sabato 9 luglio Teatro Moderno di Latina
locandina spettacolo
Il teatro greco racconta di figure femminili memorabili.
Medea, Antigone, Fedra, Elettra, Cassandra, Elena, Clitennestra.
Già i greci antichi si interrogavano sulla disparità tra il ruolo pubblico delle donne, che era ridottissimo, e l'importanza dei personaggi femminili nei loro testi letterari.
Se nell'Atene di età storica le donne erano giuridicamente e politicamente marginali, nella letteratura che parlava di Micene e di Troia, di Corinto e di Tebe, le donne “contavano”; scatenavano guerre, sfidavano i sovrani, si ribellavano alle leggi scritte in nome di quelle non scritte.
Le polarità del comportamento femminile esplorate nel teatro classico mettevano in scena inquietudini fortissime, che le letterature moderne hanno ripreso soprattutto nei tempi più vicini a noi.
La passione, il dolore femminile, diventa un modello per il dolore e la passione degli uomini senza distinzioni di sesso.
La donna, che per la cultura platonica rappresentava un esempio negativo perchè emotivamente fragile, nel teatro tragico, diventa per l’uomo, un mondo da esplorare, un modo per conoscere stati emotivi che gli sono naturalmente preclusi.
La lente d’ingrandimento attraverso cui vengono presentate queste mitiche figure femminili, è il tema dell’eros, inteso come incapacità umana di controllare ragionevolmente gli impulsi della passione erotica (Fedra, Medea, Elena), come forte legame con la famiglia d’origine, che genera vendetta e sacrificio (Antigone, Elettra), o ancora come giogo di guerra, o più di tutto, come colpa da espiare.
Immaginate allora di trovare tutte riunite in una prigione-caverna, come in un incubo prima di essere giudicate, tutte le eroine della Tragedia Greca. Antigone, Fedra, Cassandra, Clitennestra, Elena e Medea.
Le colpe, le responsabilità, le passioni riaffiorano come in un monologo joyciano al cospetto di un uomo-prigionierio sotto mentite spoglie, che le prigioniere credono una di loro e che a sorpresa paleserà la sua vera identità.
Un intenso dibattito sui sentimenti più profondi dell’universo femminile e i suoi turbamenti.
Amore, odio, gelosia, vendetta e sullo sfondo la violenza e l’orrore della guerra.
Sette giovani attrici con storie ed etnie diverse si muovono in uno spazio scenico scarno e si esprimono nei vari linguaggi teatrali (canto, danza, mimo, percussioni). Questo è Antigone Circus.
Maria Angela Robustelli Tavassi