    Pubblicato 12 anni fa #
  16. sensi da trento

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    Membro

    CALAMANDREIIIII !! CALAMANDREIII !!!!

    SPINELLI !!! (nel senso di altiero!)

    Pubblicato 12 anni fa #
  17. A.

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    Moderatore

    Piuttosto, dice che c'è tuo papà in Zona. Ti puozzanaccide Lorè offrimelo sto bicchiere di Barolo

    Pubblicato 12 anni fa #
  18. sensi da trento

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    Membro

    io te lo offrirei pure, ma tu all'ultimo me tiri sempre il pacco....

    Pubblicato 12 anni fa #
  19. zaphod

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    Fondatore

  • Faust Cornelius Mob

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    Membro

    Da lacrime, come putroppo non ce n'è più.

    Pubblicato 11 anni fa #
  • Woltaired

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    Membro

    Non riesco a vedere il video, ma a memoria mi tornano queste strofe cantate dagli Stalingrado, le manifestazioni degli anni settanta e la sensazione, già allora in corteo, che il mondo andasse da un'altra parte sfrecciando su delle 127 verdi e Alfasud bordeaux verso masse compresse più che compatte. Eravamo ancora tanti, eravamo sotto più bandiere, anche se una svettava più corposa, MS del MLS, ma già qualcuno cantava anche che la sinistra si era fatta un po' più in là, un po' più a destra. Credo nei singoli comunisti come nei parroci di paese, totalmente altri da Partito o Chiesa, la democrazia mi sembra lontana dalla sua etimologia, la resistenza è sempre più personale e difficile. Forse sarà anche tutta colpa di Henry Ford che cominciò a vendere le auto agli operai che le producevano o di Castro che ha trasformato una rivoluzione in un regime o il mio amato Chávez che per difendere il proprio popolo dallo strapotere nordamericano ha traslocato il quinto paese produttore di petrolio in una dimensione ottocentesca. Sto straparlando, anzi stradigitando da un cosino con la mela morsicata serigrafata a specchio sul dorso. Non so cosa abbia senso, non so cosa possa essere collettivo e cosa sia solo una gran sega mentale.
    Siamo proprio sicuri che il nemico sia lo stesso? Siamo sicuri di non averne semplicemente bisogno per dare, invece, un senso a noi stessi proiettando su altri il nostro culo caldo?
    C'è solo una cosa che ancora condivido dei dettami operativi di un tempo ed è che la rivoluzione si fa dall'interno, ma quello che si è spostato è proprio questo interno che ora se ne sta in salotto a guardare la "cattiva maestra" su un divano scelto in base alle tette della Ferilli.

    Pubblicato 11 anni fa #
  • FernandoBassoli

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    Membro

    Più resistenza di così... si muore

    Ricordando Peppino Impastato

    Impastato nel tempo è diventato una vera e propria icona della lotta contro la mafia. Nato a Cinisi (Palermo), un Comune di poche migliaia di abitanti, nel 1948, da Felicia Bartolotta e Luigi Impastato, è morto giovanissimo, nel 1978, per mano della mafia.

    Impastato è il protagonista di una storia davvero emblematica: quella dei figli che si ribellano ai padri, perché ne rifiutano e condannano le scelte di vita. E di morte. Il padre di Giuseppe è infatti un mafioso e il cognato del padre è il boss Cesare Manzella, ucciso nel 1963 in un agguato.

    I rapporti tra il giovane Giuseppe “Peppino” Impastato e il padre sono più che burrascosi. Un giorno viene cacciato di casa senza pietà e tocca con mano cosa vuol dire avere a che fare con un mafioso.

    Intraprende una lotta tutta personale contro il malaffare, dando vita a una serie di attività culturali e politiche contro la mafia. Ha l’energia della gioventù e le idee brillanti delle persone intelligenti. E’ un innovatore nel pensiero e nelle azioni. Nel 1965 fonda un giornale. Lo chiama: “L’Idea socialista”.

    Durante la rivoluzione culturale del 1968, quella che deve cambiare il mondo partendo dalla testa delle persone e in parte ci riesce, partecipa alle attività dei gruppi comunisti ed è ormai abbastanza conosciuto nel palermitano.

    Il 1976 è un anno davvero importante, che segna un punto di svolta. Fonda una radio libera (fenomeno assai diffuso all’epoca) e la chiama Radio Aut. Per essere libera davvero, ovviamente Radio Aut si autofinanzia, tra mille difficoltà. Ma Impastato va dritto per la sua strada, come sempre. Sa cosa vuole dire e dove vuole arrivare: alla testa dei suoi concittadini.

    Quando comincia le trasmissioni, i radioascoltatori non credono alle loro orecchie. Qualcuno pensa a uno scherzo, invece è tutto vero. Impastato, dai microfoni di Radio Aut, parla di mafia, anzi di mafiosi. A Palermo. Parla di gente che vive a pochi chilometri da casa sua. E non ne parla in generale, ma fa nomi e cognomi, fornisce elementi e informazioni, lascia tutti senza parole, tocca nervi scoperti.

    Impastato non solo fa il nome del boss Gaetano Badalamenti, ma lo sfotte, lo ribattezza “Tano Seduto” come per dire: “Non mi fai paura”, lo sfida. Un ragazzo con un microfono in mano sfida un boss, forte solo dei suoi ideali, sapendo benissimo di poter morire ogni giorno. I mafiosi stessi restano spiazzati e si chiedono se si tratta di un coraggioso o solo di un incosciente.

    Impastato afferma che la mafia ha il monopolio del traffico internazionale di droga, perché controlla di fatto l’Aeroporto. Ma va oltre la cronaca, vuole davvero scuotere la cittadinanza, spingerla alla ribellione verso il malaffare e soprattutto a non avere paura. E’ per questo che inventa la trasmissione Onda pazza, dove prende in giro platealmente i mafiosi e perfino i politici collusi.

    In città naturalmente non si parla d’altro, ma il 9 maggio 1978, in piena campagna elettorale, con Peppino Impastato candidato per Democrazia proletaria, la sua scomodissima voce viene messa a tacere per sempre nel peggiore dei modi: inscenando un falso attentato dinamitardo, del quale Impastato deve sembrare l’autore.

    Il suo corpo, infatti, viene trovato sui binari ferroviari insieme a una carica di tritolo. Quello che deve sembrare il suicidio di un folle da delegittimare è in realtà l’ennesimo omicidio di mafia. A livello nazionale la vicenda passa però inosservata: sono quelli giorni durissimi per la storia della Repubblica, che deve fare i conti col cadavere di Aldo Moro, con le sue molte ombre.

    Dalle urne, però, esce una sorpresa. I cittadini di Cinisi scelgono di votare ugualmente Impastato, che viene simbolicamente eletto in Comune. Con le sue parole, Impastato è riuscito nel miracolo di cambiare la testa dei suoi cittadini.

    Solo nel 1984 il tribunale di Palermo certifica la natura mafiosa dell’omicidio di Giuseppe Impastato. Ucciso perché diventato troppo pericoloso per la mafia dato che, come dice suo fratello, “accendeva una luce nella testa delle persone”. Ucciso perché aveva osato ribellarsi a un “Sistema” che imponeva a tutti il silenzio e l’omertà.

    La sentenza è firmata dal giudice Antonino Caponnetto. Per l’omicidio Impastato nel 2001 la Corte d’Assise di Palermo ha condannato a trent’anni Vito Palazzolo e nel 2002 Gaetano Badalamenti all’ergastolo.

    Alla vita di Peppino Impastato è dedicato un film di Marco Tullio Giordana che ha avuto un notevole successo: “I cento passi”, con Luigi Lo Cascio.

    (Fernando Bassoli)

    http://www.giornalismo-partecipativo.it/news/italia/impastato-un-uomo-solo-contro-la-mafia/

    Pubblicato 10 anni fa #

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